mercoledì 26 ottobre 2011

Defensor Papae


Assisi si avvicina.

Giovedì 27 ottobre - data attesa, da taluni con speranza, da altri con timore - è oramai ad un passo. E non sono mancate, non mancano le polemiche. L'accusa è nota: quest'incontro interreligioso è "pericoloso", "scandaloso", "attacca la fede cattolica", "aizza il sincretismo" e così via. Vien dato tanto per scontato che l'evento sia dannoso, che chi osa difendere il Sommo Pontefice nella sua decisione di prendervi parte viene etichettato come "integrista", "papolatra" et similia: in ultima analisi, come un pitocco da compatire, probabilmente.
In realtà, almeno una parte dei difensori di Benedetto XVI vuole semplicemente vivere pienamente la propria fede cattolica, comportandosi da buon fedele. In questo senso, un defensor Papae analizza l'evento e riconosce che esso ha una certa valenza: non è mera espressione di un gusto personale del Santo Padre o un suo atto privato, ma è un gesto compiuto consapevolmente come successore dell'apostolo Pietro.
Insomma, non è Ratzinger ad andare ad Assisi: è Benedetto XVI. Ne consegue che un defensor prende quest'avvenimento nella giusta considerazione: è atto pontificio, quindi richiede che il fedele abbia per esso il rispetto dovuto. E il rispetto, per il defensor, non comporta solamente una vaga dichiarazione verbale di riguardo nei confronti della Sede Apostolica, ma esige pure di tentare - con le proprie povere capacità - di interpretare positivamente questo gesto.

Questo, secondo la morale cattolica, è dovuto - in fondo - ad ogni atto umano: si tratta di evitare il giudizio temerario. In questo senso, conoscendo la figura di Joseph Ratzinger prima del suo avvento al soglio pontificio e pure le sue azioni da Pontefice, si può essere ragionevolmente sicuri che non abbia alcuna intenzione di far cadere l'incontro d'Assisi nei pericoli paventati. Ma, oltre ad evitare il giudizio temerario, nei confronti del Sommo Pontefice è dovuta ancora maggior attenzione e ossequio.

Il defensor, quindi, cerca con tutte le sue energie di appoggiare il successore di Pietro e di interpretare positivamente le sue azioni. E' questo un modo d'agire che il defensor sente come profondamente ed intimamente cattolico: cerca di amare il Vicario di Cristo, di rispettarlo, di aiutarlo. Quando parla, lo ascolta: non presume - come taluni, purtroppo, sembrano fare - che il Papa sbagli fino a prova contraria. E lo ascolta perché ha un'alta opinione del Magistero e dei suoi atti: non crede che un Pontefice insegni una volta per secolo e, nel resto del tempo, si limiti ad esporre opinioni personali, chiacchiericci o corbellerie.

Recentemente è stato diffuso il passaggio di una lettera privata del Papa ad un teologo evangelico, in cui il Santo Padre esprime in maniera piuttosto netta il proprio pensiero (nota 1). Alcuni l'hanno interpretato in senso copernicano, come se svelasse chissà quali trame nascoste. In verità, sembra solamente che essa confermi ciò che ragionevolmente si poteva supporre già in precedenza: cioè che il Papa non sia del tutto entusiasta dell'incontro e che, comunque, è pienamente consapevole dei rischi di interpretazioni relativistico-sincretiche dell'evento. Non rinnega ciò che aveva espresso nella Dominus Iesus e ritiene che la sua presenza personale possa essere un modo per tentare di evitare distorsioni. Insomma, erravano coloro che dipingevano Benedetto XVI come una sorta di neomodernista che, dopo essersi nascosto per decenni sotto le vesti di custode dell'ortodossia cattolica, fosse risbucato fuori una volta eletto al soglio petrino; e non era neppure corretta l'interpretazione di coloro che tratteggiavano il fosco quadro d'un Papa prigioniero di correnti opposte, oramai anziano ed incapace di imporsi, sballottato quà e là dalla Curia.

Emerge invece un Benedetto XVI che non vuole affatto venir meno al ministero cui il Signore lo ha chiamato: "confirma fratres tuos" (Lc 22,32) e che, anzi, vede Assisi quasi come un'occasione per adempiere a questo compito. Perché questi incontri si sono già svolti in passato e si svolgono tuttora, che il Papa sia presente o meno: e, poiché sono stati mal interpretati in passato, Benedetto ritiene che la sua presenza, catalizzando l'attenzione, possa permettergli di veicolare il corretto messaggio riguardo ad Assisi.

Non va nella città del Poverello per partecipare alla creazione di una nuova religione mondiale, blasfemo culto ad un idolo partorito dalla mente umana, ma "allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio Predecessore" (nota 2) e per "rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace." (nota 3)

In conclusione, ribadisco che l'atteggiamento del defensor, oltre a quanto detto sopra, è sostanzialmente quello di richiamare taluni critici ad una questione di principio: date un'opportunità a Benedetto XVI, abbiate fiducia in lui.


(nota 1) Ecco l'originale tedesco: "Ihre Sorge angesichts meiner Teilnahme an dem Assisi-Jubiläum verstehe ich sehr gut. Aber dieses Gedenken mußte auf jeden Fall gefeiert werden, und nach allem Überlegen erschien es mir als das Beste, wenn ich selbst dort hingehe und damit versuchen kann, die Richtung des Ganzen zu bestimmen. Jedenfalls werde ich alles tun, damit eine synkretistische oder relativistische Auslegung des Vorgangs unmöglich wird und klar bleibt, daß ich weiterhin das glaube und bekenne, was ich als Schreiben Dominus Jesus der Kirche in Erinnerung gerufen hatte." (fonte: http://www.katholisches.info/2011/10/04/benedikt-xvi-uber-assisi-3-%E2%80%9Ewerde-alles-tun-damit-eine-synkretistische-oder-relativistische-auslegung-unmoglich-wird%E2%80%9C-%E2%80%9Ehab-vertrauen%E2%80%9C/)

(nota 2) Cfr. Angelus del 1° gennaio 2011 (http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2011/documents/hf_ben-xvi_ang_20110101_world-day-peace_it.html)
(nota 3) Ibidem.

venerdì 21 ottobre 2011

Il Rito Proibito



The Forbidden Rite

Forbidden...powerful...beautiful...ancient...extraordinary....

For almost half a century, they have been persecuted, harassed, ostracized, denied, and degraded. They have been mocked and pushed to the corners of faith.

Who are these people and why have they been treated this way? They are those who still believe in the power of an ancient rite that had seemed to become almost entirely forbidden during the 20th century.

Yet in 2007, history began to change. The Vatican unleashed this once almost forbidden rite, requiring that every bishop, priest, and diocese around the world welcome those who desired it, and help them to obtain it.

Despite the many efforts of the Pope, who himself practices this ancient rite and desires for it to become the norm in parishes, their persecutors still abound within the Church, continuing to negate them the best that they can.

The battle is only beginning, but it is one that will change the face of the Catholic Church, and that of the world, forever.

mercoledì 19 ottobre 2011

La marcia dei veri indignati





Abbiamo ancora negli occhi le devastazioni, i saccheggi e gli atti sacrileghi compiuti dalla teppaglia che ha messo a ferro e a fuoco Roma: squallidi e penosi sciacalli senza autentici ideali, inconsapevoli e miseri ingranaggi di un sistema corrotto e corruttore che li utilizza come parafulmini ideologici.



Se riflettiamo bene, le manifestazioni violente (soprattutto dei giovani) contro “il sistema” tornano utili all’establishment politico e culturale in quanto consentono di assolvere a due funzioni essenziale per il mantenimento dello status quo: la catarsi delle pulsioni e lo sviamento dagli autentici fattori che opprimono l’umanità.



Il resto della popolazione che non ha partecipato alla manifestazione o che semplicemente non ne ha condiviso la deriva violenta ha tuttavia psicologicamente “beneficiato”, per lo più inconsapevolmente, dello sfogo del profondo malessere espresso dai teppisti, una rabbia sorda che monta nell’animo di ogni uomo attanagliato e oppresso da una dittatura invisibile che schiaccia verso il basso e subdolamente impone le proprie leggi.



Effettivamente, non c’è dittatura più efficace di quella che ti fa credere di essere libero ed è proprio in quest’ottica che il sistema attuale guarda con favore agli scontri di piazza o semplicemente non li reprime duramente.



Crisi economica determinata da logiche di potere, mancanza di posti di lavoro, corruzione politica, signoraggio bancario, speculazioni finanziarie sono certamente dei motivi validi di protesta, ma cosa c’è al di là di tutto ciò, chi tiene in ostaggio l’umanità e la svia dal vero bene? Possiamo star certi che a questa domanda la maggior parte della gente non saprebbe dare una risposta chiara e univoca: il nemico c’è ma è impalpabile e si nasconde dietro individui e sistemi che di volta in volta le rivolte popolari di turno indicano come causa di tutti i mali.



Aborto, divorzio, eutanasia, omosessualismo, pansessualismo, relativismo morale e religioso, ateismo pratico e teorico, pornografia, profanazioni della purezza infantile sono tutti attentati al vero bene comune che sfuggono regolarmente all’analisi dei più ma che costituiscono la cappa di marciume che rende l’aria irrespirabile e pongono l’uomo nella schiavitù morale e nell’indigenza.



Il 13 maggio 2012 si terrà a Roma la seconda marcia nazionale per la vita contro le leggi abortiste, una manifestazione promossa da persone di ogni cultura ed estrazione sociale ma unite dal comune desiderio di fare qualcosa per i senza voce che quotidianamente periscono tra i tormenti più atroci e nell’indifferenza generale: i bambini non nati. Anzi, gli assassini di questi nostri fratelli girano a piede libero, partecipano a cortei, rivendicano diritti, ricoprono ruoli importanti e di potere, rivestono cariche ufficiali.



Non ci accontentiamo di rivendicare il nostro diritto ad un lavoro, ad una casa e ad una vita dignitosa; non ci basta esprimere una rabbia cieca e senza oggetto ma vogliamo chiamare col loro vero nome i mali che ci affliggono, le menzogne che coprono gli abusi ed i soprusi. Soprattutto, vogliamo puntare il dito contro una legge ingiusta e malvagia che tortura, uccide, perverte le anime e decima la popolazione. Una legge che vogliamo abrogata: la 194/1978.

Alfredo De Matteo



martedì 18 ottobre 2011

L’abito Ecclesiastico è sempre attuale e non è mai fuori moda


E’ evidentissimo che gli ecclesiastici della Chiesa Cattolica soffrono di una fortissima, anzi epocale, crisi di visibilità. Ricordo che quando ero ragazzo, (non tanto tempo fa) per le strade della mia città incontravo sempre tantissimi sacerdoti, ora trent’anni dopo, uno dei rari preti che si vedono in giro sono proprio io, non perché gli altri preti siano tutti morti o abbiano lasciato il ministero oppure perché in questi anni non ci sia stato un ricambio di nuove leve ma perché non sono più esteriormente riconoscibili come preti…Viviamo in un’epoca in cui qualsiasi gruppo o categoria, anche la più piccola, rivendica la propria visibilità ed identità e cerca di esporla pubblicamente. C’è chi, come i mussulmani, fanno battaglie legali per avere il diritto di mettersi il “burqua” a scuola o in piscina. Anche le commesse ed i cuochi dei McDonald hanno una divisa come le hostess ed i piloti di aerei. Per non parlare delle categorie professionali classiche: i medici, gli infermieri, i volontari …
… dell’ambulanza, i magistrati, i poliziotti e i militari. Tutti, insomma, cercano un segno esterno per essere identificabili. E’ strano che mentre tutti valorizzano i loro segni di categoria e i loro simboli solo il segno esteriore del prete cattolico con il suo caratteristico abito ecclesiastico lungo deve essere tolto o abbandonato perché considerato arcaico ed obsoleto.

domenica 9 ottobre 2011

Pio XII recita il "Padre Nostro"



Pater noster, qui es in caelis, sanctificetur nomen tuum. Adveniat regnum tuum. Fiat voluntas tua, sicut in caelo et in terra. Panem nostrum quotidianum da nobis hodie, et dimitte nobis debita nostra sicut et nos dimittimus debitoribus nostris. Et ne nos inducas in tentationem, sed libera nos a malo. Amen.

giovedì 6 ottobre 2011

La profezia di Benson: la minaccia dell'umanitarismo






Il volto umano dell'Anticristo

Il vento del pericolo modernista d'inizio Novecento soffia sulle pagine di Robert Hugh Benson che pubblicò nel 1907 un romanzo di fantascienza destinato ad avere grandissimo successo: "Lord of the World" ( "Il padrone del mondo"). Lo scrittore cattolico lancia all'albeggiare del suo secolo uno sguardo profetico, per la fede cattolica e per l'umanità. Cristo è in procinto di essere cacciato dall'Europa; in sua sostituzione sono già pronti molti falsi profeti. La nuova religione della modernità è la religione del benessere. Benson ha una lucidissima intuizione nel denunciare come l'Occidente, nel corso del Novecento, farà registrare una profonda trasformazione culturale, tesa a rimpiazzare l'antropologia e la cosmologia cristiana con l'umanitarismo. Un pericolo per nulla svanito. Anzi, oggi più forte che mai...


Cosa poteva pensare uno scrittore cattolico inglese, all'alba del XX secolo, del futuro che sarebbe toccato alla Chiesa di Roma?

mercoledì 5 ottobre 2011

Alberto Marvelli: Una Luce che non si spegne.



Nonostante la naturalezza e la spontaneità del suo modo di fare, tutti avevano riconosciuto, anche quando era ancora in vita, che Alberto aveva un carisma particolare. La sua fama di santità non si manifestò solo dopo la morte. Il suo educatore, il canonico Baravelli, diceva che “attirava tutti con la sua parola” ottenendo più di quanto otteneva lui stesso. “La sua fama di santità – affermava Zaccagnini – era già diffusa fra quanti lo conoscevano quand’era ancora vivente”. E così altri testimoni. “In vita ebbe fama di giovane esemplare e tutti lo stimavano senza distinzione”. “Durante la vita godeva dell’ammirazione di tutti come giovane cristianamente esemplare”. “Lo sentivo più in alto, vicino a Dio”. Dopo la sua morte viene spontaneo a molti pregarlo e invocarlo; chiedere grazie, aiuto, intercessione. Il maestro Montevecchi “prega sempre Alberto con i suoi scolari”; il fratello Giorgio “lo venera per l’integrità della sua vita”; monsignor Benazzi: “Ogni giorno io lo prego”; il cugino Giorgio: “Da anni uso rivolgermi a lui nei momenti difficili”; e il signor Buccari: “Lo prego tutte le sere”. E così tanti altri. Alcuni asserivano di aver ricevuto grazie e favori per intercessione di Alberto. Agostino Neri conduceva i figli a pregare sulla tomba di Alberto al cimitero, ricorda che “vedeva fiori freschi e lumini accesi in continuità”. “La tomba era molto visitata e ornata di fiori; molte persone andavano a staccare le foglie di edera, cresciute accanto alla tomba, sperando di ottenere grazie”. Alla base di quella venerazione c’era il fatto che Alberto aveva esercitato in maniera straordinaria e costante tutte le virtù cristiane. La fama e la venerazione crescente è attestata da molti, che senza esitazione lo proclamavano santo.

martedì 4 ottobre 2011

Michigan (Usa): l’aborto a nascita parziale diventa illegale




4 ottobre 2011
Piccolo successo pro-life nel Michigan (USA) che si unisce alla grande riforma anti-abortista che ha cominciato ad invadere gli Stati Uniti negli ultimi due anni. Sia il Senato (29 a 8) che la Camera (75 a 33) hanno accolto un disegno di legge che vieta l’aborto a nascita parziale. Il Michigan si accoda così a tanti altri Stati che vietano questa atroce e raccapricciante pratica.
Come abbiamo spiegato nel nostro dossier sulle pratiche abortive, anche attraverso un video dimostrativo, questa tecnica viene utilizzata durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza. L’abortista, guidato dagli ultrasuoni, infila delle pinze nel canale cervicale e posiziona il feto umano con i piedi in direzione dell’uscita e la faccia rivolta in basso. Il corpo del bambino viene tirato nel canale di nascita, ma la testa, troppo grande per passare attraverso la cervice, viene lasciata all’interno. Il medico quindi inserisce delle forbici chirurgiche alla base del cranio del feto ancora vivo, praticando un foro e allargandolo con le punte, creando così un’ampia ferita nel cranio. Un aspiratore risucchia quindi il cervello e il cranio, privo del contenuto, si assottiglia fino ad uscire.

Il nuovo ddl consente che un medico che pratichi questa tecnica possa essere incriminato per due anni.

fonte: UCCR

sabato 1 ottobre 2011

LETTERA ENCICLICA MORTALIUM ANIMOS - SULLA DIFESA DELLA VERITÀ RIVELATA DA GESÙ

« Soltanto… la Chiesa cattolica conserva il culto vero. Essa è la fonte della verità; questo è il domicilio della fede, questo il tempio di Dio; se qualcuno non vi entrerà, o da esso uscirà, resterà lontano dalla speranza della vita e della salvezza. E non conviene cercare d’ingannare se stesso con dispute pertinaci. Qui si tratta della vita e della salvezza: se a ciò non si provvede con diligente cautela, esse saranno perdute e si estingueranno »







LETTERA ENCICLICA
MORTALIUM ANIMOS
DI SUA SANTITA
PIO XI
AI VENERABILI FRATELLI PATRIARCHI,
PRIMATI, ARCIVESCOVI, VESCOVI
ED AGLI ALTRI ORDINARI LOCALI
CHE HANNO PACE E COMUNIONE
CON LA SEDE APOSTOLICA
SULLA DIFESA DELLA VERITÀ
RIVELATA DA GESÙ

Venerabili Fratelli, salute e Apostolica Benedizione.

Forse in passato non è mai accaduto che il cuore delle creature umane fosse preso come oggi da un così vivo desiderio di fraternità — nel nome della stessa origine e della stessa natura — al fine di rafforzare ed allargare i rapporti nell’interesse della società umana. Infatti, quantunque le nazioni non godano ancora pienamente i doni della pace, ed anzi in talune località vecchi e nuovi rancori esplodano in sedizioni e lotte civili, né d’altra parte è possibile dirimere le numerosissime controversie che riguardano la tranquillità e la prosperità dei popoli, ove non intervengano l’azione e l’opera concorde di coloro che governano gli Stati e ne reggono e promuovono gli interessi, facilmente si comprende — tanto più che convengono ormai tutti intorno all’unità del genere umano — come siano molti coloro che bramano vedere sempre più unite tra di loro le varie nazioni, a ciò portate da questa fratellanza universale.