sabato 21 febbraio 2015

I COMPITI EDUCATIVI DELLA SCUOLA



La Commissione diocesana per l’educazione cattolica, la scuola e l’università interviene con un documento sull’invasione dell’ideologia del gender nelle scuole e richiama, in positivo, i doveri educativi della scuola.


DIOCESI DI TRIESTE

COMMISSIONE DIOCESANA “Vittorio Bachelet”

PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA,

LA SCUOLA E L’UNIVERSITÀ

IDENTITÀ SESSUALE, VITA E FAMIGLIA:

I COMPITI EDUCATIVI DELLA SCUOLA





Una situazione che preoccupa


Il mondo educativo in generale e quello della scuola in particolare sono investiti dalla cosiddetta ideologia del “gender”, secondo la quale l’identità sessuale non è un dato naturale, ma culturale e come tale esso deve poter essere scelto. Maschio e femmina sarebbero quindi degli stereotipi di genere da superarsi perché impediscono la libertà dell’individuo e, di conseguenza, l’educazione dovrebbe ugualmente istruire su tutti gli orientamenti sessuali fin dalla più tenera età scolare.

Riconoscere in un contesto educativo la realtà dell’essere maschi e femmine significherebbe discriminare l’omosessualità o gli altri orientamenti sessuali.

Nelle scuole pubbliche sono sempre più frequenti interventi educativi, soprattutto nel campo dell’educazione alla sessualità, che diffondono questa ideologia. Spesso ciò avviene con la sinergia della scuola, della locale Asl e del comune. Altrettanto spesso i progetti sono gestiti da associazioni per i diritti LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali). L’idea esibita è di combattere il bullismo omofobico, ma l’obiettivo vero è di educare secondo l’ideologia dell’indifferenza sessuale.

venerdì 13 febbraio 2015

«Ideologia di genere» Un attacco all’uomo e alla famiglia? Quale futuro?


Un incontro tenuto dal bravissimo Prof. Massimo Gandolfini circa la minaccia di una tra le più subdole ideologie che oggi si sta diffondendo a livello "mondiale" senza essere circoscritta in un preciso luogo geografico.Visto attraverso le lenti della "ragione" tale tentativo viene smascherato ed indicato quale veramente è: la distruzione dell'individuo e della società.

martedì 10 febbraio 2015

Suor Bonetti: Dov'è tua sorella?




"La tratta delle nuove schiave interpella la Vita Religiosa nel Terzo Millennio; Quali risposte?"
Testimonianza di sr. Eugenia Bonetti, Missionaria della Consolata, per la conferenza di SEDOS, Roma, 17 ottobre 2003


Premessa

Ringrazio gli organizzatori di questo incontro SEDOS per l’opportunità di condividere in questa sede, con altre testimoni, l’esperienza vissuta di tante religiose che in questi ultimi 10-15 anni hanno saputo cogliere l’emergenza della "Donna immigrata, importata, sfruttata e schiavizzata sulle nostre strade per il" mercato del sesso" e ridare a questa stessa donna, per giustizia e non per carità la sua "dignità, identità e libertà".


La mia esposizione non vuole essere una conferenza teorica sul fenomeno della "tratta di esseri umani", bensì vuole far emergere il problema nella sua realtà di sfruttamento e alienazione, frutto di una personale esperienza, vissuta giorno per giorno a contatto con tante donne stigmatizzate, che lottano per recuperare il senso della vita e dei loro valori femminili, negati o deturpati. Desidero inoltre far emergere il prezioso servizio di 200 religiose impegnate in un centinaio di strutture, specialmente nel campo dell’accoglienza e della reintegrazione sociale delle vittime.

La Cassazione dice "no" al matrimonio omosessuale.


Dunque la Famiglia è solo una!





(ASI) Niente matrimonio e pubblicazioni di nozze per le coppie omosessuali. La Cassazione dice "no" al matrimonio omosessuale.

Secondo la Suprema Corte la Carta dei diritti fondamentali dell'Ue e la Costituzione non impongono di estendere il matrimonio, ma sanciscono la possibilità di una "protezione" già "azionabile". “La Cassazione fa l’esatta radiografia della situazione attuale del quadro legislativo in materia di coppie omosessuali e dei loro diritti personali e patrimoniali – dichiara il notaio Roberto Dante Cogliandro, Presidente dell’ Ainc - per cui da anni il notariato si batte per un riconoscimento legislativo . Sicuramente non si può parlare di matrimonio nel termine costituzionale, cattolico cristiano inteso, riconoscendo il primato della diversità di genere, ma si sollecita un intervento legislativo atto a riconoscere alcuni diritti delle coppie omosessuali.
La Cassazione ha ribadito che l’Europa e la Costituzione non impongono al legislatore di estendere il vincolo del matrimonio alle persone dello stesso sesso che, invece, hanno il diritto ad uno “statuto protettivo”, già ‘azionabile’, con diritti e doveri delle coppie di fatto. Nella sentenza della Cassazione si legge:
“La legittimità costituzionale e convenzionale della scelta del legislatore ordinario, in ordine alle forme ed ai modelli all’interno dei quali predisporre per le unioni tra persone dello stesso sesso uno statuto di diritti e doveri coerente con il rango costituzionale di tali relazioni, conduce ad escludere che l’assenza di una legge per le nozze omosessuali produca la violazione del canone antidiscriminatorio”.
E’ opinione della cassazione - che ha respinto il ricorso di una coppia gay che voleva sposarsi in Campidoglio e pubblicare le nozze – “la legittimità costituzionale e convenzionale della scelta del legislatore ordinario, in ordine alle forme ed ai modelli all’interno dei quali predisporre per le unioni tra persone dello stesso sesso uno statuto di diritti e doveri coerente con il rango costituzionale di tali relazioni, conduce ad escludere che l’assenza di una legge produca la “violazione del canone antidiscriminatorio”.
Per la Cassazione quindi quel che occorre e su questo i supremi giudici sollecitano è “la necessità di un tempestivo intervento del legislatore e dare riconoscimento - in base all’articolo due della Costituzione che tutela i diritti umani dei singoli e della loro vita sociale e affettiva – a un nucleo comune di diritti e doveri di assistenza e solidarietà propri delle relazioni affettive di coppia e affermare la riconducibilità di tali relazioni nell’alveo delle formazioni sociali dirette allo sviluppo, in forma primaria, della personalità umana”.




lunedì 9 febbraio 2015

L'omofobia è un'invenzione per lavarci il cervello.



Alle soglie del terzo millennio, un nuovo tipo di sport sembra conquistare sempre più seguaci: la caccia all’omofobo. Si può praticare facilmente, senza grandi sforzi, anche grazie all’aiuto dei mezzi di comunicazione.

di Carlo Climati

L’omofobo è il nuovo mostro da catturare e da guadare con disprezzo. E’ sufficiente individuarlo per metterlo alla gogna e sbatterlo rapidamente sulle prime pagine dei giornali.

Ma chi è l’omofobo? Qual è la sua grande colpa? Sicuramente quella di non lasciarsi travolgere dalle mode passeggere, che vorrebbero cancellare le parole “mamma” e “papà” dal nostro vocabolario.

L’omofobo è colpevole di non inginocchiarsi di fronte allo strisciante indottrinamento che si sta diffondendo nelle scuole, per promuovere tra i bambini l’ideologia gender. Una colonizzazione che punta a costruire un mondo al contrario, dove il “genitore uno” e il “genitore due” possono comprare il proprio figlio come merce in vetrina, sfruttando la povertà della gente.

Per mettere in pratica questa colonizzazione è stata creata una parola nuova: omofobia. Ma esiste davvero l’omofobia?

mercoledì 4 febbraio 2015

Le indigestioni di Vito Mancuso



Fonte: UCCR 


Facevamo notare recentemente come alcuni vaticanisti abbiamo abilmente manipolato la conferenza stampa di Francesco nel viaggio di ritorno dalle Filippine. Tuttavia, era un po’ di tempo che non accadeva, che non venivano profetizzati cambiamenti epocali della dottrina, in particolare sulla presunta archiviazione dei temi etici.

Se oggi sono i giornalisti della destra conservatrice a perseguitare mediaticamente la Chiesa, con Benedetto XVI c’erano i cattolici democratici de “Il Fatto Quotidiano”, come Marco Politi (per lo meno con accuse più sofisticate). Quelli de “Il Fatto” hanno però mantenuto il vizietto della manipolazione: Elisabetta Ambrosi, ad esempio, si è domandata tempo fa: «Ma cosa hanno a vedere tutti costoro» cioè i difensori della vita, «che sulla difesa astratta dell’embrione hanno persino costruito carriere – con la Chiesa, anzi la chiesa dei poveri con la p minuscola, come scriverebbe Francesco?».