VENIAMO A LUI.
Tutte le creature, nessuna eccettuata,
dovrebbero prostrarsi in estasi d’adorazione e di riconoscenza davanti all’Eucaristia,
miracolo continuo dell’amore divino
che né Socrate, né Platone, questi grandi,
che tra gli antichi pagani meglio intuirono l’idea di Dio,
non avrebbero mai nemmeno potuto immaginare con la loro mente sublime...
Ostia santa, adorabile, di pace, di propiziazione e d’amore!
Gesù Eucaristia si rinchiude, si nasconde;
ma dalla sua misteriosa prigione invita le anime a Lui...
E’ qui, davanti a Gesù Eucaristia,
che noi impariamo la scienza sublime dell’amore;
qui, che arriviamo a conoscere il nostro nulla,
la nostra miseria,
le nostre piaghe e le nostre brutture,
ma insieme anche la nostra grandezza d’essere suoi, suoi figli amati e benedetti...
E’ qui, dinanzi a Gesù,
che lo spirito prova il bisogno immenso di staccarsi da tutto e fin da se stesso,
per poter penetrare nei misteri del Cuore di un Dio,
fatto Ostia per solo amore delle sue creature...
E’ qui, che tutto ciò che spaventa si accetta,
tutto ciò che fa piangere ci fa lieti e contenti...
E’ qui, dove si riempie il vuoto desolante
che sente talvolta questo nostro povero cuore,
quando non sa trovare alimento d’amore;
quando il Dio Crocifisso, unico nostro modello e conforto,
sembra disceso dalla sua Croce, che ci offre nuda, fredda, pesante...
E’ qui, dove veniamo a trovare la forza nella via del sacrificio,
la costanza nel duro lavoro, il calore e la vita...
Veniamo, dunque, a visitare Gesù;
veniamo a imparare come si deve amare, pazientare e soffrire;
veniamo a trovare la nostra vita
e quella luce che ci è necessaria lungo il cammino...
Veniamo a domandargli tutte quelle grazie
che Egli è sempre desideroso di concedere,
e ci sentiremo di poter continuare
nella via della perfezione con nuovo ardore, con più costanza...
Veniamo a Lui sempre,
e sempre per puro amore,
né ci stanchiamo di stare con Lui,
specialmente quando è più abbandonato e disprezzato,
senza riguardo alle nostre pene;
ed Egli sarà ancora più divinamente benefico con noi,
ci assocerà ai suoi dolori, alle sue tristezze, alle sue umiliazioni...
e alle sue ineffabili gioie divine!"
(Beato Pietro Bonilli)
dovrebbero prostrarsi in estasi d’adorazione e di riconoscenza davanti all’Eucaristia,
miracolo continuo dell’amore divino
che né Socrate, né Platone, questi grandi,
che tra gli antichi pagani meglio intuirono l’idea di Dio,
non avrebbero mai nemmeno potuto immaginare con la loro mente sublime...
Ostia santa, adorabile, di pace, di propiziazione e d’amore!
Gesù Eucaristia si rinchiude, si nasconde;
ma dalla sua misteriosa prigione invita le anime a Lui...
E’ qui, davanti a Gesù Eucaristia,
che noi impariamo la scienza sublime dell’amore;
qui, che arriviamo a conoscere il nostro nulla,
la nostra miseria,
le nostre piaghe e le nostre brutture,
ma insieme anche la nostra grandezza d’essere suoi, suoi figli amati e benedetti...
E’ qui, dinanzi a Gesù,
che lo spirito prova il bisogno immenso di staccarsi da tutto e fin da se stesso,
per poter penetrare nei misteri del Cuore di un Dio,
fatto Ostia per solo amore delle sue creature...
E’ qui, che tutto ciò che spaventa si accetta,
tutto ciò che fa piangere ci fa lieti e contenti...
E’ qui, dove si riempie il vuoto desolante
che sente talvolta questo nostro povero cuore,
quando non sa trovare alimento d’amore;
quando il Dio Crocifisso, unico nostro modello e conforto,
sembra disceso dalla sua Croce, che ci offre nuda, fredda, pesante...
E’ qui, dove veniamo a trovare la forza nella via del sacrificio,
la costanza nel duro lavoro, il calore e la vita...
Veniamo, dunque, a visitare Gesù;
veniamo a imparare come si deve amare, pazientare e soffrire;
veniamo a trovare la nostra vita
e quella luce che ci è necessaria lungo il cammino...
Veniamo a domandargli tutte quelle grazie
che Egli è sempre desideroso di concedere,
e ci sentiremo di poter continuare
nella via della perfezione con nuovo ardore, con più costanza...
Veniamo a Lui sempre,
e sempre per puro amore,
né ci stanchiamo di stare con Lui,
specialmente quando è più abbandonato e disprezzato,
senza riguardo alle nostre pene;
ed Egli sarà ancora più divinamente benefico con noi,
ci assocerà ai suoi dolori, alle sue tristezze, alle sue umiliazioni...
e alle sue ineffabili gioie divine!"
(Beato Pietro Bonilli)
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