domenica 28 ottobre 2012

La Chiesa e lo Stato.

La salvezza che ci ha guadagnato Cristo, e quindi la missione della Chiesa, riguarda l’uomo nella sua integrità: sia come singolo che come membro della società.



fonte: Opus Dei

1. La missione della Chiesa nel mondo

La salvezza che ci ha guadagnato Cristo, e quindi la missione della Chiesa, riguarda l’uomo nella sua integrità: sia come singolo che come persona inserita nella società. Per questa ragione, quando la Chiesa propone la sua dottrina sociale, non solo non si scosta dalla sua missione, ma la compie fedelmente. Del resto, l’evangelizzazione non sarebbe autentica, se non tenesse conto del rapporto tra il Vangelo e l’azione, sia a livello individuale che sociale. La Chiesa vive nel mondo ed è logico, e necessario, che si rapporti con esso in modo adeguato, rispettando la struttura e la finalità delle diverse organizzazioni umane.

Pertanto la Chiesa ha la missione, che è anche un diritto, di occuparsi dei problemi sociali; e quando lo fa «non può essere accusata di oltrepassare il suo campo specifico di competenza e, tanto meno, il mandato ricevuto dal Signore»[1].

Missione della Chiesa in questo ambito non è soltanto di proporre norme etiche, ma anche di mostrare la dimensione evangelica della vita sociale, secondo la verità tutta intera sull’uomo, di insegnare i comportamenti coerenti con tale verità e di incoraggiare a viverli.

mercoledì 24 ottobre 2012

CIRCA LA RECEZIONE DELLA COMUNIONE EUCARISTICA DA PARTE DI FEDELI DIVORZIATI RISPOSATI




CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

LETTERA
AI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA
CIRCA LA RECEZIONE
DELLA COMUNIONE EUCARISTICA
DA PARTE DI FEDELI DIVORZIATI
RISPOSATI




Eccellenza Reverendissima,

1. L'Anno Internazionale della Famiglia è un'occasione particolarmente importante per riscoprire le testimonianze dell'amore e della sollecitudine della Chiesa per la famiglia(1) e, nel contempo, per riproporre le inestimabili ricchezze del matrimonio cristiano che della famiglia costituisce il fondamento.



2. In questo contesto una speciale attenzione meritano le difficoltà e le sofferenze di quei fedeli che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari(2). I pastori sono chiamati a far sentire la carità di Cristo e la materna vicinanza della Chiesa; li accolgano con amore, esortandoli a confidare nella misericordia di Dio, e suggerendo loro con prudenza e rispetto concreti cammini di conversione e di partecipazione alla vita della comunità eccesiale(3).

3. Consapevoli però che l'autentica comprensione e la genuina misericordia non sono mai disgiunti dalla verità(4), i pastori hanno il dovere di richiamare a questi fedeli la dottrina della Chiesa riguardante la celebrazione dei sacramenti e in particolare la recezione dell'Eucaristia.

sabato 20 ottobre 2012

Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio.




"Per una retta presa di coscienza in materia liturgica è importante che venga meno l’atteggiamento di sufficienza per la forma liturgica in vigore fino al 1970. Chi oggi sostiene la continuazione di questa liturgia o partecipa direttamente a celebrazioni di questa natura, viene messo all’indice; ogni tolleranza viene meno a questo riguardo. Nella storia non è mai accaduto niente di questo genere; così è l’intero passato della Chiesa a essere disprezzato. Come si può confidare nel suo presente se le cose stanno così? Non capisco nemmeno, a essere franco, perché tanta soggezione, da parte di molti confratelli vescovi, nei confronti di questa intolleranza, che pare essere un tributo obbligato allo spirito dei tempi, e che pare contrastare, senza un motivo comprensibile, il processo di necessaria riconciliazione all’interno della Chiesa.


martedì 16 ottobre 2012

I fedeli scelgono al 95% la Comunione in ginocchio.



Quattro passi suggeriti da un parroco ai propri confratelli per spiegare ed aiutare a fare come fa il Papa


Autore: don Andrea Brugnoli - Parroco di san Zeno alla Zai (Vr)

Ho una proposta da fare ai miei confratelli parroci. Si tratta di una soluzione non ottimale, ma pastoralmente efficace... in vista di tempi migliori nei quali si potrà nella Chiesa fare le cose senza "passaggi". Ma, si sa, questi son tempi in cui dobbiamo pian piano recuperare la fede e ricostruire ciò che è stato devastato. [...]
Dal Natale 2012 fino ad oggi, nella mia parrocchia ho iniziato a proporre ai parrocchiani la S. Comunione in ginocchio, nella seguente forma:

1) All'inizio della S. Messa sono già pronti due inginocchiatoi davanti all'altare.

2) La S. Messa in rito ordinario prosegue nel consueto modo fino all'Agnello di Dio.

3) Un lettore legge, mentre il sacerdote va a prendere la pisside al Tabernacolo, queste semplici parole da un foglietto prestampato:
«Papa Benedetto XVI ci ricorda che la pratica di inginocchiarsi per la santa Comunione ha a suo favore secoli di tradizione ed è un segno di adorazione particolarmente espressivo. Per questo, nella nostra parrocchia, abbiamo deciso di dare a tutti la possibilità di riceverla anche in questo modo».

4) La comunione viene distribuita alla gente che si accosta con grande varietà di modi. A tutti viene data così come si presentano: in ginocchio e in bocca, in ginocchio e in mano, in piedi in bocca e in piedi in mano.

Questo viene fatto ad ogni S. Messa, e leggendo il foglietto solo alle S. Messe festive.

Risultato? 

Lasciando questa libertà e senza imporre nulla, il 95% dei miei parrocchiani si inginocchia, dimostrando così che la gente capisce subito la posta in gioco e la bellezza di ricevere Gesù nel modo con cui per secoli l'ha ricevuto. E questo sia per gli adulti che per i giovani e i bambini. Provare per credere. [...]

Forza, amici parroci: un po' di coraggio e diamo una mano al Papa che in più occasioni sta cercando di insegnare alla Chiesa, senza imposizioni, il valore di questi gesti.






domenica 14 ottobre 2012

Identikit del Messia di Giacomo Biffi





«Chi dice la gente che io sia?» domanda anche oggi Gesù


IDENTIKIT DEL MESSIA


di Giacomo Biffi
Cardinale arcivescovo emerito di Bologna





Ciò che primariamente colpisce nel magistero di Gesù è la straordinaria chiarezza di idee. Tutto è lucidamente enunciato senza ambiguità o tentennamenti. Le esitazioni, il rifugio nel soggettivismo, le formule dubitative («forse», «secondo me», «mi parrebbe»), così frequenti nel nostro dire, non si incontrano mai nei suoi discorsi, dai quali sono lontanissimi i vezzi, le civetterie,l’apparente arrendevolezza del “pensiero debole”. Gesù manifesta anzi una sicurezza che sarebbe persino irritante, se non fossimo contestualmente conquistati dall’oggettiva elevatezza e luminosità del suo insegnamento. 

Pur nella grande varietà degli argomenti toccati, non c’è frammentazione o incoerenza nella visione di Cristo. Tutto è raccolto e unificato attorno a due temi fondamentali sempre ricorrenti: quello del Padre (un padre che sta all’origine di qualsivoglia esistenza) e quello del Regno, traguardo di ogni tensione delle creature e del loro peregrinare nella storia. In lui però non c’è nulla né del pensatore distratto, così assorto nelle sue alte elucubrazioni da non accorgersi nemmeno più delle piccole cose, né del superuomo che disdegna di lasciarsi impigliare negli accadimenti senza rilevanza e senza gloria. Al contrario: Gesù si dimostra un osservatore attento — anzi interessato e compiaciuto — della realtà “feriale” nella quale siamo tutti immersi. 

Le cose più umili vengono utilizzate nei suoi paragoni: i bicchieri e i piatti da lavare, la lucerna e il lucerniere, il sale da usare in cucina, il bicchiere d’acqua fresca, il vino vecchio che è più buono, il vestito rattoppato, la pagliuzza e la trave, la cruna degli aghi, i danni provocati dalle tarme e dalla ruggine, gli effimeri fiori del campo, le prime foglie del fico, l’arbusto di senape, il seme che cade in terreni diversamente accoglienti e produttivi, la rete dei pescatori che raccoglie al tempo stesso pesci commestibili e pesci da buttare, la pecora che si allontana dal gregge e si perde. E questo è un elenco che si potrebbe molto allungare. 

Quanto s’è detto dovrebbe bastare a persuaderci che Gesù non ha somiglianza alcuna con l’ideologo che — tutto preso dalle sue grandiose teorie — non riesce più a vedere e a prendere in considerazione le vicissitudini spicciole della gente comune. E proprio questa sua sensibilità per le piccole cose concrete e l’arte sua inimitabile di incastonarle nei ragionamenti più alti gli consentono di parlare a tutti, anche ai semplici, delle verità più sublimi con la mediazione di un linguaggio limpido e originale; un linguaggio che ci appare ben diverso da quello di molti pensatori professionisti e di non pochi attori della scena politica. 

lunedì 8 ottobre 2012

Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la Dottrina sulla Chiesa


CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE


Introduzione
Il Concilio Vaticano II, con la Costituzione dogmatica Lumen gentium e con i Decreti sull'Ecumenismo (Unitatis redintegratio) e sulle Chiese orientali (Orientalium Ecclesiarum), ha contribuito in modo determinante ad una comprensione più profonda dell'ecclesiologia cattolica. Al riguardo anche i Sommi Pontefici hanno voluto offrire approfondimenti e orientamenti per la prassi: Paolo VI nella Lettera Enciclica Ecclesiam suam (1964) e Giovanni Paolo II nella Lettera EnciclicaUt unum sint (1995).
Il conseguente impegno dei teologi, volto ad illustrare sempre meglio i diversi aspetti dell'ecclesiologia, ha dato luogo al fiorire di un'ampia letteratura in proposito. La tematica si è infatti rivelata di grande fecondità, ma talvolta ha anche avuto bisogno di puntualizzazioni e di richiami, come la Dichiarazione Mysterium Ecclesiae (1973), la Lettera ai Vescovi della Chiesa CattolicaCommunionis notio (1992) e la Dichiarazione Dominus Iesus (2000), tutte pubblicate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
La vastità dell'argomento e la novità di molti temi continuano a provocare la riflessione teologica, offrendo sempre nuovi contributi non sempre immuni da interpretazioni errate che suscitano perplessità e dubbi, alcuni dei quali sono stati sottoposti all'attenzione della Congregazione per la Dottrina della Fede. Essa, presupponendo l'insegnamento globale della dottrina cattolica sulla Chiesa, intende rispondervi precisando il significato autentico di talune espressioni ecclesiologiche magisteriali, che nel dibattito teologico rischiano di essere fraintese.

RISPOSTE AI QUESITI

Primo quesito: Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha forse cambiato la precedente dottrina sulla Chiesa ?

sabato 6 ottobre 2012

Legge 194: legge perversa


5 Ottobre 2012

La sentenza della Terza Sezione civile della Cassazione che ha riconosciuto, a favore di entrambi i genitori, dei fratelli e della stessa interessata, il diritto al risarcimento dei danni per nascita indesiderata nei confronti di un ginecologo che non aveva diagnosticato, durante la gravidanza, la sindrome di Down della bambina, così impedendo alla madre di abortire, non può che suscitare in tutti amare riflessioni.

La società non può non interrogarsi sugli effetti che la legge 194 sull’aborto ha prodotto in oltre trent’anni di vigenza, non solo sulla vita spezzata di milioni di bambini, ma sulla coscienza sociale nei confronti dell’altro, del malato del disabile, del debole.
Leggiamo il passo nel quale la Corte giustifica l’estensione del diritto al risarcimento non solo alla madre e al padre, ma anche ai fratelli; anch’essi, infatti, avrebbero subito un “danno” dall’ingresso in famiglia di una sorellina con un cromosoma in più;