giovedì 25 luglio 2013

Manif pour tous ITALIA

Da "Rinascita Quotidiano di Sinistra Nazionale", riportiamo questo interessante articolo che (cosa inaudita!) condividiamo in pieno!


La Manif pour Tous in Francia ha avuto l'inaspettato merito di risvegliare milioni di coscienze. Con un taglio trasversale portato avanti prima di tutto dalla gente comune, condiviso personalmente da personaggi politici di tutti gli schieramenti, da associazioni di persone omosessuali, e da credenti di tutte le religioni e non credenti, ha sostenuto con fermezza e rispetto che il matrimonio possa essere composto solo da un uomo ed una donna. Un movimento nato nella società civile e apertamente apolitico e aconfessionale. 
La Manif pour Tous Italia si sente in sintonia con queste istanze e con questo metodo.
La proposta di legge in discussione alla Camera dei Deputati che ci ha messo tutti in allarme è quella sul Contrasto all’omofobia e alla transfobia scaricabile dal sito della Camera dei Deputati. Ma poche persone sanno che il 18 giugno 2013 è stato avviato l’iter legislativo al Senato della Repubblica sulla proposta di legge per l’Accesso al matrimonio da parte delle coppie formate da persone dello stesso sesso (chiamata “Matrimonio egualitario”).

martedì 23 luglio 2013

Storia di un santo deforme con un’anima splendida


Il 18 luglio 1013 nasceva Ermanno di Reichenau, il monaco “contratto” che non poteva stare comodo neanche sdraiato. Le cure dei confratelli e la grande fede ne fecero un uomo «veramente vivo»


«Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A Te ricorriamo, noi esuli figli di Eva; a Te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime..». È la preghiera che ancora si canta nelle chiese, alla fine, quando restano i vecchi a trascinare le vocali come a trattenere chi già corre a riaccendere il telefonino. Chi l’ha scritta, quasi mille anni fa, sapeva che cos’è una valle di lacrime. La Salve Regina fu infatti, quasi sicuramente, composta da Ermanno di Reichenau, meglio conosciuto come Ermanno lo storpio. Lo chiamavano anche “il contratto”. I documenti che ne danno notizia parlano di un uomo deforme, con gli arti come attorcigliati a impedirgli non solo di camminare normalmente ma anche di trovare pace disteso o seduto nella sedia costruita apposta per lui. Ermanno, che nella vita non è mai stato comodo se non, probabilmente, quando è sopraggiunta la morte, fu monaco e fine studioso. La preghiera alla Madonna entrata nella storia liturgica della Chiesa è solo uno degli aspetti del suo studio e della sua fede poderosamente intrecciati.

mercoledì 17 luglio 2013

Legge contro l'omofobia: bavaglio al libero pensiero.



Rispettare le opinioni​.

Sono moltissimi (circa 350) gli emendamenti depositati da esponenti, cattolici e non, di tutti i gruppi per neutralizzare le conseguenze più estreme del ddl contro l’omofobia di cui è iniziato da giorni l’esame alla Commissione Giustizia di Montecitorio. Esame che dovrebbe concludersi oggi per andare all’approvazione dell’Aula il 22 prossimo. In discussione, spiegano in coro i promotori degli emendamenti, non c’è assolutamente la contrarietà a inasprire le pene per chi si macchia di violenze a sfondo omofobico o comunque legato ai comportamenti sessuali. Tuttavia si vuole assolutamente evitare che questo provvedimento si trasformi in una sorta di bavaglio al libero pensiero, parificando chi commette violenze o discriminazioni con chi, per motivi religiosi, morali o per convinzioni culturali o personali, indichi nella famiglia tradizionale, formata da un uomo e una donna, la via preferibile da seguire. O chi, per gli stessi motivi, consideri non positiva l’adozione di figli da parte di coppie omosessuali. Un altro punto delicato riguarda la discriminazione per «orientamento sessuale» nei posti di lavoro. Va da sé che gli orientamenti sessuali non devono costituire elemento di discriminazione. 

CANONI SULLA GIUSTIFICAZIONE

Sessione Solenne del Concilio di Trento tenuta nella Cattedrale di San Vigilio nel luglio del 1563.



1. Se qualcuno afferma che l’uomo può essere giustificato davanti a Dio dalle sue opere, compiute con le sole forze umane, o con il solo insegnamento della legge, senza la grazia divina meritata da Gesú Cristo: sia anatema.

2. Se qualcuno afferma che la grazia divina meritata da Gesú Cristo viene data solo perché l’uomo possa piú facilmente vivere giustamente e meritare la vita eterna, come se col libero arbitrio, senza la grazia egli possa realizzare l’una e l’altra cosa, benché faticosamente e con difficoltà: sia anatema.

3. Se qualcuno afferma che l’uomo, senza previa ispirazione ed aiuto dello Spirito santo, può credere, sperare ed amare o pentirsi come si conviene, perché gli venga conferita la grazia della giustificazione: sia anatema.

4. Se qualcuno dice che il libero arbitrio dell’uomo, mosso ed eccitato da Dio, non coopera in nessun modo esprimendo il proprio assenso a Dio, che lo muove e lo prepara ad ottenere la grazia della giustificazione; e che egli non può dissentire, se lo vuole, ma come cosa senz’anima non opera in nessun modo e si comporta del tutto passivamente: sia anatema.

5. Se qualcuno afferma che il libero arbitrio dell’uomo dopo il peccato di Adamo è perduto ed estinto; o che esso è cosa di sola apparenza anzi nome senza contenuto e finalmente inganno introdotto nella Chiesa da Satana: sia anatema.

6. Se qualcuno afferma che non è in potere dell’uomo rendere cattive le sue vie, ma che è Dio che opera il male come il bene, non solo permettendoli, ma anche volendoli in sé e per sé, di modo che possano considerarsi opera sua propria il tradimento di Giuda non meno che la chiamata di Paolo: sia anatema.

7. Se qualcuno dice che tutte le opere fatte prima della giustificazione, in qualunque modo siano compiute, sono veramente peccati che meritano l’odio di Dio, e che quanto piú uno si sforza di disporsi alla grazia tanto piú gravemente pecca: sia anatema.

8. Se qualcuno afferma che il timore dell’inferno, per il quale, dolendoci dei peccati, ci rifugiamo nella misericordia di Dio o ci asteniamo dal male, è peccato e rende peggiori i peccatori: sia anatema.

9. Se qualcuno afferma che l’empio è giustificato dalla sola fede, cosí da intendere che non si richieda nient’altro con cui cooperare al conseguimento della grazia della giustificazione e che in nessun modo è necessario che egli si prepari e si disponga con un atto della sua volontà: sia anatema.

10. Se qualcuno dice che gli uomini sono giustificati senza la giustizia del Cristo mediante la quale egli ha meritato per noi, o che essi sono formalmente giusti proprio per essa: sia anatema.

11. Se qualcuno afferma che gli uomini sono giustificati o per la sola imputazione della giustizia del Cristo, o con la sola remissione dei peccati, senza la grazia e la carità che è diffusa nei loro cuori mediante lo Spirito santo (159) e inerisce ad essi; o anche che la grazia, con cui siamo giustificati, è solo favore di Dio: sia anatema.

12. Se qualcuno afferma che la fede giustificante non è altro che la fiducia nella divina misericordia, che rimette i peccati a motivo del Cristo, o che questa fiducia sola giustifica: sia anatema.



Concilio di Trento - SESSIONE VI (13 gennaio 1547)



giovedì 11 luglio 2013

Fermiamo la Legge contro l'omofobia.

di Gianfranco Amato
11/07/2013
La Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha approvato il testo base del DDL contro l’omofobia e la transfobia, testo che andrà all’esame dell’Aula il prossimo 22 luglio. Il termine per gli emendamenti scade martedì 16 luglio. In previsione di tale importante passaggio parlamentare, i Giuristi per la Vita - insieme a La Nuova Bussola Quotidiana - lanciano un appello per fermare questa iniziativa legislativa, che rischia seriamente di avere gravi ripercussioni sui diritti fondamentali dell’uomo riconosciuti dalla nostra Costituzione, tra cui il diritto alla libertà di pensiero (art.21) e alla libertà religiosa (art.19).

Dal punto di vista pratico, infatti, l’approvazione delle norme contro l’omofobia e la transfobia potrebbe determinare l’incriminazione, ad esempio, di tutti:

1. coloro che sollecitassero i parlamentari della Repubblica a non introdurre nella legislazione il “matrimonio” gay;

2. coloro che proponessero di escludere la facoltà di adottare un bambino a coppie omosessuali, atteso che, secondo l’approccio ideologico appena recepito dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, non ammettere una coppia gay al matrimonio costituirebbe discriminazione motivata dall’identità sessuale;

giovedì 4 luglio 2013

Pier Giorgio Frassati un testimone della fede in Cristo.


La vita di un giovane di 24 anni che ha illuminato e tutt'ora illumina la strada di molti altri giovani distanti nel tempo e nello spazio, ma non dal cuore.




Nasce nel 1901 a Torino da una famiglia ricca borghese. Quando, fanciullo, apprese i primi racconti del Vangelo, Pier Giorgio ne restò colpito, a volte in modo così profondo da diventare protagonista di gesti inattesi in un bimbo tanto piccolo. Dopo l'infanzia venne istruito con la sorella privatamente, e successivamente fu avviato alle scuole statali, ma Pier Giorgio in questi primi studi non mostrava molta attenzione, tanto che un anno fu bocciato. Vista la non brillante carriera scolastica, la famiglia lo affidò al salesiano don Cojazzi che oltre ad insegnargli la letteratura lo accosterà alla spiritualità cristiana.



Pier Giorgio è il primo a destra
"Come il sale dà sapore al cibo e la luce illumina le tenebre, così la santità dà senso pieno alla vita, rendendola riflesso della gloria di Dio. Quanti Santi, anche tra i giovani, annovera la storia della Chiesa! Tra i molti basti ricordare: Agnese di Roma, Teresa di Lisieux, Pier Giorgio Frassati… Scoprite le vostre radici cristiane, imparate la storia della Chiesa, approfondite la conoscenza dell'eredità spirituale che vi è stata trasmessa, seguite i testimoni e i maestri che vi hanno preceduto!".



I Frassati erano una delle famiglie più in vista della città, di estrazione alto-borghese. Il padre Alfredo era proprietario del quotidiano «La Stampa», ma Pier Giorgio, che non voleva i soldi di suo padre, aveva dichiarato pubblicamente che la sua eredità l'avrebbe divisa tutta con i poveri. Per essi aveva intrapreso gli studi molto difficili di ingegneria per diventare ingegnere minerario e così potersi dedicare al servizio di Cristo fra i minatori, tra i più derelitti degli operai. Avrebbe potuto allietare la sua giovinezza con ricevimenti e feste da ballo, ma preferiva essere il "facchino" dei poveri, trascinando per le vie di Torino i carretti carichi di masserizie degli sfrattati... e come membro della Conferenza di S. Vincenzo visitare le famiglie più bisognose per portarvi conforto e aiuto materiale. Vi si recava generalmente al mattino, prima delle lezioni all'Università, oppure nelle uscite serali, carico di pacchi, vincendo con la carità l'umana ripugnanza che si accompagnava al tanfo nauseante di certi tuguri.




Un albero lo si riconosce dai suoi frutti. E i frutti di Pier Giorgio sono davvero straordinari. In tutto il mondo sono circa millecinquecento le Associazioni a lui intitolate. Il suo nome è stato dato a Scuole, Oratori, Cappelle, complessi sportivi, Patronati, Circoli di studenti universitari. Nel solco di Pier Giorgio sono sorte Cooperative, iniziative sociali e culturali, gruppi e Centri giovanili. Chiese e parrocchie a lui dedicate sono in ogni angolo della terra, dall’Italia all’America Latina, dagli Stati Uniti all’Africa.




Dinamico, volitivo, pieno di vita, Pier Giorgio amava i fiori e la poesia, le scalate in montagna. Spesso raggiungeva a piedi il Santuario della Madonna di Oropa, il grande tempio mariano del Piemonte. Arrivato al Santuario, dopo un'ora di marcia e completamente digiuno, era solito assistere alla Santa Messa, poi faceva la Comunione, quindi si raccoglieva in preghiera nel transetto di destra, davanti all'immagine della Vergine Bruna. Nel ritorno verso casa recitava il Rosario lungo la via, ad alta voce, cantando le Litanie. Pier Giorgio amava anche comporre dei rosari con i semi di una pianta di Pollone, che poi regalava agli amici. Era questo un modo per ricordare loro l'impegno della preghiera e la devozione verso la Vergine, che per lui era irrinunciabile.


Il 28 maggio 1922, nella chiesa torinese di San Domenico, ricevette l'abito di terziario domenicano: Pier
Giorgio, da fervente discepolo di San Domenico, recitava ogni giorno il Rosario, che portava sempre nel taschino della giacca, non esitando a tirarlo fuori in qualsiasi momento per pregare, anche in tram o sul treno, persino per strada. 











"Il mio testamento - diceva, mostrando la corona del Rosario - lo porto sempre in tasca". Il 30 giugno 1925 Pier Giorgio accusa degli strani malesseri, emicrania e inappetenza: non è una banale influenza, ma una poliomielite fulminante che lo stronca in soli quattro giorni, il 4 luglio, tra lo sconcerto e il dolore dei suoi familiari e dei tanti amici e conoscenti, a soli 24 anni.
Sulla sua scrivania, accanto ai testi universitari, erano aperti l'Ufficio della Madonna e la vita di Santa
Caterina da Siena. Nasceva alla vita del Cielo di sabato, giorno mariano, così come anche di sabato, il Sabato Santo di ventiquattro anni prima, era venuto al mondo. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990.

Pier Giorgio è stato questo, e molto altro ancora. Difficile raccontarlo in poche parole. Da tutte le testimonianze e dai ricordi di chi lo conobbe balza fuori il ritratto di un giovane limpido e forte, acceso dalla gioia, dal cuore generoso e pieno di fede.


Testi tratti dal sito: www.stpauls.it






mercoledì 3 luglio 2013

L'undicesima piazza






di Massimo Introvigne
03-07-2013


È in corso in Italia una delle più importanti iniziative che, su scala mondiale, segnano l’Anno della fede: «Dieci piazze per dieci comandamenti», promossa dal Rinnovamento nello Spirito Santo e cui sia Benedetto XVI sia Papa Francesco hanno voluto partecipare con videomessaggi ai partecipanti. L’idea è di riprendersi le piazze di dieci grandi città italiane, in ciascuna proponendo uno dei dieci comandamenti, i quali – com’è noto – sono stati rivelati da Dio per soccorrere le difficoltà della nostra ragione ferita dal peccato originale, ma corrispondono a verità naturali che di per sé la ragione di ciascuno potrebbe riconoscere. Corrispondono a quella legge naturale che vale per tutti, cristiani e non cristiani, credenti e non credenti. Come spiega Papa Francesco nel suo videomessaggio, prima ancora che sulle tavole di pietra di Mosé i dieci comandamenti sono scritti nel cuore dell’uomo. Di ogni uomo, che creda o che non creda, così che proporli come antidoto alla crisi globale e anche come fonte ispiratrice della politica e delle leggi non è un maldestro tentativo della Chiesa di imporre la sua morale ai non credenti ma un richiamo al patrimonio comune della ragione. Quella ragione che non è né cristiana né musulmana, né atea né buddista, ma vale per tutti e a tutti chiede di essere rispettata.

martedì 2 luglio 2013

Prima Marcia Nazionale per la Famiglia e la Vita.



Sarebbe meraviglioso se gli organizzatori della Marcia per la Vita unissero le forze con chi si occupa della difesa della famiglia e in nome della perfetta complementarietà di "vita" e "famiglia" ci facessero dono della...

"Prima Marcia per la Famiglia e la Vita".

Che ne dite?


Il possibile nuovo logo della Marcia per la Vita e la Famiglia


La difesa della Vita NON può prescindere dalla difesa della Famiglia. Per questo sarebbe auspicabile che si potesse organizzare una manifestazione che le riguardasse entrambe.

In occasione della Marcia per la Vita a Roma, abbiamo marciato in tanti! L'auspicio é quello di essere molti di più e di difendere, insieme, quei valori da cui nasce il presupposto alla Vita!