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Lavoravo da un anno al Christ Hospital a Oak Lawn, nell’Illinois, come infermiera professionista nel reparto travaglio e parto, quando sentii dire che stavamo effettuando l’aborto di un bambino con sindrome di Down al secondo trimestre. Fui completamente shockata. Avevo infatti scelto specificamente di lavorare al Christ Hospital perché era un ospedale cristiano e non era implicato, così pensavo, negli aborti. Mi fece molto male sapere che il luogo dove questi aborti venivano effettuati era proprio un ospedale chiamato col nome del mio Signore e Salvatore Gesù Cristo. Fui ulteriormente addolorata dal sapere che gli affiliati religiosi dell’ospedale, la chiesa evangelica luterana d’America e la chiesa unita di Cristo, erano pro-aborto. Non pensavo proprio che una qualsiasi denominazione cristiana potesse essere pro-aborto!
Ma la cosa più sconvolgente fu conoscere il metodo che il Christ Hospital usava per gli aborti, chiamato aborto a travaglio indotto, ora chiamato anche “aborto a nascita di bambino vivo”. In questo tipo di procedura abortiva i medici non cercano di uccidere il bambino nell’utero. L’obiettivo è semplicemente far partorire un bambino che muore durante la nascita o poco dopo.
Per eseguire l’aborto a travaglio indotto, un medico inserisce un farmaco nel canale del parto della madre, vicino alla cervice. La cervice è l’apertura alla base dell’utero che normalmente rimane chiusa fino a che una madre è incinta di circa 40 settimane ed è pronta a partorire. Questo farmaco irrita la cervice e la stimola ad aprirsi precocemente. Quando questo avviene, il piccolo bambino pienamente formato del secondo o terzo trimestre cade fuori dall’utero, talvolta vivo. Per legge, se un bambino abortito nasce vivo, devono essere redatti sia i certificati di vita e di morte. Ironicamente, al Christ Hospital la causa di morte spesso indicata per i bambini abortiti vivi è “estrema prematurità”, un’ammissione da parte dei medici che sono stati loro a causare questa morte.
Non è infrequente che un bambino abortito vivo tiri avanti per un’ora o due o anche di più. Al Christ Hospital uno di questi bambini abortiti vivi sopravvisse per un intero turno di otto ore. Alcuni bambini abortiti sono sani, perché il Christ Hospital effettua aborti per la vita o per la “salute” della madre, ed anche per stupro o incesto.
Nel caso in cui un bambino abortito nasca vivo, lui o lei riceve “cure di conforto”, che consistono nel tenere il bambino al caldo in una coperta finché muore. I genitori possono tenere in braccio il bambino se lo desiderano. Se i genitori non vogliono tenere in braccio il bambino abortito mentre muore, un membro dello staff se ne prende cura finché muore. Se lo staff non ha il tempo o la voglia di prendere in braccio il bambino, questi viene portato alla nuova Stanza di Conforto del Christ Hospital che è munita di una macchina fotografica per la prima foto se i genitori vogliono immagini professionali del loro bambino abortito, di ciò che serve per il battesimo, vesti, certificati, attrezzatura per prendere le impronte dei piedini e braccialettini da bambino per ricordini, ed una sedia a dondolo. Prima che fosse istituita la Stanza di Conforto, i bambini venivano portati a morire nella Stanza Ripostiglio.
Una notte, una collega infermiera stava portando un bambino con la sindrome di Down, che era stato abortito vivo, alla nostra Stanza Ripostiglio perché i genitori non volevano tenerlo in braccio e lei non aveva tempo per tenerlo con sé. Non potevo sopportare il pensiero di questo bambino sofferente che moriva da solo in un ripostiglio, così l’ho cullato e dondolato per i 45 minuti che visse. Era tra le 21 e 22 settimane, pesava circa 250 grammi ed era lungo circa 25 centimetri. Era troppo debole per muoversi molto, ed usava ogni energia che aveva per cercare di respirare. Verso la fine era così quieto che non riuscivo a stabilire se era ancora vivo. Lo tenni verso la luce per vedere attraverso il suo petto se il cuore batteva ancora. Dopo che fu dichiarato morto, chiudemmo i suoi braccini sul petto, lo avvolgemmo in un piccolo sudario e lo portammo all’obitorio dell’ospedale dove vengono portati tutti i nostri pazienti morti.
Dopo aver tenuto in braccio quel bambino, il peso di ciò che sapevo divenne troppo grande da sopportare. Avevo due scelte. Una era di andarmene dall’ospedale ed andare a lavorare in un ospedale che non eseguisse aborti. L’altra era di tentare di cambiare la pratica abortiva del Christ Hospital. Allora lessi un brano delle Scritture che parlò direttamente a me ed alla mia situazione. Proverbi 24,11-12 dice: Libera quelli che sono condotti alla morte e salva quelli che sono trascinati al supplizio. Se dici: «Ecco, io non ne so nulla», forse colui che pesa i cuori non lo comprende? Colui che veglia sulla tua vita lo sa; Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere. Decisi che lasciare l’ospedale sarebbe stato un gesto irresponsabile e di disubbidienza verso Dio. Certo, sarei stata più a mio agio a lasciare l’ospedale, ma i bambini avrebbero continuato a morire.
Il viaggio in cui Dio mi aveva portata, da quando per la prima volta sono uscita in ubbidienza per combattere l’aborto in un ospedale chiamato col nome del Suo Figlio, è stato travolgente! Ora viaggio per tutto il paese, descrivendo ciò di cui io od altri membri del personale siamo stati testimoni. Ho testimoniato per quattro volte davanti a sottocommissioni parlamentari nazionali e dell’Illinois [ed anche davanti a Barack Obama, che non fece una piega ndT]. Si stanno varando leggi per fermare questo tipo di aborto che di fatto è un infanticidio. Il Christ Hospital e l’aborto a nascita di bambino vivo hanno ricevuto molta attenzione da parte della gente. Ora sono state fatte descrizioni di “aborti a nascita di bambino vivo” sulla televisione nazionale, alla radio, sulla stampa, e presso legislatori locali e nazionali. Tra le centinaia di esempi ci sono:
•La trasmissione radio di Padre Frank Pavone ed il programma televisivo Difendere la vita su EWTN
•I programmi O’Reilly Factor, Hannity and Colmes della Fox Cable News
•Il programma radio Breakpoint di Chuck Colson
•Il programma televisivo Dr. Laura
•Il programma televisivo Listen America del dr. Jerry Falwell
•Articoli ed editoriali in U.S. News and World Report, World Magazine, the Washington Times, NY Times, Newsweek, Christianity Today e Focus on the Family Citizen Magazine, per dirne alcuni.
Anche un’altra infermiera del Christ Hospital ha testimoniato con me a Washington. Allison disse di essere entrata nella Stanza Ripostiglio in due diverse occasioni e di avervi trovato bambini abortiti vivi lasciati nudi su una bilancia o su un piano metallico. Ho testimoniato riguardo ad un membro del personale che buttò via accidentalmente nella spazzatura un bambino abortito vivo. Il bambino era stato lasciato sul banco della Stanza Ripostiglio avvolto in un asciugamano usa e getta. Quando la mia collega comprese che cosa aveva fatto, cominciò ad esaminare la spazzatura per trovare il bambino ed il bambino cadde fuori dall’asciugamano sul pavimento.
Altre colleghe mi hanno raccontato tante storie sconvolgenti di bambini abortiti vivi di cui si sono prese cura. Mi hanno raccontato di un bambino abortito che si pensava avesse la spina bifida, ma fu partorito con la spina dorsale intatta. Un’altra infermiera è ossessionata dal ricordo di un bambino abortito che venne fuori e pesava più di quanto ci si aspettasse, quasi un chilo. Ne è ossessionata perché non sa se ha sbagliato a non prestare assistenza medica a quel bambino.
Altri ospedali ora hanno ammesso di effettuare aborti a nascita di bambino vivo. Evidentemente non è una forma rara di aborto. Ma il Christ Hospital è stato il primo ospedale negli USA ad essere messo pubblicamente allo scoperto perché effettuava questo tipo di aborto.
Il 31 agosto 2001, dopo una battaglia di due anni e mezzo con l’ospedale, fui licenziata. Ora sono libera di discutere apertamente degli orrori dell’aborto, avendoli visti con i miei occhi. Posso testimoniare personalmente il fatto che uno + Dio = maggioranza. Ognuno di noi ha una voce che dobbiamo usare per fermare l’atrocità dell’aborto.
C’è qualcosa di molto sbagliato in un sistema legale che dice che i medici sono obbligati a dichiarare morti dei bambini ma non sono obbligati a visitare i bambini per farli vivere e stimare le probabilità di sopravvivenza. In altri termini, le nostre leggi dicono attualmente che i bambini non hanno diritto a controllo medico fino a quando sono morti. Noi guardiamo dall’altra parte e facciamo finta che questi bambini non siano umani mentre sono vivi, ma umani solo dopo essere morti. Stiliamo per questi bambini sia il certificato di nascita e di morte, ma in realtà è solo il certificato di morte che conta. Non vi sono altri bambini in America altrettanto abbandonati come questi.
L’aborto è un cancro che sta letteralmente uccidendo l’America. È l’uccisione dei nostri figli e nel contempo l’uccisione delle nostre coscienze. È cominciato quando abbiamo messo Dio al di fuori delle nostre decisioni ed abbiamo dichiarato che i piccoli esseri che crescono dentro le donne sono “prodotti del concepimento” e non bambine e bambini. Chi dovrebbe sorprendersi del fatto che continuiamo a spostare in là il limite, così che ora abortiamo questi “prodotti del concepimento” vivi? Lavoro persino in un ospedale che si chiama “Christ” che fa proprio questa cosa! Va oltre la mia comprensione il fatto che noi stiamo facendo ciò che stiamo facendo, così non riesco neanche ad immaginare a quali maniere orribili penseremo in futuro per torturare i nostri figli.
Fonte: Priest For Life. Traduzione apparsa su http://www.postaborto.it/ - 11/11/2008