"Stiamo assistendo a una completa inversione morale del significato del diritto alla vita. Secondo l’ideologia materialista per cui solo coloro che hanno intelligenza e volontà sarebbero veramente umani e, dunque, degni di protezione. Finché non hanno raggiunto questa capacità, sarebbero solo una “materia corporea” sotto il potere di coloro che sono “davvero umani”, intelligenti e dotati di capacità di autodeterminazione. Così, la vita umana non è più una realtà biologica protetta dal diritto internazionale, ma è intelligenza e volontà, cioè forza: la debolezza dei bambini non nati e delle donne in difficoltà hanno una risposta unica: l’eliminazione. La sopravvivenza dei più forti."
domenica 5 novembre 2017
La completa inversione morale del significato del diritto alla vita.
lunedì 30 ottobre 2017
Presentata a Roma la Accademia Giovanni Paolo II per la vita e la famiglia.
domenica 1 ottobre 2017
Maria, catechismo, martirio: la regola di Burke.
sabato 2 settembre 2017
COME I CATTOLICI POSSONO ACCOGLIERE I CREDENTI LGBT
mercoledì 9 agosto 2017
Fai come se fossi a casa tua!
lunedì 31 luglio 2017
La morte di Charlie Gard e i Mass Media.
Il 28 luglio 2017 al piccolo Charlie Gard è stata sospesa la ventilazione e il bambino è deceduto. La morte indotta è avvenuta in una sala di un hospice per malati terminali il cui indirizzo è rimasto ignoto per disposizione delle autorità giudiziarie.
Quasi tutti gli organi di stampa, purtroppo anche cattolici, hanno informato della morte di Charlie, come se il decesso fosse dovuto al naturale percorso della grave disfunzione che lo aveva colpito, nessuno ha informato correttamente che il bambino è stato ucciso. Si è trattato infatti di un chiaro caso di eutanasia infantile, dato che a Charlie è stata sospesa la ventilazione. Questa non è assolutamente da considerarsi una terapia – come anche l’idratazione e l’alimentazione – e non provocava dolore. Il piccolo è stato ucciso e non accompagnato da medici e familiari alla sua morte naturale, perché qualcuno ha decretato che la sua vita non aveva più senso.
Alla base c’è una legge e una sentenza giurisprudenziale. Eluana Englaro era stata uccisa in assenza una legge, solo in presenza di una sentenza. La predisposizione di leggi sul fine vita avrebbe dovuto avere la funzione di evitare simili sentenze, invece le cose si sono rovesciate ed ora questo tipo di sentenze di morte avvengono sotto la protezione della legge.
E’ orrendamente grave che la vita e la morte siano decise per legge dello Stato e tramite una sentenza di una Corte. Le nostre democrazie occidentali hanno ripristinato i Tribunali speciali che avevamo conosciuto durante le dittature totalitarie. Nessuno è padrone della vita, nessuno può decidere quando vale e quando no: se la politica si appropria di questo diritto stabilisce un criterio arbitrario davanti al quale non si potrà pretendere obiezione di coscienza ma solo inchinarsi davanti al potere stesso.
Sul piccolo Charlie non era in atto nessun accanimento terapeutico: non è infatti accanimento terapeutico mantenere in vita una persona o accompagnarla con cure palliative verso la sua morte naturale. La legge ha impedito ai genitori di tentare nuove cure sperimentali, facendo perdere tempo prezioso; ha anche perfino impedito di portare il bambino a casa forse nel timore che poi i genitori non staccassero la spina; ha decretato che la sua uccisione doveva avvenire in un luogo da mantenere ignoto, per evitare manifestazioni di protesta e tenere lontana la stampa che infatti si è poi dimostrata prona e servizievole. Sia il contenuto di tutta questa macchinazione, sia le modalità di esecuzione meritano tutto il nostro sdegno.
Fonte: www.vanthuanobservatory.org
sabato 29 luglio 2017
Mons. Luigi Negri: Chiesa e omoeresia.
venerdì 7 luglio 2017
L’ospedale di Londra chiede un’altra udienza per Charlie dopo i possibili nuovi trattamenti
Il Great Ormond Street Hospital di Londra si è rivolto all’Alta Corte per una nuova udienza sul caso del piccolo Charlie Gard «alla luce delle richieste relative a possibili altri trattamenti». Lo riportano Bbc e Sky News dopo che il Bambino Gesù di Roma ha inviato una lettera all’ospedale londinese chiedendo ufficialmente ai medici inglesi di poter somministrare al bimbo un protocollo sperimentale «che può funzionare». I medici londinesi ritengono che sia «giusto tentare» e «ringraziano le offerte di aiuto da Casa Bianca, Vaticano e dai nostri colleghi in Italia e Usa e altrove».
«Mi è giunta notizia che i ricercatori hanno messo a disposizione il loro trattamento per l’ospedale di Londra il quale pensa di poterlo verificare», ha spiegato in un videomessaggio dalla Repubblica Centrafricana, dove si sta occupando di bambini bisognosi, la presidente dell’ospedale Bambino Gesù, Mariella Enoc, confermando che il Great Ormond Street Hospita sta pensando di verificare il protocollo.
L’ospedale pediatrico della Santa Sede aveva infatti inviato all’ospedale una lettera firmata da un gruppo di più di cinque scienziati internazionali in cui informavano la clinica di aver elaborato una terapia sperimentale per il bambino affetto da una grave malattia rara. Secondo il team di medici, guidati dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù, la terapia studiata per il piccolo potrebbe funzionare.
Intanto la mamma del bimbo, Connie Yates, non demorde e continua sui vari media del Regno Unito a lottare per suo figlio. In una serie di interviste ha detto che il neonato di 11 mesi ricoverato a Londra non sta soffrendo e che lei non potrebbe in nessun modo vederlo patire. La donna ha lanciato un appello direttamente alla premier britannica Theresa May: «Ci sostenga come stanno facendo gli altri», ha detto.
sabato 1 luglio 2017
Caso Charlie Gard. I medici non sono demiurghi.
Charlie Gard |
lunedì 22 maggio 2017
Il fallimento della legge 194.
sabato 29 aprile 2017
In Marcia per la Vita - Roma, 20 Maggio 2017
domenica 16 aprile 2017
martedì 11 aprile 2017
LA CRISI DELLA CHIESA E LA CRISI LITURGICA
di Lorenzo Bertocchi
02-04-2017
Dal 29 marzo al 1° aprile si è tenuto a Herzogenrath, in Germania, il 18° incontro liturgico di Colonia sul tema del decimo anniversario del Motu proprio Summorum pontificum di Benedetto XVI. Nel 2007 con questo motu proprio l'attuale papa emerito riportava in piena luce il cosiddetto vetus ordo, la liturgia celebrata secondo il rito romano precedente la riforma post conciliare. Il prefetto della Congregazione per il Culto divino, il guineiano cardinale Robert Sarah, non potendo essere presente all'incontro ha inviato un messaggio che certamente farà parlare di sé (QUI l'originale in francese).
RECIPROCO ARRICHIMENTO TRA I DUE RITI
Il cardinale ha ricordato la Lettera ai vescovi che ha accompagnato il motu proprio di papa Benedetto XVI. In quel testo si precisava che la decisione di far coesistere le due forme del rito romano non aveva solo lo scopo di soddisfare i desideri di gruppi di fedeli legati alle forme liturgiche precedenti il Concilio Vaticano II, «ma anche di permettere l'arricchimento reciproco delle due forme dello stesso rito romano, vale a dire non soltanto la loro coesistenza pacifica, ma la possibilità di perfezionarsi evidenziando i migliori elementi che li caratterizzano».
Laddove il motu proprio è stato accolto, dice Sarah, «si è potuta notare una ripercussione e una evoluzione spirituale positiva nel modo di vivere le celebrazioni eucaristiche secondo la forma ordinaria [del rito], in particolare la riscoperta degli atteggiamenti di adorazione verso il Santo Sacramento (...), e anche un maggior raccoglimento caratterizzato dal silenzio sacro che deve sottolineare i momenti importanti del Santo Sacrificio della messa, per permettere ai preti e ai fedeli di interiorizzare il mistero della fede che viene celebrato». D'altra parte occorre «superare un certo “rubricismo” troppo formale spiegando i riti del Messale tridentino a quelli che non li conoscono ancora, o li conoscono in un modo parziale».
UNA RIFORMA IN ROTTURA
La liturgia «deve sempre riformarsi per essere più fedele alla sua essenza mistica. Ma per molto tempo, questa “riforma” che ha sostituito il vero “restauro” voluto dal concilio Vaticano II, è stata realizzata con uno spirito superficiale e sulla base di un solo criterio: sopprimere a tutti i costi un patrimonio percepito come totalmente negativo e sorpassato, al fine di creare un abisso tra il prima e il dopo concilio. Ora si tratta di riprendere la Costituzione sulla santa Liturgia [Sacrosantum concilium] e di leggerla onestamente, senza tradirne il senso, per vedere che il vero obiettivo del Vaticano II non era quello di intraprendere una riforma che potesse divenire l'occasione di rottura con la Tradizione, ma al contrario, di ritrovare e di confermare la Tradizione nel suo significato più profondo».
giovedì 16 marzo 2017
Il mondo alla rovescia
Stiamo costruendo un mondo alla rovescia che non sopravviverà
per più di due generazioni.
di Francesco Lamendola - 10/06/2009
l’Italia a testa in giù.
domenica 12 marzo 2017
Gender: I fatti, non le ideologie, determinano la realtà.
domenica 5 marzo 2017
Ridateci i Tabernacoli
lunedì 20 febbraio 2017
"Esprimo la mia riconoscenza a Giacinta per i sacrifici per il Santo Padre, che aveva visto soffrire"(Giovanni Paolo II).
Il Quinto Spirito - Docu-film su Pier Giorgio Frassati
mercoledì 25 gennaio 2017
Testimonianza di un amico del Beato Pier Giorgio Frassati
"Pier Giorgio era cordialissimo, ma terribilmente sincero, non ci risparmiavamo a vicenda le più chiare parole. Quando gli facevo notare che qualche volta era testardo e a volte perditempo, lui mi ricordava con precisione tutti i miei difetti, dalla distrazione all'orgoglio, passando per altri maggiori. Su certi poi si accaniva veramente e mi dimostrava come e quando li rivelavo. Noi dicevamo che questo era toglierci la polvere a vicenda, e non ne abbiamo mai conservato amarezza, anzi tanta e maggiore cordialità".
La provvidenza di Dio supera la giustizia dell'uomo.
domenica 15 gennaio 2017
“pastoralismo” o "catto-pietismo"?
di Stefano Fontana
Intervista al cardinale Caffarra 14 Gennaio 2017
“La divisione tra pastori è la causa della lettera che abbiamo spedito a Francesco. Non il suo effetto. Insulti e minacce di sanzioni canoniche sono cose indegne”. “Una Chiesa con poca attenzione alla dottrina non è più pastorale, è solo più ignorante”.