sabato 26 ottobre 2013

La demolizione completa della famiglia.




Sono sbalordito e indignato e spero di avere ancora il diritto di poterlo ripetere pubblicamente, prima che i nostri soloni parlamentari votino qualche “legge” che tenterà di impedirmelo e di chiudermi la bocca; indignato nel sentire che in alcuni comuni, primi della classe come Bologna, gli amministratori, in sordina, sostituiscono nei registri scolastici delle elementari i vocaboli“padre” e “madre” con “genitore uno” e “genitore due”, ciò per non “discriminare” la“famiglia” omosessuale, mentre tranquillamente affossano quella vera. Mi chiedo se cancelleranno anche dal vocabolario le due parole più sante del mondo, inventandosi “una neolingua di stampo orwelliano” come paventa “Il Foglio quotidiano” (27-IX-2013). Molti amici che incontro per la strada si dicono dapprima increduli per la enormità della cosa, poi esterrefatti di fronte alla improntitudine con cui questi signori, padroni della “cosa pubblica”, in nome della “libertà” e della “uguaglianza”, pensano di stravolgere senza vergognarsene la realtà e l’evidenza stabilite dalla natura!

lunedì 14 ottobre 2013

La pastorale del matrimonio deve fondarsi sulla verità


A proposito di alcune obiezioni contro la dottrina della Chiesa circa la recezione della Comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati.




Nel 1998 il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, introdusse il volume intitolato Sulla pastorale dei divorziati risposati, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana in una collana del dicastero («Documenti e Studi», 17). Per l’attualità e l’ampiezza di prospettive di questo scritto poco conosciuto, ne riproponiamo la terza parte, con l’aggiunta di tre note. Il testo è disponibile sul sito del nostro giornale (www.osservatoreromano.va), oltre che in italiano, anche in francese, inglese, portoghese, spagnolo e tedesco.


La Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede circa la recezione della Comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati del 14 settembre 1994 ha avuto una vivace eco in diverse parti della Chiesa. Accanto a molte reazioni positive si sono udite anche non poche voci critiche. Le obiezioni essenziali contro la dottrina e la prassi della Chiesa sono presentate qui di seguito in forma per altro semplificata.


Alcune obiezioni più significative — soprattutto il riferimento alla prassi ritenuta più flessibile dei Padri della Chiesa, che ispirerebbe la prassi delle Chiese orientali separate da Roma, così come il richiamo ai principi tradizionali dell’epikèia e della aequitas canonica — sono state studiate in modo approfondito dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Gli articoli dei professori Pelland, Marcuzzi e Rodriguez Luño (1) sono stati elaborati nel corso di questo studio. I risultati principali della ricerca, che indicano la direzione di una risposta alle obiezioni avanzate, saranno ugualmente qui brevemente riassunti. 

1. Molti ritengono, adducendo alcuni passi del Nuovo Testamento, che la parola di Gesù sull’indissolubilità del matrimonio permetta un’applicazione flessibile e non possa essere classificata in una categoria rigidamente giuridica.