Fonte: Chihaorecchiintenda
Devo dire che sono nauseanti le discussioni tra cristiani che dibattono e si dividono in fazioni su questioni che peraltro non sono così complicate come si vogliono far diventare.
Nel merito della questione, ovvero ciò che ha detto il Papa riguardo al numero dei figli dei cristiani e alla paternità responsabile, non c’è bisogno di interpretare nulla, soprattutto non c’è bisogno di dividersi.
A me pare che ciascuno interpreti le parole del Papa per poter dimostrare che la propria tesi è quella corretta rispetto alle altre.
Ebbene, in realtà non ci dovremmo preoccupare di queste cose ma di fare la volontà del Signore. Che è diversa per ognuno. Ognuno infatti ha la propria vocazione generale (religiosa o matrimoniale) e la propria vocazione particolare. Ognuno ha la propria chiamata e la propria storia nella quale Dio agisce se lo si ascolta e lo si lascia agire. Ognuno ha la propria strada per la propria santificazione.
E’ chiaro che bisogna essere aperti alla vita ma è altrettanto vero che tale apertura deve essere accompagnata da un discernimento alla luce del proprio cammino di fede, che ripeto è un cammino personale non soggetto ad alcuna regola fissa e prestabilita.
Non ci sono dogmi sul numero di figli esatto o perfetto.
Soprattutto i figli non sono un merito o una medaglia da esporre, non sono una targa che ci identifica automaticamente come cristiani. I figli sono un dono, una benedizione, un impegno, una responsabilità.