venerdì 27 marzo 2015

Comunione sulla mano e crisi della liturgia.


IL CARD. BURKE: PERCHÉ LA COMUNIONE SULLA MANO PARLA DELLA CRISI DELLA LITURGIA E DELLA CHIESA




Fonte: Il Timone

di Raymond L. Burke
La santa Eucaristia è il mistero per eccellenza della fede. Mediante l'azione della Santa Messa, Cristo, assiso in gloria alla destra del Padre, discende sugli altari delle chiese e delle cappelle di tutto il mondo per rendere nuovamente presente il suo sacrificio sul Calvario, sacrifico unico con il quale l'uomo è salvato dal peccato e perviene alla vita in Cristo grazie all'effusione dello Spirito Santo. È mediante la santa Eucaristia che la vita quotidiana di un cattolico riceve simultaneamente ispirazione e forza. 

Mi ricordo bene, nella mia infanzia, la diligenza di cui davano prova i miei genitori, così come i sacerdoti e le suore della scuola cattolica, per preparare i bambini a ricevere per la prima volta la santa Comunione. Mi sovvengono anche i frequenti richiami alla riverenza e all'amore che dovevamo dimostrare ricevendo la santa Comunione e facendo il ringraziamento subito dopo la ricezione del sacramento. All'epoca della mia prima comunione, il 13 maggio 1956, la santa Ostia si riceveva alla balaustra, sulla lingua e in ginocchio,

mercoledì 11 marzo 2015

” Omofobia ” è desiderio di vedere gli orfanotrofi pieni?




In precedenti riflessioni abbiamo cercato di mostrare l’infondatezza di alcuni tra i tanti luoghi comuni su cui si basa l’ideologia Lgbt, a cominciare dal pregiudizio che la difesa del matrimonio e della famiglia siadiscriminante per qualcuno, per poi smontare l’idea secondo la quale la scienza dimostrerebbe che uomini e donne sono uguali, che padre e madre non sono necessari per un normale sviluppo del bambino, proseguendo per l’analisi della differenza tra ciò che è legale e ciò che è morale, per poi ricordare che non esiste alcun diritto, per nessuno, ad avere bambini, decostruendo il luogo comune secondo il quale “i bambini non hanno diritto ad avere un padre ed una madre ma qualcuno che li ami e li allevi nel migliore dei modi” e per ribadire invece che i bambini hanno diritto ad un padre e una madre, ad una famiglia vera. Abbiamo poi contestato il falso argomento secondo il quale l’omosessualità è un fatto naturale, mostrando in seguito l’inconsistenza logica dell’equazione “difendere i diritti dei bambini = omofobia “.

Questa volta prendiamo in esame un nuovo luogo comune che viene giocato ad effetto, come i precedenti, facendo leva sull’emotività dell’interlocutore: a chi non dispiace vedere un bambino in un orfanotrofio?

martedì 10 marzo 2015

Le Chiese d'Africa dicono no alla revisione della dottrina



di Lorenzo Bertocchi
09-03-2015

«L’idea di mettere il Magistero in una graziosa scatola separandolo dalla pratica pastorale – la quale può evolvere a seconda delle circostanze, delle mode e delle passioni – è una forma di eresia, di patologica schizofrenia. Io affermo solennemente che la Chiesa d’Africa si opporrà a ogni forma di ribellione contro il Magistero di Cristo e della Chiesa». Queste parole del cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, hanno già fatto il giro del mondo. Sono tratte dal libro-intervista Dieu ou rien, frutto del lavoro del giornalista francese Nicola Diat e pubblicato dalle edizioni Fayard.

Il ruolo dei padri africani all'assemblea straordinaria dell'ottobre scorso è ormai noto, sono statisopratutto loro a sollevarsi contro certe voglie di apertura “pastorale” di alcune conferenze episcopali (in particolare nord europee). «Il Sinodo non è stato convocato per discutere di contraccezione, aborto e matrimonio tra persone omosessuali. É stato convocato per discutere di famiglia»,

domenica 8 marzo 2015

Convegno a Roma sui rischi della teoria del gender.


07/03/2015
No alla promozione nelle scuole della teoria del gender, che nega la distinzione tra uomo e donna in base al sesso biologico. Se ne parla oggi e domani a Roma nel convegno dal titolo “Sapere per educare: affettività, sessualità, bellezza”. L’incontro, presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, vuole esortare docenti, educatori e genitori a prendere coscienza degli attacchi, attraverso tali teorie, alla famiglia naturale e cristiana e al benessere di bambini e ragazzi.

Giancarlo La Vella ne ha parlato con Giusy D’Amico, sposa, madre, insegnante, e presidente dell’associazione “Non si tocca la famiglia”:

R. - Stiamo entrando in un tempo di grande confusione sull’identità sessuale. Stiamo proponendo ai nostri figli, ai nostri alunni, qualcosa che è molto lontana da quella che è la bellezza delle differenze sessuali maschio-femmina, uomo-donna. Questa ricaduta sta avendo effetti gravi nell’istruzione scolastica. In qualche modo, abbiamo dato in appalto l’educazione dei nostri figli ed è qualcosa su cui dobbiamo riflettere e che dobbiamo riprenderci con una certa urgenza, prima che ci sfugga completamente di mano un controllo che, per diritti costituzionali, spetta in fase prioritaria alla famiglia e ai genitori.

D. - Perché è urgente aprire oggi con franchezza un dibattito su questi temi?

R. - Perché sta entrando nelle nostre istituzioni scolastiche una proposta educativa che, in fondo, propone una visione asessuata dell’uomo. Non intendiamo discriminare nessuno, né aprire riflessioni su argomenti che oggi non interessano. Oggi ci interessa rivalutare la bellezza della differenza sessuale, la bellezza della famiglia naturale. Questo progetto di decostruzione dei ruoli non ci piace. Ci sembra lontano da quella che è, invece, l’educazione per i figli, che hanno diritto a una madre e a un padre, a sapere da chi sono stati generati, perché non vi è identità senza origine. Pensiamo che questo sia un tempo nel quale non si può più stare in una sorta di calderone, dove tutto è uguale a tutto, ma vogliamo che i nostri figli abbiano possibilità di riscoprire un’affettività, che, riteniamo, sia legata a questa bellezza delle differenza.

D. - Al contrario secondo lei, è la normalità oggi che viene discriminata?

R. - Assolutamente sì, c’è una sorta di eterofobia che sta cavalcando un po’ l’onda di quelle che sono le mode. Non ci dimentichiamo che dietro tutta la realtà di queste proposte educative, così discusse, ci sono delle lobby economico-politiche fortissime. Ci sono interessi legati a convenzioni internazionali, a tutto ciò che poi riguarda il tema delle teorie di genere, su tutto quello che è il campo delle adozioni, dei matrimoni omosessuali, delle cliniche per il cambiamento di sesso, per tutta la “gestazione di sostegno”, che oggi sembra non si possa chiamare “utero in affitto”… Noi non vogliamo sottostare a queste mode: vogliamo creare attraverso questa tavola rotonda una riflessione in merito, vogliamo creare delle coscienze ferme. I bambini che vivono in questo contesto crescono confusi, non hanno chiarezza sulla loro identità sessuale. Non si può dire a un bambino che nasce maschio, che non sarà uomo, che non sarà donna, ma che sarà quello che vuole essere...

domenica 1 marzo 2015

Affido e adozione: storie d'amore,




                 Gioia e Annalisa, l'amore non segue il "libretto di istruzioni"




È bello quando la notizia dell'articolo è una storia felice, quella in cui tutti vincono e lo fanno dall'inizio alla fine. Questa volta il mio scrivere sarà il vassoio su cui servirò una bella storia. Sì, perché quando la vita è bella non è solo una notizia, ma diventa una storia che va raccontata. Accade a Cagliari dove Gioia era un trentaduenne single che pensava di dover restituire qualcosa alla vita avendone ricevuto molto senza un merito particolare.