mercoledì 24 dicembre 2014

E il Verbo si fece carne.


ET VERBUM CARO FACTUM EST.





« La nostra natura, malata, richiedeva d'essere guarita; decaduta, d'essere risollevata; morta, di essere risuscitata. Avevamo perduto il possesso del bene; era necessario che ci fosse restituito. Immersi nelle tenebre, occorreva che ci fosse portata la luce; perduti, attendevamo un salvatore; prigionieri, un soccorritore; schiavi, un liberatore. Tutte queste ragioni erano prive d'importanza? Non erano tali da commuovere Dio sì da farlo discendere fino alla nostra natura umana per visitarla, poiché l'umanità si trovava in una condizione tanto miserabile ed infelice? ».

Il Verbo si è fatto carne perché noi così conoscessimo l'amore di Dio: « In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo perché noi avessimo la vita per lui » (1 Gv 4,9). « Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna » (Gv 3,16).

(Catechismo Chiesa Cattolica)

mercoledì 3 dicembre 2014

Novena all'Immacolata Concezione







Da recitarsi dal 29 Novembre al 7 Dicembre 

  Giorno 1°  

Preghiera iniziale
Vergine purissima, concepita senza peccato, tutta bella e senza macchia dal primo istante, Ti venero oggi sotto il titolo di Immacolata Concezione. Il Tuo Divino Figlio mi ha insegnato, attraverso la Sua stima, rispetto e sottomissione a Te, quali onori e omaggi io Ti dovrei prestare. Tu sei il rifugio sicuro dei peccatori pentiti e per questo ricorro a Te, attraverso questa novena. Sei la Madre di Misericordia cui presento le mie miserie e ti chiedo di aiutarmi, poiché, dopo Gesù, sei tutta la mia speranza. 
Con la Tua intercessione materna, Madonna piena di bontà e potere presso il Signore, Ti supplico di farmi ottenere ....(esporre la grazia richiesta). 
Se ciò che Ti chiedo non è per la gloria di Dio ed il bene della mia anima, fammi avere quello che sia più conforme a entrambi. Amen! 

Orazione del giorno 

O Immacolata Concezione, questo dolce nome m’invita ad avere fiducia in Te, mi porta conforto e fortifica la mia Fede. Maria, Madre mia, ho totale fiducia nella Tua potente intercessione presso il Signore e Ti chiedo di aiutarmi a conservare sempre accesa in mezzo al mondo la fiamma della Fede, che ho ricevuto nel Battesimo. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di .... (esporre la grazia richiesta). Amen! 


Padre Nostro :

sabato 29 novembre 2014

San Giuseppe


Umiliandoci alla Vostra presenza,
o glorioso nostro Protettore san Giuseppe, 

Vi invochiamo di tutto cuore

e Vi supplichiamo di volerci ricevere 

nel numero dei Vostri servi devoti.

Fonte: Plinio Correa de Oliveira
Foto presa dalla pagina Facebook: Giuseppe di Nazareth

Il protettore di qualcosa è, in qualche modo, un simbolo di ciò che viene protetto. Consideriamo, ad esempio, il guardiano della regina [d’Inghilterra Elisabetta II]. Questa persona, in qualche modo, porta in sé qualcosa della regalità della regina; è un onore essere il guardiano della regina! Per essere guardiani della regina vengono scelti gli individui più capaci, quelli che hanno manifestato più coraggio, coloro che nelle battaglie diedero prova di maggior dedicazione alla corona inglese. Questi sono invitati ad essere i guardiani della regina.

Ebbene, se è un onore essere guardiano della regina, se è un onore esserlo del Papa, quale onore è, dunque, essere guardiano della Santa Chiesa Cattolica! Fatta eccezione della Madonna che è Madre della Chiesa, nessuno può paragonarsi alla Chiesa Cattolica. Nemmeno qualsiasi angelo o tutti i santi, considerato ognuno di loro separatamente, hanno la dignità della Chiesa Cattolica. Perché la Chiesa racchiude tutti i santi, è Lei stessa la fonte della loro santità e, pertanto, un santo non può mai avere una dignità pari a quella della Chiesa Cattolica.

La levatura morale dello sposo della Madonna e Padre putativo del Bambino Gesù …

Figuriamoci, dunque, che cos’è il santo Patrono della Chiesa Cattolica! Egli dev’essere qualcosa di così elevato, di talmente eccelso che, per così dire, dev’essere il riflesso della Chiesa di cui è il custode! Per esserLe proporzionato, deve avere il riflesso della Chiesa di cui è tutore.
Vada considerato che la levatura spirituale di San Giuseppe – in quanto conforme allo spirito della Chiesa Cattolica, in quanto modello prototipico e magnifico della mentalità, delle dottrine, dello spirito della Chiesa Cattolica – può essere valutata soltanto secondo quest’altro criterio: il fatto che Egli è lo Sposo della Madonna e, quindi, proporzionato a Lei; è il Padre putativo del Bambino Gesù, e, quindi, proporzionato a Lui!

Se vogliamo avere una idea dell’anima di San Giuseppe, dello spirito di San Giuseppe, si dovrebbe immaginare tutto ciò che si pensa della Chiesa Cattolica, tutta la grandezza della Chiesa, tutta la sua semplicità, tutta la sua dignità, tutta la sua affabilità, tutta la sua sapienza, tutta la sua immensità, tutto quel che si potrebbe dire della Chiesa Cattolica e immaginare tutto ciò realizzato in un uomo! Avremmo, allora, la fisionomia morale di San Giuseppe!

Dunque, dobbiamo almeno immaginare il profilo morale di questo santo: la castità di San Giuseppe, la sua purezza illibata. E dobbiamo avvicinarci rispettosamente a Lui e chiedergli che ci conceda quel che tanto desideriamo ricevere.

Cosa chiedere a San Giuseppe nella sua festa?

Ognuno si chieda – in un breve esame di coscienza – quale grazia vorrebbe chiedere a San Giuseppe in occasione della festa odierna. La prima tra le grazie da chiedere sarebbe la devozione alla Madonna; un’altra, sarebbe di riflettere tanto bene lo spirito della Chiesa Cattolica quanto stabilito nei disegni della Provvidenza quando ci ha creato e ci ha conferito il santo Battesimo; possiamo anche chiedere la purezza, la modestia… possiamo chiedere ogni cosa. Possiamo scegliere una singola cosa o chiederle tutte insieme. A volte è bene chiedere una sola cosa, se la grazia ci porta a chiederne solo una. A volte è bene chiedere tutto, perché vi sono momenti in cui la grazia ci porta ad essere audaci e chiedere molte cose allo stesso tempo.

Oggi, dunque, nella festa di San Giuseppe, secondo il movimento della grazia interiore in ciascuno di noi, dobbiamo chiederGli qualcosa. E se non sappiamo bene cosa chiedere, dobbiamo dirgli: “Mio buon San Giuseppe, datemi Voi quello di cui ho bisogno…visto che non so cosa mi conviene”. Credo che, dal più alto dei Cieli, sorriderà e ci concederà, benevolente, una grazia molto ben scelta. E con ciò concludiamo invocando San Giuseppe. (19 marzo 1969)



(Plinio Corrêa de Oliveira)


mercoledì 26 novembre 2014

Adoriamo Dio nel Sacramento.


VENIAMO A LUI.

Tutte le creature, nessuna eccettuata,
dovrebbero prostrarsi in estasi d’adorazione e di riconoscenza davanti all’Eucaristia,
miracolo continuo dell’amore divino
che né Socrate, né Platone, questi grandi,
che tra gli antichi pagani meglio intuirono l’idea di Dio,
non avrebbero mai nemmeno potuto immaginare con la loro mente sublime...

Ostia santa, adorabile, di pace, di propiziazione e d’amore!
Gesù Eucaristia si rinchiude, si nasconde;
ma dalla sua misteriosa prigione invita le anime a Lui...

E’ qui, davanti a Gesù Eucaristia,
che noi impariamo la scienza sublime dell’amore;
qui, che arriviamo a conoscere il nostro nulla,
la nostra miseria,
le nostre piaghe e le nostre brutture,
ma insieme anche la nostra grandezza d’essere suoi, suoi figli amati e benedetti...

E’ qui, dinanzi a Gesù,
che lo spirito prova il bisogno immenso di staccarsi da tutto e fin da se stesso,
per poter penetrare nei misteri del Cuore di un Dio,
fatto Ostia per solo amore delle sue creature...

E’ qui, che tutto ciò che spaventa si accetta,
tutto ciò che fa piangere ci fa lieti e contenti...

E’ qui, dove si riempie il vuoto desolante
che sente talvolta questo nostro povero cuore,
quando non sa trovare alimento d’amore;
quando il Dio Crocifisso, unico nostro modello e conforto,
sembra disceso dalla sua Croce, che ci offre nuda, fredda, pesante...

E’ qui, dove veniamo a trovare la forza nella via del sacrificio,
la costanza nel duro lavoro, il calore e la vita...

Veniamo, dunque, a visitare Gesù;
veniamo a imparare come si deve amare, pazientare e soffrire;
veniamo a trovare la nostra vita
e quella luce che ci è necessaria lungo il cammino...

Veniamo a domandargli tutte quelle grazie
che Egli è sempre desideroso di concedere,
e ci sentiremo di poter continuare
nella via della perfezione con nuovo ardore, con più costanza...

Veniamo a Lui sempre,
e sempre per puro amore,
né ci stanchiamo di stare con Lui,
specialmente quando è più abbandonato e disprezzato,
senza riguardo alle nostre pene;
ed Egli sarà ancora più divinamente benefico con noi,
ci assocerà ai suoi dolori, alle sue tristezze, alle sue umiliazioni...
e alle sue ineffabili gioie divine!"
(Beato Pietro Bonilli)

lunedì 17 novembre 2014

Papa Francesco: I bambini hanno il diritto di crescere con un papà e una mamma.


I bambini hanno il diritto di crescere con un papà e una mamma, la famiglia è un fatto antropologico non ideologico: è quanto ha ribadito il Papa ai partecipanti al Colloquio internazionale sulla complementarietà tra uomo e donna, promosso in Vaticano dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Papa ha annunciato che nel settembre 2015 si recherà a Philadelphia, negli Stati Uniti, per l’ottavo Incontro Mondiale delle Famiglie.






Lo Spirito ha dato a ciascuno doni diversi perché ognuno possa contribuire al bene di tutti: questa è l’armonia di Dio. Papa Francesco parte da questa affermazione per sottolineare che la complementarietà tra uomo e donna “sta alla base del matrimonio e della famiglia, che è la prima scuola dove impariamo ad apprezzare i nostri doni e quelli degli altri”. “Le famiglie – ha osservato - sono luogo di tensioni” ma anche l’ambito in cui risolverle:

sabato 15 novembre 2014

Le vere aperture di Papa Francesco: quelle alla Verità.

"Il pensiero dominante propone a volte una “falsa compassione”: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica “produrre” un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre."



DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO 
AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO COMMEMORATIVO 
DELL'ASSOCIAZIONE MEDICI CATTOLICI ITALIANI, 
IN OCCASIONE DEL 70° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE

Aula Paolo VI 
Sabato, 15 novembre 2014


Buongiorno!

Vi ringrazio della presenza e anche per l’augurio: il Signore mi conceda vita e salute! Ma questo dipende anche dai medici, che aiutino il Signore! In particolare, voglio salutare l’Assistente ecclesiastico, Mons. Edoardo Menichelli, il Cardinale Tettamanzi, che è stato il vostro primo assistente, e anche un pensiero al Cardinale Fiorenzo Angelini, che per decenni ha seguito la vita dell’Associazione e che è tanto ammalato ed è un stato ricoverato in questi giorni, no? come pure ringrazio il Presidente, anche per quel bell’augurio, grazie.

Non c’è dubbio che, ai nostri giorni, a motivo dei progressi scientifici e tecnici, sono notevolmente aumentate le possibilità di guarigione fisica; e tuttavia, per alcuni aspetti sembra diminuire la capacità di “prendersi cura” della persona, soprattutto quando è sofferente, fragile e indifesa. In effetti, le conquiste della scienza e della medicina possono contribuire al miglioramento della vita umana nella misura in cui non si allontanano dalla radice etica di tali discipline. Per questa ragione, voi medici cattolici vi impegnate a vivere la vostra professione come una missione umana e spirituale, come un vero e proprio apostolato laicale.

giovedì 6 novembre 2014

‘Ciò che Dio ha unito, l’uomo non divida’


“Ci sono tanti mezzi, ma c’è un solo mediatore, che è Gesù Cristo, e il suo Vangelo. Quindi la Parola di Dio non può mai essere ignorata in nessun modo, e non può essere sottoposta a compromessi in nessuno dei suoi passaggi. Deve essere accettata pienamente. La Chiesa, né prima né dopo né durante il Sinodo può cambiare ciò che viene dall’insegnamento di Cristo. Per quello che riguarda il matrimonio sono prioritarie le parole: ‘Ciò che Dio ha unito, l’uomo non divida’”.






Marco Tosatti
Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Mueller, nei giorni scorsi ha rilasciato una lunga intervista a Nasz Dziennik, un sito di informazione religiosa e non solo fra i più diffusi in Polonia. L’intervista del Porporato, che è stato certamente uno dei maggiori protagonisti nel recente Sinodo dei vescovi sulla famiglia, è stata ripresa e tradotta parzialmente dal sito canadese TorontoCatholic Witness. Da questo sito riportiamo una nostra traduzione di alcuni brani dell’intervento di Mueller.


Il Cardinale ha parlato dell’influenza non positiva che certe correnti di pensiero e di opinione hanno sulla vita delle famiglie, e anche sulla Chiesa. In particolare il Porporato ha detto: “….sfortunatamente ci sono rappresentanti della Chiesa, e persino vescovi, che si sono lasciati in qualche modo accecare dalla società secolarizzata da cui sono stati così influenzati che li ha trascinati lontani dal punto principale o dagli insegnamenti della Chiesa basati sulla Rivelazione”.

Al centro dell’intervista il ruolo dei mass media, e dell’opinione pubblica, oltre all’azione di organismi internazionali e governi: “Sfortunatamente nelle società moderne, vari media, organizzazioni internazionali e persino governi di diversi Paesi – ha detto Müller - stanno cercando di seminare confusione nella mente delle persone. In molti Paesi le relazioni sono distrutte, e questo si applica anche al modello cristiano di matrimonio e di famiglia. La verità sul matrimonio e la famiglia è relativizzata. Queste tendenze, sfortunatamente, si sono mosse in qualche modo all’interno della Chiesa e fra i vescovi, sui quali si sta cercando di esercitare pressione… Noi abbiamo Cristo e il Vangelo. Questo è il nostro punto di riferimento, il fondamento per il solo e corretto insegnamento della Chiesa…”.

Il Prefetto della Fede aveva già espresso nei giorni scorsi, e durante il Sinodo, questo tipo di pensiero. E in particolare, sul matrimonio, e sulla dottrina del matrimonio, che è stata al centro di discussione al Sinodo, ha detto: “Ci sono tanti mezzi, ma c’è un solo mediatore, che è Gesù Cristo, e il suo Vangelo. Quindi la Parola di Dio non può mai essere ignorata in nessun modo, e non può essere sottoposta a compromessi in nessuno dei suoi passaggi. Deve essere accettata pienamente. La Chiesa, né prima né dopo né durante il Sinodo può cambiare ciò che viene dall’insegnamento di Cristo. Per quello che riguarda il matrimonio sono prioritarie le parole: ‘Ciò che Dio ha unito, l’uomo non divida’”.

Altrettanto netta la posizione sugli atti omosessuali. L’intervistatore aveva chiesto: “Ci sono state delle voci secondo cui dopo il Sinodo si è entrati in una ‘via di nuove aperture agli omosessuali’. Suona come se la Chiesa stia per cessare di definire gli atti omosessuali un peccato e di condannarli?”.


Il Cardinale ha risposto: “Naturalmente per la Chiesa c’è sempre un punto di partenza di una relazione di amore: di un uomo per una donna, e di una donna per un uomo. La Chiesa si focalizza su questa relazione e costruisce su di ciò la sua dottrina sociale, compresa la dottrina morale, che è anche l’intera scienza della sessualità umana. Ci sono situazioni in cui una persona dirige la sua sessualità verso una persona dello stesso sesso. Il Catechismo della Chiesa cattolica insegna che le ‘persone omosessuali sono chiamate alla castità’. Papa Francesco ha detto che non sta cercando di creare qualche nuova dottrina della Chiesa, ma che sta cercando di dimostrare che nessuno è giudicato dalla Chiesa se ha una tendenza omosessuale. Nessuno sta cercando di discriminare queste persone; sono integralmente persone. Ma bisogna dire con chiarezza che la Chiesa ha giudicato negativamente gli atti omosessuali. Una parte attiva negli atti omosessuali non è accettabile. Sono contrari alla legge naturale, e sono un peccato”.

martedì 28 ottobre 2014

Oggi «si può chiamare famiglia tutto» in nome del «relativismo».

Quando ho letto la parole del Papa in questa conferenza, ho gioito tantissimo. Non tanto perchè seguono  critiche da destra a sinistra, ma perchè confutano la tesi del Papa della "rottura" il Papa del "mondo". 
Santità siamo con Lei, preghiamo sempre per Lei!




Sabato 25 ottobre 2014 
Papa Francesco ha ricevuto in udienza il Movimento apostolico Schoenstatt in occasione del centenario della sua fondazione, avvenuta in Germania nel 1914, dialogando con i suoi membri e rispondendo alle loro domande. L'incontro è stato occasione per una forte denuncia degli attacchi alla famiglia e per alcune precisazioni sul tipo di «rinnovamento» che Francesco ha in mente per la Chiesa.


Non possiamo negare, ha detto il Papa, «che la famiglia sia colpita, che la famiglia venga colpita e che la famiglia venga imbastardita», ridotta spesso a una semplice «associazione». Oggi «si può chiamare famiglia tutto», in nome del «relativismo»: «in questo momento, da un punto di vista sociologico e dal punto di vista dei valori umani, come anche del Sacramento cattolico, del Sacramento cristiano, c’è una crisi della famiglia, crisi perché la bastonano da tutte le parti e la lasciano molto ferita».

domenica 26 ottobre 2014

Mario Palmaro su omosessualità e matrimonio omosessuale.



Stupenda conferenza tenuta da Mario Palmaro il 24 ottobre 2013 nella sala del consiglio della provincia di Milano organizzato dall'Associazione Famiglie Numerose Cattoliche






Il messaggio di Benedetto XVI alla Urbaniana.





Benedetto XVI ritorna a parlare!
Il messaggio alla Urbaniana, su religioni e missione.
Tutto da meditare.


Fonte: Korazin

Vorrei in primo luogo esprimere il mio più cordiale ringraziamento al Rettore Magnifico e alle autorità accademiche della Pontificia Università Urbaniana, agli Ufficiali Maggiori e ai Rappresentanti degli Studenti, per la loro proposta di intitolare al mio nome l’Aula Magna ristrutturata. Vorrei ringraziare in modo del tutto particolare il Gran Cancelliere dell’Università, il Cardinale Fernando Filoni, per avere accolto questa iniziativa. È motivo di grande gioia per me poter essere così sempre presente al lavoro della Pontificia Università Urbaniana.
Nel corso delle diverse visite che ho potuto fare come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, sono rimasto sempre colpito dall’atmosfera di universalità che si respira in questa Università, nella quale giovani provenienti praticamente da tutti i Paesi della Terra si preparano per il servizio al Vangelo nel mondo di oggi. Anche oggi, vedo interiormente di fronte a me, in quest’aula, una comunità formata da tanti giovani, che ci fanno percepire in modo vivo la stupenda realtà della Chiesa cattolica.
“Cattolica”: questa definizione della Chiesa, che appartiene alla professione di fede sin dai tempi più antichi, porta in sé qualcosa della Pentecoste. Ci ricorda che la Chiesa di Gesù Cristo non ha mai riguardato un solo popolo o una sola cultura, ma che sin dall’inizio era destinata all’umanità. Le ultime parole che Gesù disse ai suoi discepoli furono: “Fate miei discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19). E al momento della Pentecoste gli Apostoli parlarono in tutte le lingue, potendo così manifestare, per la forza dello Spirito Santo, tutta l’ampiezza della loro fede.

giovedì 23 ottobre 2014

I falsi aiuti dell'Italia alle Famiglie.


«Mi chiamo Luca, sono sposato con Chiara da 15 anni, abbiamo nove figli ed abitiamo a Mestre.
In questo momento mi sento un po’ spremuto: mi danno 200 euro e se ne riprendono 300».



Ottobre 23, 2014 Luca Rossi.


Scrivo per l’ennesima volta questa mail (mi scuso fin d’ora per la sua lunghezza, ma vi prego di leggerla) perché come noi tante altre famiglie sono nella nostra stessa situazione, ma nessuno ci ascolta. Ho scritto al nostro Primo Ministro, ma ovviamente non ho avuto alcuna risposta. È scritta sull’onda di un sentimento di continua malversazione e vessazione verso le nostre famiglie numerose e monoreddito che hanno fatto una scelta di vita non conforme all’indottrinamento universale che pervade la nostra società.

Il sentimento che provo attualmente è che, tra i tantissimi problemi che il nostro paese sta attraversando, il tema famiglie numerose non venga preso neanche in considerazione. Io sono incapiente, non pago tasse perché secondo i parametri del governo non guadagno abbastanza. La Tasi, che è una tassa, però devo pagarla. Grazie a Dio abbiamo un appartamento con tre camere e due bagni (ricordo che siamo in 11). Non è molto grande per le nostre esigenze, ma stringendoci un po’ ci si accontenta. Fatti i conti degli euro da pagare per la tassa sulla casa il conto totale è di 660, ma, dal momento che la rendita catastale supera i 1.000 euro, non ho diritto alle detrazioni e nemmeno alle rispettive maggiorazioni di 50 euro per ogni figlio (nel mio caso avrei un risparmio di 400 euro).

sabato 18 ottobre 2014

Restituiamo la Domenica al Signore!


Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo e voi non me lo volete concedere.
E' questo che appesantisce tanto il braccio di Mio Figlio.





Le domeniche e i giorni di festa sono per le famiglie un momento di socializzazione necessario per superare forme di isolamento e di crescente individualismo, causa spesso di forme di degrado sociale. La società del consumismo sfrenato viene assunta come unico valore da perseguire. In questa società l'individuo è solo un numero, quello che si vuole perseguire è mero il guadagno.
Non permettiamo che questo accada!
Guardiamo a quello che è il bene “reale” per le persone, per le famiglie, per la società! Riprendiamoci la Domenica, salviamola dallo sfruttamento del lavoro al quale sono costretti i lavoratori! Usiamo questa occasione per ridare culto a Dio! Restituiamola a DIO!


Fino alle 20 e chiusi la Domenica.

sabato 11 ottobre 2014

11 ottobre Divina Maternità di Maria Santissima





Il Titolo di Madre di Dio, fra tutti quelli che vengono attribuiti alla Madonna, è il più Glorioso. Essere la Madre di Dio è per Maria la sua Ragion d'Essere, il motivo di tutti i Suoi Privilegi e delle Sue Grazie. Per noi il Titolo racchiude tutto il Mistero dell'Incarnazione e non ne vediamo altro che più di questo sia Sorgente per Maria di Lodi e per noi di Gioia. Sant'Efrem pensava giustamente che credere e affermare che la Santissima Vergine Maria è Madre di Dio è dare una Prova Sicura della nostra Fede. La Chiesa quindi non Celebra alcuna Festa della Vergine Maria senza Lodarla per questo Privilegio. E così Saluta la Beata Madre di Dio, nell'Immacolato Concepimento, nella Natività, nell'Assunzione e noi nella Recita Frequentissima dell'Ave Maria facciamo altrettanto.


mercoledì 1 ottobre 2014

Comunione ai divorziati: riflessioni di un laico cristiano.







Il Sinodo dei Vescovi indetto da Papa Francesco sul tema “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell'evangelizzazione” inizierà il prossimo 5 ottobre e si concluderà il 19

di Renzo Puccetti
Benché denso di argomenti meritevoli di ben maggiore considerazione, la discussione sulla possibilità di riammettere al sacramento dell’Eucaristia le persone divorziate risposate ha monopolizzato l’attenzione dei media in vista del Sinodo straordinario sulla famiglia che il Santo Padre vuole comunque aperto al confronto. Intendo offrire un piccolo contribuito come laico impegnato insieme a tanti altri nella difesa del bene primario della vita e della prosecuzione dell’utero materno, come definì la famiglia il cardinale Ratzinger. Chesterton ammonì che un giorno le spade sarebbero state sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate; quando osservo lo stupro mediatico dell’appellativo così dolce e delicato con cui Gesù si è presentato a una minuta suora polacca, Misericordia, e il martirio a cui viene sottoposta la logica, ho come l’impressione che quel giorno non sia poi così lontano. Non voglio, non posso, non devo dare risposte, ma porre domande sì, quello mi è consentito, anzi è un diritto che mi deriva dal battesimo e ancora prima dalla mia natura umana razionale tenuta in così gran conto da un certo Pietro, primo Papa, che esortava a rispondere riguardo le ragioni della nostra speranza.

lunedì 8 settembre 2014

Le Tre Ave Maria




Si tratta di una preghiera ormai quasi del tutto dimenticata, in modo particolare fra i giovani. E' una pratica, di grande semplicità, quella semplicità che può venire solo dalla nostra amatissima Mamma.

Pratichiamola con il cuore e confidiamo nella nostra dolcissima Avvocata.
Santa Matilde di Hackeborn, monaca benedettina, pensando con timore al momento della sua morte, pregava la Madonna di assisterla in quel momento. 

Immancabilmente nostra Madre rispose al cuore di Santa Matilde:

Si, farò quello che tu domandi, figlia mia, però ti chiedo di recitare ogni giorno Tre Ave Maria: la prima per ringraziare l'Eterno Padre per avermi resa onnipotente in Cielo e in terra; la seconda per onorare il Figlio di Dio per avermi dato tale scienza e sapienza da sorpassare quella di tutti i Santi e di tutti gli Angeli; la terza per onorare la Spirito Santo per avermi fatta, dopo Dio, la più misericordiosa.

Questa pratica diventò universale quando il pontefice Leone XIII concesse indulgenze e prescrisse che il celebrante recitasse con il popolo le Tre Ave Maria dopo la S.Messa. La prescrizione purtroppo cessò con il Concilio Vaticano II.

Molti furono ne furono i Santi che sostennero questa pratica e ne propagarono la diffusione: Sant'Alfonso Maria de Liguori, S. Gerardo della Maiella.
San Giovanni Bosco la raccomandava vivamente ai suoi giovani ed anche San Pio ne fu uno zelante propagatore.


E' molto semplice, basta pregare così la mattina o la sera (meglio mattina e sera) :

O Maria, madre di Gesù e Madre mia, difendimi da maligno in vita e nell'ora della morte,

per il Potere che ti ha concesso l'Eterno Padre - Ave Maria

per la Sapienza che ti ha concesso il divin Figlio - Ave Maria

per l'Amore che ti ha concesso la Spirito Santo - Ave Maria .

Amen

Fonte: Regina Munti

domenica 24 agosto 2014

Perché il matrimonio è indissolubile?



di Gustave Thibon

[Da AA.VV., L'amore e il matrimonio, tr. it. Vita e Pensiero, Milano 1955, pp. 85-113]

Non è nostra intenzione esporre qui in tutti i suoi particolari l’insegnamento della teologia cattolica sulla indissolubilità del matrimonio. Supponendo che esso sia noto ai nostri lettori, ci limiteremo a ricordare i principi fondamentali e porremo in evidenza piuttosto l’aspetto psicologico ed «esistenziale» del problema. Su questo argomento come su molti altri il cattolicesimo, che pure possiede una teologia e una morale complete quanto equilibrate, non ha forse fatto quanto era necessario per giustificare i suoi principi sul terreno dell’esperienza psicologica e per rispondere a coloro che gli rimproverano per l’appunto di non tenere in considerazione l’uomo fatto di corpo e d’anima, né le condizioni concrete della sua esistenza.

Che l’uomo non divida…

Il principio dell’indissolubilità del matrimonio è contenuto per intero nel seguente passo del Vangelo: «I Farisei andarono da lui per tentarlo e gli dissero: “È lecito all’uomo di ripudiare per qualunque motivo la propria moglie?” Egli rispose: “Non avete letto che il creatore, al principio, creò l’uomo maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla sua donna e i due saranno una sola carne. Non divida pertanto l’uomo quel che Dio ha congiunto”» (Mt., XIX, 8-6). E S. Paolo, facendo eco all’insegnamento del Signore, così si esprime: «A coloro che sono sposati ordino (non io, ma il Signore) che la moglie non si separi dal marito. E se è separata rimanga senza maritarsi o si riconcilii col marito. E l’uomo non ripudii la moglie» (I Cor., VII, 10-11).
Tale esigenza di indissolubilità si fonda su due motivi:

giovedì 14 agosto 2014

La complementarietà del mondo maschile e femminile agli occhi del bambino.


"Mamma e papà, per i bimbi non sono la stessa cosa"


di Simona Martini
14-08-2014

Quando osservo, da psicologa, l'attuale dibattito relativo alle diverse tipologie possibili di famiglia, che secondo alcuni dovrebbero comprendere anche famiglie “arcobaleno”, dove coppie dello stesso sesso allevano uno o più bambini, e lo metto in relazione con l'individualismo ed il relativismo che dominano la nostra epoca, mi sorge spontanea una domanda: è davvero indifferente crescere in contesti così diversificati? Non sta invece accadendo che, dietro fiumi di parole atti a giustificare situazioni difformi dal contesto in cui ordinariamente un bambino dovrebbe vivere si cela una realtà diversa, in cui i figli diventano più oggetto di desideri e di capricci di persone adulte, ma poco mature, piuttosto che soggetti i cui diritti sono da tutelare offrendo loro le migliori opportunità di sviluppo possibili?

martedì 12 agosto 2014

Solennità Assunzione Beata Vergine Maria




L’ASSUNZIONE

DELLA 

BEATA VERGINE MARIA



«SIGNUM MAG NUM APPARUIT
IN CAELUM»



«Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle»

Fonte: Dossier Fides 

Il mese di Agosto trova il suo punto culminante il giorno 15 del mese, Solennità della Beata Vergine Maria.

La liturgia di questa Festa ha mantenuto significativamente come Canto di Inizio della Messa, il passaggio dell’Apocalisse di San Giovanni, che ci presenta un grande SEGNO (capitolo 12, 1):

«Signum magnum apparuit in cælo: mulier amicta sole, et luna sub pedibus ejus, et in capite ejus corona stellarum duodecim»

sabato 2 agosto 2014

IL PERDONO DI ASSISI

“Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.

Fonte: Porziuncola.org

Quello che ha reso nota in tutto il mondo la Porziuncola è soprattutto il singolarissimo privilegio dell’Indulgenza, che va sotto il nome di “Perdono d’Assisi”, e che da oltre sette secoli converge verso di essa orde di pellegrini.

Milioni e milioni di anime hanno varcato questa “porta della vita eterna” e si sono prostrate qui per ritrovare la pace e il perdono nella grandeIndulgenza della Porziuncola, la cui festa si celebra la mattina del 1 agosto e si conclude con il Vespro solenne del 2 agosto.

lunedì 28 luglio 2014

Italia Cristiana: "Fare politica per servire."



1° Incontro 
"Fare Politica per Servire"
ITALIA CRISTIANA
Roma 26 Luglio 2014


E' stata una bella esperienza quella vissuta a Roma.
Si trattava del primo incontro annuale dal titolo "Fare Politica per Servire" del movimento Italia Cristiana, incontro attraverso il quale sono stati sviluppati i progetti e le linee guida di questa organizzazione politica.
 "Noi siamo animati dall'amore per una Persona
che è Cristo"  (Fabrizio Verduchi)
Ha aperto i lavori il presidente di Italia Cristiana, Fabrizio Verduchi, che dopo una breve esposizione di quanto fatto nei primi 10 anni (2002 - 2012) di instancabili battaglie, e delle iniziative dell'ultimo biennio, ha indicato le basi sulle quali il movimento fonda il suo impegno politico inteso come vero e proprio "servizio" per l'evangelizzazione ed il raggiungimento della giustizia sociale.
Per fare questo non si può prescindere dalla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica,

mercoledì 23 luglio 2014

Brandmüller: il celibato del clero ha origine già con Gesù e gli apostoli. E spiega perché.


Come storico della Chiesa, il cardinale tedesco confuta la tesi secondo cui il celibato del clero sarebbe un'invenzione del secolo X. No, obietta: ha origine già con Gesù e gli apostoli. E spiega perché.
di Sandro Magister

"Forse lei non sa che il celibato fu stabilito nel X secolo, cioè 900 anni dopo la morte di nostro Signore. La Chiesa cattolica orientale ha facoltà fin d’ora che i suoi presbiteri si sposino. Il problema certamente esiste ma non è di grande entità. Ci vuole tempo ma le soluzioni ci sono e le troverò".

È questa la risposta sul tema del celibato del clero che papa Francesco dà a Eugenio Scalfari nell'intervista concessa al fondatore del quotidiano "la Repubblica" e nume dell'intellettualità laica italiana, pubblicata domenica 13 luglio.

Lo stesso giorno, una nota di padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha precisato:

E l’uomo «senza Dio» disse: non ho tempo.

Fonte: Avvenire

Sperimentare lo scorrere del tempo significa «fare esperienza di una grande debolezza. Abbiamo paura di dimenticare, perdendo così la nostra identità e quella dei nostri cari. Oppure temiamo il presente che sfugge o il futuro incerto, in cui può accadere il peggio. Ecco perché ci viene il desiderio di isolarci dal tempo: lo vediamo come una forza distruttiva». Invitano a fermarsi, per riflettere, le pagine del volume Teologia del tempo. Saggio sulla memoria, la promessa e la fecondità, pubblicato dalle Edizioni Dehoniane di Bologna (pagine 352, euro 33,00) e scritto da padre José Granados García, docente di Teologia dogmatica e patristica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II di Roma e professore invitato alla Gregoriana. Perché è un libro che coniuga ragionamento teologico ed esperienza quotidiana in modo puntuale, con un linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori.

Nella società occidentale i ritmi di vita sono frenetici e il tempo viene centellinato nei rapporti umani ma riempito di impegni lavorativi.
«Viviamo una crisi nel modo di vivere il tempo, collegata al rifiuto postmoderno dei grandi racconti. Il passato si è allontanato sempre di più come realtà fuori moda; il futuro si è aperto senza misura, pieno di paure e minacce. Ci resta l’istante presente, sempre scarso. Ecco perché è così frequente dire: “Non ho tempo”. Questa crisi appare nell’esperienza della noia e, allo stesso tempo, in quella della fretta. In ambedue i casi il tempo perde la sua armonia, non c’è più collegamento tra un momento e l’altro. Come uscirne? Non basta modificare il modo in cui investiamo il tempo. La soluzione è cambiare il nostro modo di viverlo, recuperandone una visione che intreccia intreccia la nostra vita con quella degli altri tramite ricordi e speranze. Non si tratta dunque, di avere “tempo” per coltivare i rapporti umani, ma di capire che proprio nelle relazioni il tempo si genera».

sabato 12 luglio 2014

In natura il gender non esiste.



La cancellazione di «madre» e «padre» con «Genitore 1» e «Genitore 2», avvenuta in diverse scuole, appare come un piccolo caso provinciale a confronto dell’operazione che, su vasta scala, ha lanciato Facebook per annacquare «maschi» e «femmine» nell’indistinto mare dell’ideologia Gender. Per la quale essere uomo o donna è un’opinione fra tante altre, non un dato di natura. Questo impone il nuovo dogma dell’epoca obamiana. Perciò sul famoso social network ora si potrà «definire la propria identità di genere in ben 58 modi diversi», come annuncia esultante Repubblica: negli spazi dove fino a ieri stavano scritti solo «maschio» e «femmina» adesso si potrà fare anche una scelta «personalizzata».

Infatti «sotto la stretta supervisione dell’Arcigay» si offrono decine di possibilità: intersessuale, agender, bigender, fluido, neutro, trans e pure femminiello. C’è perfino la distinzione tra «femmina trans» e «trans femmina».

NATURA E REALTÀ
Per la verità, a noi, affezionati alla razionalità, alla natura e alla realtà, pare che - in barba a Obama - continuino a nascere solo uomini e donne. Insieme al buon senso e alle ostetriche, lo dicono la scienza, la fisiologia e la biologia. Non a caso la regola dice che nel Dna sta scritto che si è maschi oppure femmine. E anche se uno si sottopone a un’operazione chirurgica privandosi dei suoi organi genitali il Dna continua a dare il responso originario. Il Dna dunque parla come la Sacra Scrittura, perché la natura è il linguaggio di Dio: si nasce maschi o femmine. Non è un’opzione culturale, che uno può decidere arbitrariamente, ma un dato di natura.

venerdì 27 giugno 2014

Lettera ai "rottamatori" dei valori non negoziabili







Nessuno al mondo può decidere di negare la Vita ad un altro essere umano.
Fonte: (Zenit.org
di Carlo Climati

Cari rottamatori dei valori non negoziabili,


ho pensato di scrivervi questa lettera perché vi vedo particolarmente attivi e chiacchieroni, soprattutto attraverso i mezzi di comunicazione.

Faccio una premessa. L’espressione “valori non negoziabili”, per me, è veramente bellissima. E’ perfetta per il momento storico che stiamo vivendo, in cui ci viene detto che gli asini volano, che i pesci parlano e che gli elefanti possono ballare il tango.

“Valori non negoziabili” significa che su certi temi non è possibile fare compromessi. Non si può cedere neppure di un millimetro, perché riguardano la Vita, la dignità e il futuro di ogni esseri umano.

Ci siamo impegnati per anni, pacificamente, per difendere questi valori. Poi, all’improvviso, siete arrivati voi, rottamatori, con la richiesta di mettere da parte tutto ciò che potrebbe turbare le coscienze del mondo contemporaneo.

mercoledì 18 giugno 2014

Legale é anche morale?


Fonte: Corsia dei Servi

Di Mario Palmaro

Il rapporto fra diritto e morale ha appassionato generazioni di teologi e filosofi, che si sono confrontati con uno degli snodi più problematici del pensiero umano. Secondo alcuni, questo punto nevralgico del dibattito intellettuale sarebbe – con immagine colorita e invero molto efficace – il Capo Horn della filosofia del diritto. Un luogo concettuale dove, in altre parole, è necessario passare se si vuole navigare fino alla meta; ma allo stesso tempo, un posto dove molti se non tutti alla fine farebbero, inesorabilmente, naufragio. 
In questa immagine vi è indubbiamente molta verità. Tuttavia, la consapevolezza della difficoltà non può indurre a imboccare facili scorciatoie. E per un motivo molto semplice: l’uomo deve necessariamente risolvere il problema del rapporto diritto-morale, perché altrimenti non è in grado di scrivere alcuna norma giuridica.
E senza norma giuridica, è impossibile la convivenza umana, il sorgere della società, lo sviluppo delle aspirazioni più profonde ed elevate della persona. Soltanto un sistema straordinariamente efficace come l’ordinamento giuridico romano poteva permettere la nascita e lo sviluppo di una delle più grandi civiltà della storia umana. Soltanto in quel sistema – governato da regole e disciplina - poteva prosperare la ricchezza culturale delle arti classiche, documentata dalla poesia, alla letteratura, all’architettura latina. E, aggiungiamo noi, soltanto dentro questo stupendo prodotto del genio umano poteva nascere e svilupparsi in quel modo straordinario l’avventura bimillenaria della Chiesa cattolica. Che è universale, ma insieme, indissolubilmente, “romana”.
Ricapitolando: l’uomo ha bisogno del diritto; il diritto ha bisogno di un criterio, di un metro di giudizio “metagiuridico” che consenta al legislatore di stabilire che cosa è lecito e che cosa è vietato; questo metro di giudizio è sempre il prodotto della risposta a una sola e unica domanda: quale rapporto esiste fra diritto e morale.
In questo breve studio cercheremo di toccare alcuni aspetti di questa enorme questione, mettendo in luce soprattutto i punti che legano il problema in oggetto alle più dibattute tematiche della bioetica, con particolare riferimento alle tecniche di fecondazione artificiale. 

martedì 17 giugno 2014

Ideologia del genere - ricadute giuridiche.



Fonte: FIAMC
La tutela penale della persona e le ricadute giuridiche dell’ideologia del genere
Prof. Mauro Rouco
1. Il nuovo paradigma dei «diritti umani» e la distruzione giuridica della persona. – L’ideologia postmoderna dei «diritti umani» sta distruggendo la persona umana. Questa affermazione sembra paradossale. Eppure esprime una drammatica verità dei tempi attuali. Il fondamento dei diritti umani nelle correnti relativistiche che hanno imposto la loro agenda ai Governi di tutto il mondo dopo le Conferenze del Cairo del 1994 e di Pechino del 1995 sta esclusivamente nella libertà di scelta del soggetto, nell’autodeterminazione assoluta, nella trasformazione in «diritto umano» di ogni atto libero del soggetto o di ogni atto al cui compimento il soggetto presta il consenso. Secondo questa impostazione, che potenti lobbys cercano di introdurre nelle leggi degli Stati e che, in larga misura, si è guadagnata l’adesione delle Corti di giustizia poste ai vertici degli apparati giurisdizionali[1], il diritto non è più una facoltà morale pertinente intrinsecamente al soggetto, che lo Stato non costituisce, ma riconosce, fornendole protezione coattiva, facoltà pertinente al soggetto per il solo fatto di essere persona, affinché essa realizzi il bene consentaneo alla sua natura di ente razionale capace di conoscere il vero e di attuare il buono e il giusto. Il diritto consisterebbe, invece, nell’impulso del soggetto a scegliere qualsiasi oggetto che egli di fatto sia capace di raggiungere o di produrre, senza alcun limite che non sia costituito dal medesimo impulso di altri soggetti, capaci fattualmente di compiere scelte spontanee. Alla base del diritto starebbe la autodeterminazione assoluta, come spontaneità incoercibile che sorge non coercita dagli impulsi dell’io a soddisfare i propri desideri. Il diritto starebbe nel moto spontaneo del soggetto che si distende senza conoscere il tenore del suo distendersi e che si attua senza una direzione e un termine preciso. In questo modo la spontaneità sarebbe il fondamento e allo stesso tempo l’oggetto del «diritto», che non pretende altro che la autorealizzazione, l’autonomia o l’aumento del proprio potere[2].

giovedì 29 maggio 2014

Perché l'Europa ha cancellato 2 milioni di firme contro l'aborto?

Luca Volontè
Pubblicazione: giovedì 29 maggio 2014

Ieri la Commissione europea, come suo ultimo atto e a pochi giorni dalle nuove nomine, ha voluto dimostrare la sua incomprensione della realtà popolare e la sua contrarietà vendicativa verso ogni decisione o proposta che venga dai cittadini europei. E’ ben vero che la valutazione politica verso l’Europa e la sua Commissione era venuta dall’esito delle elezioni europee. Tuttavia la bocciatura impropria e irrispettosa della iniziativa popolare One of Us (due milioni di firme per bloccare i fondi europei sulle cellule embrionali e i finanziamenti ai programmi pro aborto) dimostra nei fatti, con una formalità che fa rabbrividire, quanto già i cittadini europei avevano sancito: questa Europa grazie a questa Commissione e al suo presidente Barroso è una terribile metafora del sogno europeo dei padri fondatori. 

sabato 17 maggio 2014

San Massimiliano Maria Kolbe - Video


Il video in lingua spagnola sulla vita e il martirio di un santo del XX secolo. Una figura grande di uomo e di Santo, cavaliere dell'Immacolata, innamorato di Maria Santissima.
Buona visione!




«Tutti bramano la felicità e aspirano ad essa, ma pochi la trovano, perché la cercano là dove non esiste.
Usciamo per strada. Sull’ampio marciapiede camminano in tutta fretta persone di varia età e condizione, e ognuna mira a qualche scopo, che deve essere una particella della sua felicità. (…) Dovunque volgi lo sguardo, vedi delle persone assetate di felicità. Ma tutti costoro sono sicuri che al termine del loro affannarsi abbracceranno il tesoro tanto bramato?
Uno di essi si è prefisso quale scopo di accumulare beni materiali, denaro. Non ha ancora raggiunto la meta dei suoi desideri, perciò continua a darsi da fare. Ma ci arriverà? (…)
È forse la gloria che appaga l’uomo? Diamo uno sguardo alle schiere di persone celebri, che occupano posizioni elevate e godono di grande celebrità. Forse che costoro posseggono il talismano della felicità? (…) Neppure qui, dunque, c’è la felicità. Inoltre, ricchezza, piaceri della vita e gloria appartengono piuttosto a eccezioni, mentre ognuno desidera la felicità…Il cuore dell’uomo è troppo grande per poter essere riempito dal denaro, dalla sensualità, oppure dal fumo della gloria, che è illusorio, anche se stordisce. Esso desidera un bene più elevato, senza limiti e che duri eternamente. Ma questo bene èsoltanto Dio».
(San Massimiliano Maria Kolbe - SK 905)

martedì 8 aprile 2014

12 DOMANDE E RISPOSTE SULL’ATTUALE SITUAZIONE DELLA FAMIGLIA


Ideologia gender, omofobia, matrimoni omosessuali.


1. COS’È L’IDEOLOGIA del “GENDER”?

Per “teorie di genere” (“Gender Theory”) si intende un complesso di studi ed opere saggistiche prodotte soprattutto nel mondo anglosassone, a partire dagli anni ’60, in diversi ambiti accademici (psicologia, filosofia, sociologia, linguistica..). Queste teorie nascono nell’ambito dei movimenti ideologici femministi per contestare il sistema tradizionale di considerazione sociale della donna, a tratti decisamente discriminatorio. Col tempo però le teorie di genere, che intanto vengono fatte proprie dai movimenti gay, arrivano ad immaginare la società ideale come quella in cui l’eguaglianza tra le persone può essere attuata solamente riconoscendo nel “sesso” una mera convenzione sociale, costruita attraverso l’imposizione di regole e norme esterne, che obbliga le persone a vivere “da maschio” o “da femmina”, come se questi modi di essere avessero un reale fondamento naturale – fondamento che le teorie di genere negano.

giovedì 13 marzo 2014

“Nel vincolo della fedeltà uomo e donna trovano il loro stato definitivo".



Il teologo di Wojtyla stronca radicalmente il rapporto segreto Kasper su uomo e matrimonio reso noto dal Foglio.




Talvolta negare la misericordia è l’unico modo di difenderla dalle sue adulterazioni. Il cardinale Kasper lo afferma con grande chiarezza nel suo libro Misericordia: “Un ulteriore grave fraintendimento della misericordia è quello che induce a disattendere, in nome della misericordia, il comandamento divino della giustizia (…). Non possiamo consigliare, per una falsa misericordia, di abortire” (p. 221). Una misericordia ingiusta, non è misericordia. Non si può attentare alla dignità umana nel nome della misericordia. Di conseguenza, per parlare di misericordia rispetto al matrimonio è molto importante comprendere esattamente quale realtà di dignità umana sia coinvolta in questa istituzione. Non ci sarebbe alcuna misericordia se si attentasse a tale dignità. Questo bene è ciò che la tradizione cristiana ha denominato vincolo ed è precisamente ciò che ha costituito il soggetto reale dell’indissolubilità che si attribuisce al matrimonio. E’ così che il Concilio Vaticano II definisce il matrimonio come una realtà trascendente: “In vista del bene dei coniugi, della prole e anche della società, questo legame sacro non dipende dall’arbitrio dell’uomo” (GS 48), ecco perché lo ritiene indissolubile (n. 50). Il termine è intrinsecamente unito alla dottrina del matrimonio giacché il Concilio di Trento lo usa nei suoi canoni 5 e 7 su questo sacramento. Non dovrebbe però intendersi come un’espressione aliena all’amore. E’ lo stesso amore che nella sua verità unisce le persone mediante vincoli stabili. Il teologo Kasper nel suo libro “Teologia del matrimonio” parla così: “Nel vincolo della fedeltà uomo e donna trovano il loro stato definitivo.

Diventano ‘un corpo solo’ (Gn 2,24; Mc 10,8; Ef 5,319), cioè un noi-persona” (1978, 26).

domenica 23 febbraio 2014

I PECCATI CONTRO LA SANTITA' DEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO


I PECCATI CONTRO LA SANTITA' DEL
SACRAMENTO DEL MATRIMONIO


1. DIVORZIO E ADULTERIO


Abbiamo visto, anche passando in rassegna alcuni testi biblici del Nuovo Testamento, come il sesto comandamento intenda tutelare le dimensioni della santità dell’amore umano aperto alla vita e del corpo umano in quanto tempio dello Spirito Santo. Dobbiamo ora addentrarci nell’analisi dei singoli peccati impuri. A mio avviso è quanto mai opportuno distinguere le singole tipologie in quattro generi di peccato: alcuni, infatti, sono direttamente contrari alla santità del matrimonio; altri colpiscono la vita come frutto naturale dell’amore umano tra un uomo e una donna; altri costituiscono delle aberrazioni della legge naturale; ed altri, infine, sono profanazioni della santità del corpo umano in quanto tale.
Appartengono al primo gruppo l’adulterio, il divorzio, le unioni civili, le libere convivenze e i rapporti prematrimoniali. Il matrimonio è un vero sacramento, istituito da Cristo per sigillare e santificare con la benedizione di Dio il patto coniugale con cui un uomo e una donna, liberamente, si donano l’uno all’altro con atto di consegna totale e indissolubile, valido e vincolante fino alla morte di uno dei coniugi. L’adulterio, che in tempi non troppo lontani era perseguito come reato dal Codice Penale italiano, è un gravissimo peccato in quanto infrange la promessa sacra di fedeltà reciproca contratta dai coniugi davanti a Dio.

sabato 8 febbraio 2014

L’Onu contro il Vaticano ovvero la Nuova Mafia contro la Chiesa di Dio.



di Ludovico Russomando

A volte non si sa se ridere o piangere e al di là dell’apparente boutade si tratta di un dilemma non da poco. Certe cose, in sé stesse gravi o addirittura gravissime, possono, per altre ragioni, generare ilarità o sano e legittimo humour. Vedere una persona goffa e robusta scivolare su una buccia di banana può creare sia una sincera pena che una certa divertita risata, senza che si voglia ignorare il danno subito al malcapitato.

La storia dell’Onu resta tutta da scrivere e quando sarà scritta e opportunamente documentata, essa farà apparire senza dubbio la nota agenzia internazionale come uno di quei poteri forti – forse il principale – che senza potersi fondare su alcun suffragio popolare e con nessun titolo di legittimità, da decenni ormai serve solo a manovrare, a influenzare, a fare pressioni indebite e insomma ad auto-perpetuarsi, in una inutilità drammatica ed evidente. E’ impossibile fare una lista dei peccati, dei crimini e dei reati commessi nel mondo interno da agenti e operatori targati Onu: questi crimini vanno dallo sfruttamento minorile alla copertura del traffico internazionale di stupefacenti, dalla violazione della sovranità di Stati legittimamente costituiti sino alla regia, più o meno occulta, di colossali campagne di propaganda ideologica e terroristica. Non ci interessa esprimere opinioni personali, noi seguiamo semplicemente il Magistero della Chiesa e al seguito di questocondanniamo fermamente tutte le tipiche deviazioni della società contemporanea, come il divorzio, l’aborto, la contraccezione, l’omosessualità, la pornografia, l’eutanasia, le manipolazioni genetiche e ogni forma di “liberalizzazione” in tal senso.

sabato 1 febbraio 2014

No alla scuola-gender.

Mai si era deciso di imporre la negazione dell’innegabile, l’oscuramento per legge delle evidenze..



scritto da
: Stefano Fontana,
sabato 1 febbraio 2014

Arrivare primi non sempre è un merito. Ma nel caso del Messaggio dei Vescovi del Triveneto per la 36ma Giornata della Vita – “Il compito educativo è una missione chiave!” -, arrivare primi è stato un vero merito. Primi in cosa? Primi a intervenire su un insieme di fenomeni molto allarmanti che stanno invadendo l’educazione dei nostri bambini e giovani nella scuola e che di solito viene riassunto nell’espressione “ideologia del gender”. Finora erano intervenuti solo (pochi) singoli Vescovi. Ora interviene una Conferenza episcopale regionale. Siccome se ne sentiva il bisogno: onore al merito a chi è arrivato per primo!

martedì 14 gennaio 2014

IL BATTESIMO di Giovanni Guareschi


IL BATTESIMO
di Giovanni Guareschi


Entrarono improvvisamente in chiesa un uomo e due donne, e una delle due era la moglie di Peppone, il capo dei rossi.
Don Camillo che, in cima a una scala stava lucidando col sidol l'aureola di San Giuseppe, si volse e domandò cosa volevano.
"C'è da battezzare della roba" rispose l'uomo. E una delle donne mostrò un fagotto con dentro un bambino.

"Chi l'ha fatto?" chiese don Camillo scendendo.

"Io" rispose la moglie di Peppone.

"Con tuo marito?" si informò don Camillo. "Si capisce! Con chi vuole che l'abbia fatto: con lei?" ribatté secca la moglie di Peppone.
"C'è poco da arrabbiarsi" osservò don Camillo avviandosi verso la sagrestia. "So assai, io: non avevano detto che nel vostro partito è di moda l'amore libero?"

Passando davanti all'altare don Camillo si inchinò e strizzò l'occhio al Cristo crocifisso.

"Avete sentito?" e don Camillo ridacchiò. "Gliel'ho dato un colpetto a quei senza Dio!" "Non dire stupidaggini, don Camillo!" rispose seccato il Cristo. "Se fossero senza Dio non verrebbero qui a far battezzare i figli. Se la moglie di Peppone ti avesse rifilato una sberla, te la saresti guadagnata."