domenica 27 novembre 2016

Gli uomini di buona volontà pensano ed agiscono in modo diverso.

Si è perso il senso della vita e del suo vero valore. 
Si attraversa questo passaggio esistenziale come se non ci fosse una meta. E per questo ci si chiude alla possibilità di un traguardo guadagnato con fatica e sudore. Non si vogliono affrontare i rischi e i pericoli delle proprie scelte. Non ci si vuole più impegnare per conseguire un risultato che porti a traguardi che non siano chili persi e muscoli tonici. Invece di sposarsi si preferisce convivere, invece che fare figli sin da giovani ci si chiude alla vita per assaporare i "piaceri" amari di una esistenza sterile ed egoista.
L'uomo e la donna di fede, non fanno così.




di Tommaso Scandroglio.

Il senso di liberazione che ha accompagnato molti commentatori nell’apprendere che ora la cattedra di Pietro ha indicato una strada facilitata, se non una scorciatoia, nell’assolvere il peccato di aborto e nel togliere la relativa scomunica è indice di un atteggiamento mentale abbastanza diffuso in una certa cultura contemporanea. L’atteggiamento mentale proprio dell’arrendevole, di chi appunto se può prende la via più comoda, più confortevole, più esistenzialmente ergonomica.

L’uomo postmoderno infatti da tempo ha rinunciato alla battaglia. Aspetta un bambino malato? Ricorre all’aborto. Non vuole concepire un bambino malato? Opta per la diagnosi genetica pre-impianto. Non riesce ad avere un bambino? Prende la via facile della provetta. Teme di sopportare le conseguenze negative di una sessualità nomade? Fa uso della contraccezione. Prova disagio nella sua condizione sessuale? Cambia sesso come quando si cambia scuola perchè non ci si trova bene. Ha paura di soffrire nell’ultimo tratto di vita? Sceglie l’eutanasia. Teme di sposarsi la donna o l’uomo sbagliato? Va a convivere. Litiga in famiglia o non si sente realizzato (pur avendo prima convissuto)? Divorzia. 

domenica 20 novembre 2016

20 Novembre 2016 - 23 Settembre 2017: Nel Cielo apparve un segno grandioso.





NEL CIELO APPARVE UN SEGNO GRANDIOSO”

Domenica 20 novembre 2016 ha inizio un evento astronomico che culminerà in una sorprendente coincidenza con la visione del capitolo 12, versetto 1 dell’Apocalisse: “Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”.
Nel giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la Solennità di Cristo Re dell’universo, infatti, uno dei pianeti del nostro sistema solare, Giove, chiamato lui stesso dagli scienziati il “Pianeta re” in quanto più grande degli altri, entra nella costellazione della Vergine, rimanendovi fino al 23 settembre 2017, festa di san Pio da Pietrelcina. 

martedì 15 novembre 2016

Una lettera. Cinque domande sui punti più controversi di Amoris Laetitia.



                      




Oggi Sandro Magister pubblica un documento, ripreso in contemporanea su testate di tutto il mondo, contenente i "Dubia" - Dubbi inviati al Papa due mesi fa da quattro cardinali. In mancanza di risposta, esso viene reso pubblico al fine di lanciare e approfondire la riflessione sui problemi sollevati, che riguardano l'intero edificio della morale cattolica. È opportuno affermare con fermezza che non si tratta in alcun modo di un atto di ostilità nei confronti di papa Francesco né di uno scontro conservatori-progressisti.


È espressa unicamente la preoccupazione di pastori e collaboratori del Papa per la grave confusione creatasi nella Chiesa a causa di alcuni punti dell'esortazione apostolica "Amoris Laetitia" chiamati formalmente e sostanzialmente in causa.


Si tratta indubbiamente di un momento 'forte', un momento di grande afflato ecclesiale perché va riallacciato all'Appello inviato da un gruppo di 45 studiosi, prelati e sacerdoti cattolici al Collegio dei Cardinali : L’esortazione apostolica Amoris laetitia: una critica teologica [qui], con il quale è stato chiesto a Papa Francesco di “ripudiare” le ritenute “proposizioni erronee” presenti nell’Amoris Laetitia. Appello seguito dalla Dichiarazione di fedeltà all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina, sottoscritto in partenza da 80 personalità cattoliche, che ha raccolto migliaia di adesioni [qui]. Senza dimenticare la primissima autorevole richiesta di chiarimenti, quella di Mons. Athanasius Schneider : Il paradosso delle interpretazioni contraddittorie di «Amoris laetitia» [qui]. Con l'occasione rinvio all'indice delle molte riflessioni e interventi al riguardo. Qui una prima riflessione.

mercoledì 2 novembre 2016

La distruzione della famiglia.

Individualismo, consumismo, edonismo, ma non solo, i fattori della distruzione della famiglia.





La drammaticità dei dati italiani delle nascite sta finalmente imponendosi. Speriamo che ora non tutto il problema venga visto sotto la luce della mancanza di lavoro, delle insufficienti prospettive dei giovani, delle difficoltà materiali delle famiglie, dei costi di mantenimento dei figli e così via. Non perché non ci siano anche questi elementi nella patologicamente bassa natalità degli italiani, ma perché le nascite flettono tendenzialmente, salvo sobbalzi di scarsa entità e di ancor più mediocre durata, da oltre mezzo secolo a questa parte. Quando un fenomeno attraversa periodi così lunghi in cui tutte le situazioni economiche si succedono e accavallano, dalle migliori alle peggiori, senza però mai mutare la direzione di fondo, allora il segnale è chiaro: non sono quelli i fattori che più contano nel determinare quella direzione. Contano, è indubbio, ma non così tanto, non in modo così decisivo come contano altri fattori invece sin qui quasi dimenticati. Certo, i dati delle nascite cui siamo di fronte sono impressionanti. Ma non lo sono da oggi, anche se oggi si è toccato un fondo che non pensavamo mai che sarebbe stato neppure sfiorato. Lo sono da trenta anni almeno. Oggi, anzi, vengono al pettine i dati sulle nascite che da tanti, troppi anni non fanno che diminuire senza che ci si fermi a interrogarci davvero sulle cause più profonde del fenomeno. Perché il primo fattore che grava sulle così poche nascite è, intanto, un fattore strutturale: sempre meno donne, a seguito di una denatalità che viene da tanto lontano, entrano nell’età riproduttiva. E ancor meno ne entreranno nei prossimi anni. Sempre meno donne nell’età di fare figli arriveranno sulla scena riproduttiva italiana: occorre saperlo e, se possibile, cominciare ad attrezzarci per cercare di compensare questa carenza strutturale del passato, del presente e che ci accompagnerà anche nel futuro.