giovedì 30 aprile 2009

Benedetto XVI alle autorità e agli abitanti colpiti dal sisma in Abruzzo




PAROLE DI SALUTO DEL SANTO PADRE

Cari amici!

Sono venuto di persona in questa vostra terra splendida e ferita, che sta vivendo giorni di grande dolore e precarietà, per esprimervi nel modo più diretto la mia cordiale vicinanza. Vi sono stato accanto fin dal primo momento, fin da quando ho appreso la notizia di quella violenta scossa di terremoto che, nella notte del 6 aprile scorso, ha provocato quasi 300 vittime, numerosi feriti e ingenti danni materiali alle vostre case. Ho seguito con apprensione le notizie condividendo il vostro sgomento e le vostre lacrime per i defunti, insieme con le vostre trepidanti preoccupazioni per quanto in un attimo avete perso. Ora sono qui, tra voi: vorrei abbracciarvi con affetto uno ad uno. La Chiesa tutta è qui con me, accanto alle vostre sofferenze, partecipe del vostro dolore per la perdita di familiari ed amici, desiderosa di aiutarvi nel ricostruire case, chiese, aziende crollate o gravemente danneggiate dal sisma. Ho ammirato e ammiro il coraggio, la dignità e la fede con cui avete affrontato anche questa dura prova, manifestando grande volontà di non cedere alle avversità. Non è infatti il primo terremoto che la vostra regione conosce, ed ora, come in passato, non vi siete arresi; non vi siete persi d’animo. C’è in voi una forza d’animo che suscita speranza. Molto significativo, al riguardo, è un detto caro ai vostri anziani: "Ci sono ancora tanti giorni dietro il Gran Sasso".

Venendo qui, ad Onna, uno dei centri che ha pagato un alto prezzo in termini di vite umane, posso immaginare tutta la tristezza e la sofferenza che avete sopportato queste settimane. Se fosse stato possibile, avrei desiderato recarmi in ogni paese e in ogni quartiere, venire in tutte le tendopoli e incontrare tutti. Mi rendo ben conto che, nonostante l’impegno di solidarietà manifestato da ogni parte, sono tanti e quotidiani i disagi che comporta vivere fuori casa, o nelle automobili, o nelle tende, ancor più a causa del freddo e della pioggia. Penso poi ai tanti giovani costretti bruscamente a misurarsi con una dura realtà, ai ragazzi che hanno dovuto interrompere la scuola con le sue relazioni, agli anziani privati delle loro abitudini.

Si potrebbe dire, cari amici, che vi trovate, in un certo modo, nello stato d’animo dei due discepoli di Emmaus, di cui parla l’evangelista Luca. Dopo l’evento tragico della croce, rientravano a casa delusi e amareggiati, per la "fine" di Gesù. Sembrava che non ci fosse più speranza, che Dio fosse nascosto e non fosse più presente nel mondo. Ma, lungo la strada, Egli si accostò e si mise a conversare con loro. Anche se non lo riconobbero con gli occhi, qualcosa si risvegliò nei loro cuori: le parole di quello "Sconosciuto" riaccesero in loro quell’ardore e quella fiducia che l’esperienza del Calvario aveva spento.

Ecco, cari amici: la mia povera presenza tra voi vuole essere un segno tangibile del fatto che il Signore crocifisso vive; che è con noi, che è realmente risorto e non ci dimentica, e non vi abbandona; non lascerà inascoltate le vostre domande circa il futuro, non è sordo al grido preoccupato di tante famiglie che hanno perso tutto: case, risparmi, lavoro e a volte anche vite umane. Certo, la sua risposta concreta passa attraverso la nostra solidarietà, che non può limitarsi all’emergenza iniziale, ma deve diventare un progetto stabile e concreto nel tempo. Incoraggio tutti, istituzioni e imprese, affinché questa città e questa terra risorgano.

Il Papa è qui, oggi, tra di voi per dirvi anche una parola di conforto circa i vostri morti: essi sono vivi in Dio e attendono da voi una testimonianza di coraggio e di speranza. Attendono di veder rinascere questa loro terra, che deve tornare ad ornarsi di case e di chiese, belle e solide. È proprio in nome di questi fratelli e sorelle che ci si deve impegnare nuovamente a vivere facendo ricorso a ciò che non muore e che il terremoto non ha distrutto e non può distruggere: l’amore. L’amore rimane anche al di là del guado di questa nostra precaria esistenza terrena, perché l’Amore vero è Dio. Chi ama vince, in Dio, la morte e sa di non perdere coloro che ha amato.

Vorrei concludere queste mie parole rivolgendo al Signore una particolare preghiera per le vittime del terremoto.


Affidiamo questi nostri cari a Te, Signore, sapendo

che ai tuoi fedeli Tu non togli la vita ma la trasformi,

e nel momento stesso in cui viene distrutta

la dimora di questo nostro esilio sulla terra,

Ti preoccupi di prepararne una eterna ed immortale in Paradiso.

Padre Santo, Signore del cielo e della terra,

ascolta il grido di dolore e di speranza,

che si leva da questa comunità duramente provata dal terremoto!

E’ il grido silenzioso del sangue di madri, di padri, di giovani

e anche di piccoli innocenti che sale da questa terra.

Sono stati strappati all’affetto dei loro cari,

accoglili tutti nella tua pace, Signore, che sei il Dio-con-noi,

l’Amore capace di donare la vita senza fine.

Abbiamo bisogno di Te e della Tua forza,

perché ci sentiamo piccoli e fragili di fronte alla morte;

Ti preghiamo, aiutaci, perché soltanto il Tuo sostegno

può farci rialzare e indurci a riprendere insieme,

tenendoci fiduciosi l’un l’altro per mano, il cammino della vita.

Te lo chiediamo per Gesù Cristo, nostro Salvatore,

in cui rifulge la speranza della beata risurrezione.

Amen!

Preghiamo adesso con la preghiera che il Signore ci ha insegnato; "Padre Nostro...

domenica 26 aprile 2009

Del gran mezzo della preghiera





"Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna.
Tutti i beati, eccettuati i bambini, si sono salvati col pregare.
Tutti i dannati si sono perduti per non pregare; se pregavano non si sarebbero perduti.
E questa è, e sarà la loro maggiore disperazione nell’inferno, l’aversi potuto salvare con tanta facilità, quant’era il domandare a Dio le di lui grazie, ed ora non essere i miseri più a tempo di domandarle."
( Sant'Alfonso Maria de' Liguori)

martedì 21 aprile 2009

Jesu dulcis memoria












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Iesu dulcis memoria
Dans vera cordis gaudia
Sed super mel et omnia
Eius dulcis praesentia.
Nil canitur suavius
Nil auditur iucundius
Nil cogitatur dulcius
Quam Jesus Dei Filius.
Iesu, spes paenitentibus
Quam pius es petentibus
Quam bonus Te quaerentibus
Sed quid invenientibus?
Iesu dulcedo cordium
Fons vivus lumen mentium
Excedens omne gaudium
Et omne desiderium.
Nec lingua valet dicere
Nec littera exprimere
Expertus potest credere
Quid sit Iesum diligere.
Iesu Rex admirabilis
Et triumphator nobilis
Dulcedo ineffabilis
Totus desiderabilis.
Mane nobiscum Domine
Et nos illustra lumine
Pulsa mentis caligine
Mundum reple dulcedine.
Quando cor nostrum visitas
Tunc lucet ei veritas
Mundi vilescit vanitas
Et intus fervet Caritas.
Iesum omnes agnoscite
Amorem eius poscite
Iesum ardenter quaerite
Quaerendo in ardescite.
Iesu flos matris Virginis
Amor nostrae dulcedinis
Tibi laus honor numinis
Regnum beatitudinis.
Iesu summa benignitas
Mira cordis iucunditas
In comprehensa bonitas
Tua me stringit Caritas.
Iam quod quaesivi video
Quod concupivi teneo
Amore Iesu langueo
Et corde totus ardeo.
O Iesu mi dulcissime
Spes suspirantis animae
Te quaerunt piae lacrymae
Et clamor mentis intimae.
Sis, Iesu, nostrum gaudium,
Qui es futurus praemium:
Sit nostra in te gloria
Per cuncta semper saecula.



Amen.


O Gesù, ricordo di dolcezza
Sorgente di forza vera al cuore
Ma sopra ogni dolcezza
Dolcezza è la Sua Presenza.
Nulla si canta di più soave
Nulla si ode di più giocondo
Nulla di più dolce si pensa
Che Gesù, Figlio di Dio.
Gesù, speranza di chi ritorna al bene
Quanto sei pietoso verso chi Ti desidera
Quanto sei buono verso chi ti cerca
Ma che sarai per chi ti trova?
Gesù, dolcezza del cuore
Fonte viva, luce della mente
Al di là di qualsiasi gioia
E qualsiasi desiderio.
La bocca non sa dire
La parola non sa esprimere
Solo chi lo prova può credere
Ciò che sia amare Gesù.
Gesù Re ammirabile
E nobile trionfatore,
Dolcezza ineffabile,
Totalmente desiderabile!
Rimani con noi Signore
E illuminaci con la Tua luce,
Dissipa l’oscurità della mente;
Reso puro, riempimi di dolcezza!
Quando visiti il nostro cuore,
Allora brilla su di esso la verità,
Perde valore la vanità del mondo
E dentro arde la Carità.
Riconoscete tutti Gesù,
Chiedete il Suo amore,
Cercate ardentemente Gesù,
Infiammatevi nel cercarLo!
Gesù fiore di Madre Vergine,
Amore della nostra dolcezza:
A Te la lode e l’onore della potenza
E il Regno della beatitudine.
Gesù, suprema bontà,
Gioia straordinaria del cuore,
E insieme tenera benevolenza:
La Tua Carità mi strugge.
Vedo già ciò che ho cercato
Possiedo ciò che ho desiderato;
Languo d’amore, Gesù,
E ardo tutto in cuore.
O Gesù mio dolcissimo
Speranza dell’anima che sospira
Ti cercano le lacrime pietose
E il grido del profondo dell’animo.
Sii, o Gesù, la nostra gioia,
Tu che sarai l’eterno premio;
In te sia la nostra gloria
Per ogni tempo.



Amen.

sabato 18 aprile 2009

19 Aprile 2009 - Festa della Divina Misericordia!



GESU' CONFIDO IN TE!

"Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Mia Misericordia. Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia incommensurabile Misericordia!

L'Anima che in quel giorno si sarà confessata e comunicata, otterrà piena remissione di colpe e castighi
.


Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa."



Grazie Signore, per la Tua insondabile Misericordia
che nessuna mente nè umana, nè angelica
può riuscire a scrutare!
Dal profondo del mio nulla, mi stringo a Te,
Amorosissimo e Misericordiosissimo Salvatore.
Ci hai redenti dai nostri peccati, ci hai liberati dalle nostre colpe.
Ora possiamo alzare i nostri occhi
ad incontrare i Tuoi..
e sapremo di ritrovare la nostra Casa... la nostra Gioia... la nostra Pace...
Ti amo Dio, dolcezza inespugnabile, immensità inaudita,
certezza ineffabile di salvezza e misericordia, dai nostri limiti, dalle nostre cadute.
Grazie Gesù della Tua Bontà.
Grazie Santissima Trinità del Tuo insondabile Amore.




Testimonianza sulla vita di Santa Faustina di Suor Lucilla:

www.dmisericordiamed.it

giovedì 16 aprile 2009

Capitolo Internazionale delle Stuoie Assisi-Roma 15-18 Aprile 2009




LETTERA DI INDIZIONE DEL CAPITOLO



“...Siamo invitati tutti all’azione di grazia per il dono che Dio ha fatto a noi e alla sua Chiesa, chiamando i cristiani, per l’intercessione di Francesco e dei suoi compagni ad accogliere la totalità del Vangelo di Gesù Cristo per un nuovo vivere. Questo richiamo – la grazia delle origini – non ha cessato di risuonare, d’essere inteso, di esprimersi dentro la vita ed ecco dopo otto secoli raggiunge una folla innumerevole di uomini e di donne di ogni condizione e stato di vita.

...L’evento che ci apprestiamo a celebrare ci riguarda tutti: non possiamo viverlo ognuno per conto proprio!

È un invito ad entrare da subito nel rendimento di grazia... e nel progetto di Francesco e dei suoi frati di “vivere secondo il Vangelo di Gesù Cristo” approvato da papa Innocenzo III nel 1209. Noi abbiamo a distanza di otto secoli la grazia di essere gli eredi di questo progetto e il serio impegno di esserne i continuatori”

(dalla lettera della Conferenza della Famiglia Francescana in preparazione all’VIII Centenario. 29/XI/2006)

Venerdì 17 aprile 2009 - dalle ore 16
il cammino penitenziale dalla Porziuncola alla
Tomba di S. Francesco, la celebrazione eucaristica
e la consegna della Regola.

“Fratelli miei benedetti,
osserviamo la Regola
che abbiamo promesso
al Signore”

(S. Francesco)

“...Poi, compiuto il Capitolo
detto delle Stuoie
presso Santa Maria della Porziuncola,
al quale intervennero
cinquemila fratelli,
Santo Francesco confortandoli tutti
in bene e ammestrandoli
come dovessino iscampare
e sanza peccato
di questo mondo malvagio,
con la benedizione di Dio
e la sua
li mandò alle loro province tutti consolati
di letizia spirituale”
(FF, Fioretti 1848)


Per maggiori informazioni e per vedere in diretta la programmazione giornaliera degli incontri, cliccare sul SITO <----------



PACE E BENE

sabato 11 aprile 2009

Festa della Divina Misericordia


In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali
scorrono le grazie divine.

"Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me,
anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto

(Diario, 699).

Il quadro dipinto su richiesta di Gesù


Una Festa voluta da Gesù.


E' la più importante di tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia. Gesù parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro:
"Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia" (Q. I, p. 27). 
Negli anni successivi - secondo gli studi di don I. Rozycki - Gesù è ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.
La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina: "Ora vedo che l'opera della Redenzione è collegata con l'opera della Misericordia richiesta dal Signore" (Q. I, p. 46). Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla novena che precede la festa e che inizia il Venerdì Santo.
Gesù ha spiegato la ragione per cui ha chiesto l'istituzione della festa:
"Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (...). Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre" (Q. II, p. 345).

La preparazione alla festa deve essere una NOVENA, che consiste nella recita, cominciando dal Venerdì Santo, della coroncina alla Divina Misericordia. Questa novena è stata desiderata da Gesù ed Egli ha detto a proposito di essa che "elargirà grazie di ogni genere" (Q. II, p. 294).

Per quanto riguarda il modo di celebrare la festa Gesù ha espresso due desideri:
- che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato;
- che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina (Q. II, p. 227) e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia.
"Sì, - ha detto Gesù - la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l'azione ed esigo il culto della Mia misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all'immagine che è stata dipinta" (Q. II, p. 278).

La grandezza di questa festa è dimostrata dalle promesse:

 "In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene" (Q. I, p. 132) - ha detto Gesù. 
Una particolare grazia è legata alla Comunione ricevuta quel giorno in modo degno: "la remissione totale delle colpe e castighi". Questa grazia - spiega don I. Rozycki - "è qualcosa di decisamente più grande che la indulgenza plenaria. Quest'ultima consiste infatti solo nel rimettere le pene temporali, meritate per i peccati commessi (...). E' essenzialmente più grande anche delle grazie dei sei sacramenti, tranne il sacramento del battesimo, poiché‚ la remissione delle colpe e dei castighi è solo una grazia sacramentale del santo battesimo. Invece nelle promesse riportate Cristo ha legato la remissione dei peccati e dei castighi con la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia, ossia da questo punto di vista l'ha innalzata al rango di "secondo battesimo". E' chiaro che la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia deve essere non solo degna, ma anche adempiere alle fondamentali esigenze della devozione alla Divina Misericordia" (R., p. 25). La comunione deve essere ricevuta il giorno della festa della Misericordia, invece la confessione - come dice don I. Rozycki - può essere fatta prima (anche qualche giorno). L'importante è non avere alcun peccato.
Gesù non ha limitato la sua generosità solo a questa, anche se eccezionale, grazia. Infatti ha detto che "riverserà tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia misericordia", poiché‚ "in quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto" (Q. II, p. 267).
Don I. Rozycki scrive che una incomparabile grandezza delle grazie legate a questa festa si manifesta in tre modi:
- tutte le persone, anche quelle che prima non nutrivano devozione alla Divina Misericordia e persino i peccatori che solo quel giorno si convertissero, possono partecipare alle grazie che Gesù ha preparato per la festa;
- Gesù vuole in quel giorno regalare agli uomini non solo le grazie salvificanti, ma anche benefici terreni - sia alle singole persone sia ad intere comunità;
- tutte le grazie e benefici sono in quel giorno accessibili per tutti, a patto che siano chieste con grande fiducia (R., p. 25-26).
Questa grande ricchezza di grazie e benefici non è stata da Cristo legata ad alcuna altra forma di devozione alla Divina Misericordia.

Numerosi sono stati gli sforzi di don M. Sopocko affinché‚ questa festa fosse istituita nella Chiesa. Egli non ne ha vissuto però l'introduzione. Dieci anni dopo la sua morte, il card. Franciszek Macharski con la Lettera Pastorale per la Quaresima (1985) ha introdotto la festa nella diocesi di Cracovia e seguendo il suo esempio, negli anni successivi, lo hanno fatto i vescovi di altre diocesi in Polonia.
Il culto della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua nel santuario di Cracovia - Lagiewniki era già presente nel 1944. La partecipazione alle funzioni era così numerosa che la Congregazione ha ottenuto l'indulgenza plenaria, concessa nel 1951 per sette anni dal card. Adam Sapieha. Dalle pagine del Diario sappiamo che suor Faustina fu la prima a celebrare individualmente questa festa, con il permesso del confessore.


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...Il Signore mi ha detto di recitare questa coroncina della Divina Misericordia (vedi Coroncina) per nove giorni prima della festa della Misericordia (...).Durante questa novena elargirò alle anime grazie di ogni genere” (Diario, 796).
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Fonte:festadivinamisericordia.it

Per altri approfondimenti:

venerdì 10 aprile 2009

Venerdì Santo


- Christ Crowned with Thorns -

Lucas Cranach the Elder 1472 – 1553 / oil on panel (28 × 21 cm) — c. 1510




Preghiera a Gesù Crocifisso

Eccomi o mio amato e buon Gesù: alla Santissima tua presenza, prostrato, Ti prego col fervore più vivo a stampare nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati e di proponimento di non più offenderti mentre io con tutto l'amore e con tutta la compassione vado considerando le tue cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di te, o buon Gesù, il santo profeta Davide: "Trapassarono le mie mani e i miei piedi, contarono tutte le mie ossa!". lo ti adoro, o Croce Santa, che con le venerabili membra di Nostro Signor Gesù Cristo, fosti adorna ed aspersa del Suo preziosissimo Sangue. Adoro te, mio Dio, posto in essa e te, o Croce Santa per amor Suo. Amen.

In unione con il Cuore immacolato di Maria saluto ed adoro la S. Piaga della tua mano destra, o Gesù, e metto in questa Piaga tutti i sacerdoti della tua S. Chiesa. Da' loro, ogni volta che celebrano il S. Sacrificio, il Fuoco del tuo Amore divino, affinché possano comunicarlo alle anime che sono loro affidate. Amen.

Gloria al Padre ...

lo saluto ed adoro la S. Piaga della tua mano sinistra, ed in essa metto tutti coloro che sono nell'errore e tutti i miscredenti, queste povere anime che non ti conoscono. Per amor di queste anime manda Gesù, molti operai nella tua vigna, affinché esse trovino il cammino verso il tuo SS. Cuore. Amen.

Gloria al Padre ...

lo saluto ed adoro le S. Piaghe dei tuoi piedi sacri, e vi metto tutti i peccatori incalliti che preferiscono vivere per il mondo; ti raccomando soprattutto coloro che moriranno oggi. Non permettere, Gesù, che il tuo Preziosissimo Sangue vada perduto per loro. Amen.

Gloria al Padre ...

lo saluto ed adoro le S. Piaghe della tua sacra testa, e metto in queste tue SS. Piaghe i nemici della S. Chiesa, tutti coloro che oggi ancora ti battono a sangue e ti perseguitano nel Tuo Corpo mistico. Ti prego, Gesù, convertili, chiamali come hai chiamato Saulo per farne un San Paolo, affinché ci sia presto un solo ovile ed un solo Pastore. Amen.

Gloria al Padre ...

lo saluto ed adoro la S. Piaga del tuo SS. Cuore, ed in essa metto, Gesù, la mia anima e tutti coloro per cui tu vuoi che io preghi, soprattutto coloro che soffrono e sono afflitti, tutti coloro che sono perseguitati ed abbandonati. Da' loro, o SS. Cuore di Gesù, la tua luce e la tua grazia. Riempili tutti del tuo Amore e della tua vera Pace. Amen.

Gloria al Padre ...

Padre celeste, io ti offro, per mezzo del Cuore immacolato di Maria, il tuo Figlio dilettissimo, e me con lui, in lui, per mezzo di Lui, con tutte le sue intenzioni e in nome di tutte le creature. Amen.



(foto: http://www.artbible.info/about.html)



mercoledì 8 aprile 2009

6 Aprile 2009 - Compleanno del Beato Pier Giorgio Frassati


Il 6 Aprile 1901 nasceva Pier Giorgio Frassati, un giovane, la cui santità si respira ancora oggi tra tutte le persone che hanno avuto il privilegio di incontrare, nella propria vita, questa bellisima figura di "Cristiano" concreta, granitica, vivissima, attuale, senza età.....

Carissimo Pier Giorgio Frassati, perga per noi!



Detto da Pier Giorgio:
"Prima di tutto l'apostolato dell'esempio; noi cattolici dobbiamo far sì che tutta la nostra vita sia regolata dalla legge morale cristiana; poi l'apostolato di carità, con l'andare in mezzo a coloro che soffrono e confortarli, in mezzo ai disgraziati e dir loro una buona parola perché la religione cattolica è basata sulla carità; Infine l'apostolato di persuasione, e questo è uno dei più belli ed è necessario; avvicinate, o giovani, i vostri compagni di lavoro che vivono lontani dalla Chiesa. La preghiera è la nobile supplica che noi eleviamo al trono di Dio, è il mezzo più efficace per ottenere da Dio le grazie di cui abbisogniamo e specialmente la forza della perseveranza in questi tempi in cui l'odio dei figli del demonio si scatena furibondo sulle pecore fedeli all'ovile.
Nel raccomandare la fervida preghiera io annovero in questa tutte le pratiche di pietà, prima fra tutte la Santissima Eucaristia
.."

(foto e testo dal web)

dove si parla di lui:
- Pater.tv
- Azione cattolica
- Compagnia dei Tipi Loschi

"E' stato Scritto per me!"


INGRID BETANCOURT
L'amore è necessario


Ho scoperto la fede in Dio durante la mia prigionia. Fino ad allora, la mia fede era basata sul ritualismo: come molti cattolici, andavo a messa, pregavo, ma la mia conoscenza di Dio era molto limitata. Quando mi sono ritrovata nella giungla, ho avuto molto tempo e per unica lettura la Bibbia. Ho avuto il piacere, in sei anni, di leggerla, di meditarla. Se avessi avuto altre cose da fare, avrei fatto altro, perché si è sempre pigri per riflettere sull’essenziale.
Forse era una prigionia necessaria.
Essa mi ha permesso di capire chi è Dio, di stabilire una relazione con lui, con molta ammirazione, molto amore ma – soprattutto – comprendendo chi è, attraverso la sua parola. Per me non si tratta di parole vuote ma di una realtà: leggendo la Bibbia, ho compreso il carattere di Dio; non è solo una luce, un’energia o soltanto una forza, ma è una Parola, qualcuno che vuole comunicare con me. Non ho avuto illuminazioni, no! Ho semplicemente letto la Bibbia, razionalmente.
Sono stata colpita da tutti i brani che mi hanno connesso emozionalmente e interiormente con la parola di Dio. Ho sentito la voce di Dio in un modo assai umano e molto concreto. Leggevo e rileggevo alcuni passaggi dicendomi: « Questo è stato scritto per me! » .
Avevo sentito a lungo senza capire e, di colpo, è stato come se mi fossi collegata alla presa di corrente giusta. In un momento, la luce si accende e si capiscono tutte le cose che erano rimaste oscure.
Ancora una volta, non si tratta di un’esperienza mistica ma razionale, che ha profondamente trasformato la mia vita. Come sono cambiata! Oggi il mio tempo non è il tempo di prima. Avevo sempre voglia che le cose andassero in fretta. Oggi non mi preoccupo più: so che tutto capita al tempo giusto.
La mia speranza dunque è più forte. Il passaggio attraverso la prigionia non ha ucciso la mia volontà, anzi ha cambiato la natura della mia speranza. La sola risposta alla violenza è una risposta d’amore. Questa risposta d’amore, questo atteggiamento non violento, per me, ha avuto origine dalla fede cristiana.
Ho scoperto che si può essere condotti ad odiare una persona, a odiarla con tutte le forze del nostro essere e, allo stesso tempo, a trovare nell’amore il sollievo rispetto a questo odio. Non si può amare qualcuno che vi fa del male. Ma si può trovare, e io l’ho trovato in Cristo, un punto di appoggio, come un trampolino. Mi dicevo: « Per Te, Signore, non dico che lo detesto » .
Il fatto di non aver sulla bocca queste parole di odio era un conforto. Talvolta vedevo arrivare un guerrigliero crudele e spaventoso. Veniva a sedersi davanti a me ed io ero capace di sorridergli. L’amore è necessario. Ho cominciato un cammino di perdono.
Sono riuscita a perdonare, e non solo ai miei sequestratori. Ho perdonato anche quelli che erano prigionieri con me, con i quali talvolta ci sono stati momenti molto difficili. Ho perdonato quei miei amici che non si sono ricordati di noi, quelle persone sulle quali si fa affidamento e che sono mancate; quelle persone che amavo e che hanno detto delle cose orribili, come, ad esempio, che la prigionia me l’ero cercata.
Oggi credo più profondamente che possiamo cambiare il mondo perché io stessa sono stata trasformata.
Ma, in questo mondo di dominio e di possesso, so come è nel cuore che si generano i cambiamenti essenziali. La pace, che sogniamo, sarà possibile il giorno in cui ci sarà un atteggiamento diverso nei cuori.
( testo raccolto per il settimanale francese « La Vie » da Elisabeth Marshall)
«Nella giungla ho avuto per unica lettura la Bibbia e forse era una prigionia necessaria, perché mi ha permesso di capire chi è Dio. Non ho avuto illuminazioni, no! Leggevo e rileggevo alcuni brani dicendomi: è stato scritto per me!»

Incontri di relazione: dalla vita all fede
Chiesa di Santa Maria della Vittoria
Via XX Settembre,17 Roma
Domenica 1 febbraio ore 17.00

domenica 5 aprile 2009