sabato 14 maggio 2016

Non scendere ad accomodamenti o compromessi.



Radiomessaggio natalizio di Sua Santità Giovanni XXIII
ai fedeli e ai popoli del mondo intero,

(…) Ecco l'uomo, ecco il credente in faccia alla verità, che si impone suaviter et fortiter, con soavità e fermezza.

Le parole di Cristo mettono infatti ogni uomo di fronte alla sua responsabilità, di accettare cioè o di respingere la verità; invitando ciascuno con forza suadente a stare nel vero, a nutrire i propri pensieri di verità, ad agire secondo la verità.

Questo messaggio augurale, che amiamo portarvi, è pertanto un richiamo solenne a vivere in essa, secondo il quadruplice dovere di pensare, onorare, dire e farela verità. Tale dovere scaturisce in modo chiaro e incontrovertibile dalle parole del Libro Sacro, che vi abbiamo ricordate, dall'armonia, piena di soavi e anche di severe rispondenze, dell'Antico e del Nuovo Testamento.

E dunque anzitutto pensare la verità: avere idee chiare sulle grandi realtà divine e umane, della Redenzione e della Chiesa, della morale e del diritto, della filosofia e dell'arte. Avere idee giuste, o cercare di formarsele con senso di coscienziosità e di retta intenzione.

Si assiste purtroppo, pressoché quotidianamente, a una sconcertante leggerezza nel riferire o dissertare su argomenti, in una forma che denotal'impreparazione — è il meno che si possa dire — di chi si assume questi compiti. Per questo, in un Nostro recente discorso inteso alla salvaguardia dell'istituto familiare, abbiamo invitato «quanti hanno volontà e mezzi per influire sulla pubblica opinione, affinché i loro interventi siano sempre di chiarificazione, non di confusione delle idee; di rettitudine, di rispetto» [alla S. Romana Rota, 25 ottobre 1960; A. A. S. LII (1900), p. 901.].

Onorare la verità. È invito ad essere di esempio luminoso in tutti i settori della vita individuale, familiare, professionale e sociale. La verità ci rende liberi (Giov.8-31,32); essa nobilita chi la professa apertamente e senza rispetti umani. Perché adunque aver timore di onorarla e di farla rispettare? Perché scendere ad accomodamenti con la propria coscienza, accettando compromessi stridenti con la vita e la pratica cristiana, quando invece solo chi ha la verità dovrebbe essere convinto di avere con sé la luce, che dissipa ogni tenebra, e la forza trascinatrice che può trasformare il mondo? Non è colpevole soltanto chi deliberatamente sfigura la verità, ma lo è altrettanto chi, per timore di non apparire completo e moderno, la tradisce con l'ambiguità del suo atteggiamento.
Onorare dunque la verità con la fermezza, il coraggio, la consapevolezza di chi possiede forti convincimenti.


Parte la crociata Lgbt all'assalto della Chiesa.




di Riccardo Cascioli
09-05-2016

È primavera e nella Chiesa pare proprio sbocciato l’amore, ma quello omosessuale. Dal centro alla periferia ormai è tutto un inno ai rapporti gay. Non si fa in tempo a stupirsi del nuovo spazio dedicato dal settimanale diocesano Verona Fedele alla nuova rubrica “La Porta Aperta”, che debutta l’1 maggio con un’intervista-propaganda a una persona omosessuale che decanta il suo amore, che il 3 maggio si scoprono porte aperte anche all’Osservatore Romano che lancia il suo nuovo magazine dedicato alle donne. 

Il giornale vaticano ovviamente è molto più prudente, ma per valorizzare «quella rivoluzione intellettuale che le donne hanno operato nella cultura cattolica a cominciare dal secolo scorso» assolda in redazione intellettuali cattoliche del peso di Daria Bignardi, attuale direttore di Rai 3, firmataria dell’appello al parlamento del 21 febbraio scorso in favore delle unioni gay, e Melania Mazzucco, autrice del libro “Sei come sei”, in cui si racconta in modo particolareggiato come un adolescente scopre e sperimenta la sua omosessualità (clicca qui). Come si ricorderà il libro divenne un caso perché fu adottato al liceo Giulio Cesare di Roma, provocando una dura reazione da parte di alcuni studenti e genitori (clicca qui). 

Lo sdoganamento dunque è soft ma si può scommettere su prossime più ampie aperture, anche perché nel frattempo sta aprendo la strada a tappe forzate il quotidiano della CEI, Avvenire, che dopo le puntate precedenti (clicca qui), sabato 7 maggio si è spinto ancora più in là nel promuovere il comportamento omosessuale. Una pagina dedicata a “Chiesa e cristiani Lgbt”, prendendo spunto dal IV Forum dei cristiani Lgbt che si è tenuto a fine aprile ad Albano Laziale, per sostenere la necessità di progetti pastorali ad hoc che favoriscano la piena accoglienza non già delle persone con tendenze omosessuali (che non è mai stata negata) ma dell’omosessualità in quanto tale. 

mercoledì 11 maggio 2016

Arte sacra, il declino del gusto estetico.



“Nell’ arte sacra possiamo serenamente parlare, salve eccezioni, di un declino del buon gusto”. Lo dice il noto storico dell’ arte e critico, il professore alsaziano Philippe Daverio.





Professor Daverio, possiamo sostenere che le nuove chiese non brillano per senso estetico?


“Nell’arte sacra, oggi, è corretto parlare, fatte le debite eccezioni, di un declino del gusto estetico. Anzi direi che in molti casi prevale persino il brutto. Tutto questo rientra in un generale declino del senso estetico e si collega ad alcuni fattori”.

Quali?

” Il principale motivo di questo è che i committenti spesso non hanno le idee chiare su quello che vogliono e allora lasciano fare o danno campo libero agli architetti che talora non sono neppure credenti anche se questo non ha molta rilevanza. Un altro motivo è il calo generale del senso del sacro nella società e nel nostro tempo, Chiesa cattolica inclusa. In pratica si ritiene, sbagliando, che la sacra pompa o il lusso siano da evitare e che il decoro estetico appartenga al passato. E così prevale un insidioso minimalismo livellato al basso”.

LA FRANCIA CATTOLICA SI RIPRENDE L’ANELLO DI GIOVANNA D’ARCO.




(Lettera Napoletana)
L’anello di Giovanna d’Arco, indossato dalla Santa al momento del martirio, il 30 maggio 1431 a Rouen (Francia), è stato acquistato ad un’asta a Londra da Philippe de Villiers, Visconte vandeano e fondatore del Puy du Fou, parco a tema sull’epopea contro-rivoluzionaria della regione nord-occidentale della Francia, creato in Vandea nel 1978.

Appresa la notizia dell’asta, in pochi giorni de Villiers ed il figlio Nicolas sono riusciti a raccogliere con una sottoscrizione oltre 300mila euro, provenienti da contributi di privati, mentre la Fondazione Puy du Fou ha contribuito con 80mila euro, e ad aggiudicarsi la straordinaria reliquia per 376mila euro.

lunedì 2 maggio 2016

La profezia di Ratzinger









MARCO BARDAZZI


Una Chiesa ridimensionata, con molti meno seguaci, costretta ad abbandonare anche buona parte dei luoghi di culto costruiti nei secoli. Una Chiesa cattolica di minoranza, poco influente nella scelte politiche, socialmente irrilevante, umiliata e costretta a “ripartire dalle origini”.

Ma anche una Chiesa che, attraverso questo “enorme sconvolgimento”, ritroverà se stessa e rinascerà “semplificata e più spirituale”. E’ la profezia sul futuro del cristianesimo pronunciata oltre 40 anni fa da un giovane teologo bavarese, Joseph Ratzinger. Riscoprirla oggi aiuta forse a offrire un’ulteriore chiave di lettura per decifrare la rinuncia di Benedetto XVI, perché riconduce il gesto sorprendente di Ratzinger nell’alveo della sua lettura della storia.


La profezia concluse un ciclo di lezioni radiofoniche che l’allora professore di teologia svolse nel 1969, in un momento decisivo della sua vita e della vita della Chiesa. Sono gli anni turbolenti della contestazione studentesca, dello sbarco sulla Luna, ma anche delle dispute sul Concilio Vaticano II da poco concluso. Ratzinger, uno dei protagonisti del Concilio, aveva lasciato la turbolenta università di Tubinga e si era rifugiato nella più serena Ratisbona. 

domenica 1 maggio 2016

Preghiera a San Giuseppe





Ti saluto o glorioso giglio di fragrante odore,
ti saluto o maestoso e incorruttibile talamo d’amore,
ti saluto o tutto puro e santo,
ti saluto padre di Colui che è il Sommo Pontefice dell’Universo,
ti saluto custode dell’Arca dell’Alleanza che ospitava nel suo grembo immacolato, l’autore della vita e creatore degli uomini,
saluto il tuo Cuore, giaciglio e ristoro del Cuore del figlio dell’Onnipotente,
saluto il tuo cuore, oggetto delle verginali delizie del Sacro cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria,
saluto il tuo cuore, specchio delle divine perfezioni,
saluto il tuo cuore, riparo di chi di te si affida,
saluto le tue possenti braccia, che hanno custodito il creatore del cielo e della Terra,
saluto le tue possenti braccia, che hanno protetto tante volte la vita di Maria e di Gesù,
saluto le tue possenti braccia, che hanno lavorato instancabilmente, per dare una vita degna alla tua Sacra Famiglia,
saluto le tue gambe e tuoi piedi, che hanno percorso tanta strada per soddisfare la tua chiamata al servizio di Dio, amando, proteggendo e custodendo il suo Figlio Unigenito la sua Santissima Madre,
Saluto le lacrime hai versato nella tua vita, per amore della tua amatissima sposa e del tuo amatissimo Figlio.
O glorioso Patriarca, o tu che sei il porto di salvezza per coloro che vivono nel peccato, avvolgici con il tuo sacro manto, simbolo della tua paterna protezione e intercedi presso il figlio tuo, per ottenere al mondo intero pace e gioia.
Il tuo Cuore Castissimo, tempio dello Spirito Santo, sia per noi sicuro rifugio in questa valle di lacrime e ci ottenga da Dio nostro Padre, la grazia di vivere diventando un prolungamento della vita di Gesù, Signore nostro.
Tutto il tuo essere, spirito, anima e corpo, erano tutti protesi verso Dio, per questo ti preghiamo, affinché ogni uomo e donna siano rivestiti delle tue virtù, perché imitandoti, possiamo meritare il premio eterno.
Gli angeli e i santi, in cielo, cantano le tue lodi e il tuo nome santo è onorato e veneratocon grande gioia e noi ci uniamo al coro dei santi abitatori del paradiso e rendiamo grazie alla Santissima Trinità, per le grazie che ti ha concesso in vita e per l’altissimo grado di santità che ti ha riservato nel suo santo Regno. Dopo Maria Santissima, tu sei il santo più degno della nostra lode e venerazione  e  giustamente la Chiesa, ti ricorda con il titolo di “ il più santo dei santi”.
Glorioso patriarca d’amore san Giuseppe, noi confidiamo e speriamo in te!
Cuore Castissimo di san Giuseppe, ti preghiamo di accendere in noi, la fiamma d’amore del Sacro Cuore di Gesù, perché possiamo amare Dio, come Lui ama noi.
Santissimi Cuori uniti e trionfanti di Gesù, Maria e Giuseppe, vi lodiamo e vi benediciamo. Fate bruciare la fiamma del vostro amore, nel nostro cuore.

Fabrizio Medici

La santificazione del lavoro e la cristianizzazione della società


Questo articolo sul lavoro approfondisce il principale messaggio di san Josemaría: il proprio lavoro ben fatto e offerto al Signore è un mezzo per avvicinarsi a Dio e cristianizzare la società.

                               









fonte: Opus Dei

Le luci e le ombre del periodo che stiamo vivendo sono sotto gli occhi di tutti. I progressi umani e le piaghe che li infettano, il progresso civile sotto molti aspetti e la barbarie sotto altri...: sono contrasti che tanto san Giovanni Paolo II quanto i suoi successori hanno segnalato ripetutamente[1], invitando i cristiani a illuminare la società con la luce del Vangelo. Tuttavia, anche se tutti noi siamo chiamati a trasformare la società secondo la Volontà di Dio, non tutti sanno come farlo. Pensano che questo sia un compito pressoché esclusivo dei governanti o di chi ha la possibilità di esercitare un'influenza dovuta alla posizione sociale o economica, mentre essi possono fare soltanto da spettatori: applaudire o fischiare, ma senza entrare sul terreno di gioco, senza intervenire nella partita.

L'atteggiamento di un cristiano non può essere questo, perché non ha nulla a che vedere con la vocazione alla quale è chiamato.

Il Signore vuole che noi cristiani – poiché abbiamo la responsabilità soprannaturale di cooperare con il potere di Dio, visto che Egli così ha disposto nella sua infinita misericordia – ci adoperiamo per ristabilire l'ordine sconvolto e restituire alle strutture temporali, in tutte le nazioni, la loro funzione naturale di strumento per il progresso dell'umanità, e la loro funzione soprannaturale di mezzo per arrivare a Dio, grazie alla Redenzione[2].

1° maggio, si festeggia San Giuseppe lavoratore.



Il 1° maggio si celebra San Giuseppe lavoratore, mentre il 19 marzo si festeggia sempre san Giuseppe ma come Sposo della Vergine Maria. Secondo il Nuovo Testamento, Giuseppe è lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù (Luca 3,23), in quanto il Cristianesimo afferma che il vero padre di Gesù è Dio stesso: l'arcangelo Gabriele, mandato dal Signore, apparve alla giovane Vergine Maria che era promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. Venuto a conoscenza dell'avvenimento miracoloso da una visione avuta in sogno, Giuseppe accettò di sposare Maria e di riconoscere Gesù come proprio figlio. Giuseppe e Maria si spostarono poi dalla città Nazareth a Betlemme, per il censimento, dove venne alla luce il piccolo Gesù. 
La Sacra Famiglia rimase a Betlemme fin quando un angelo apparve in sogno a Giuseppe preannunciando la persecuzione del re Erode che, dopo aver udito il racconto dei Magi, voleva uccidere tutti i bambini maschi nati a Betlemme per liberarsi dal futuro "re dei Giudei". Così la famiglia scappò in Egitto dove vi rimase in esilio per un certo periodo di tempo, trascorso il quale il Signore inviò un Suo messaggero a Giuseppe ordinandogli di fare ritorno a Nazareth perché Erode era morto. Dal Vangelo di Matteo (13,55) si apprende che Giuseppe era un "lekton", termine che in greco veniva usato per descrivere gli operatori impegnati in quelle attività economiche legate all'edilizia e quindi pare che l'uomo provenisse da una famiglia benestante.