Nel dicembre del 1531, sul Tepeyac, un colle poco fuori da Città del Messico, la «Perfetta Sempre Vergine Santa Maria, la madre del verissimo e unico Dio» è apparsa a Juan Diego, un indio da poco convertitosi al cristianesimo. Prova tangibile di questo evento soprannaturale è l’immagine acheropita della Madonna stessa, rimasta impressa sul mantello (comunemente chiamato Tilma o Ayate) di Juan Diego, tutt’oggi conservato presso la moderna Basilica di Guadalupe.
Nel ‘500 il Messico era parte integrante dell’impero atzeco, che raggiunse l’apice dello sviluppo nel XV-XVI secolo. Tuttavia, nel 1519 giunsero in Messico i conquistatori spagnoli guidati di Cortes e con essi i missionari, i quali cominciarono con gradualità a sovvertire la visione del mondo degli indios, trasmettendo loro la cultura europea e la religione.
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Sotto il profilo scientifico sono diversi gli aspetti inspiegabili della Tilma, che dal 1666 a oggi è stata oggetto di numerose e approfondite indagini. Tra questi, il fatto che il telo – fatto di una fibra vegetale deperibile e composto da due pezze tenute insieme da un filo di cotone – sia ancora intatto dopo cinquecento anni; un telo che ha una temperatura costante di 36,6° (come quella del corpo umano) e che respinge la polvere e gli insetti. L’immagine raffigurata è stata realizzata con quattro differenti tecniche (olio, tempera, acquerelli e affresco) e con colori chimici, che però nel XVI secolo non erano ancora stati inventati! Inoltre, le stelle raffigurate sul manto della Vergine sono direttamente collegate a quelle del solstizio d’inverno del 1531 e, fatto molto interessante, la retina degli occhi della Madre di Dio si contrae in base alla luce e all’interno dell’iride – del diametro di 8mm – sono state rinvenute immagini umane, raffiguranti il momento della consegna del mantello al Vescovo da parte di Juan Diego. E l’elenco degli aspetti scientificamente oscuri potrebbe continuare…
La Tilma della Morenita è un miracolo portatore di un messaggio universale, destinato a durare nei secoli, pur conservando tratti specifici e conformi al momento storico e al luogo in cui si è verificato. “Ancora oggi, infatti, l’Immagine della Morenita è frutto di conversioni e «continua a essere un ‘segno’ e a svelare a poco a poco i suoi segreti». Ad esempio, quando il 24 aprile del 2007 in Messico è stato legalizzato l’aborto – ovvero l’uccisione deliberata di esseri umani, esattamente come facevano gli Aztechi prima che la Vergine apparisse a Juan Diego – il ventre della Vergine della Tilma si è illuminato, assumendo la conformazione di un embrione a poche settimane dal concepimento. Tutto questo appare in perfetta consonanza con il significato teologico sotteso alle apparizioni di Guadalupe: la Santa Vergine Maria è la Madre di tutti ed è Avvocata, Ausiliatrice, Soccorso e Mediatrice per i suoi figli, soprattutto i più piccoli e indifesi come i bambini non ancora nati” (F. Agnoli – G. Tanel, Miracoli – Irruzione del soprannaturale nella storia, Lindau 2013, pp. 60-61).
D’altronde non avrebbe potuto essere altrimenti, dal momento che la Chiesa ha approvato ufficialmente il miracolo di Guadalupe il 25 maggio del 1754 e papa Benedetto XV ha eletto la Madonna di Guadalupe a patrona e a principale protettrice del Messico, fissandone la festa liturgica il 12 dicembre.
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