mercoledì 7 ottobre 2009

Il Papa: servono testimoni«credenti e credibili»



Concluso il viaggio pastorale nella Repubblica Ceca, Papa Benedetto XVI è rientrato questa sera a Roma. L'aereo speciale, un airbus della Repubblica Ceca proveniente da Praga, è atterrato all'aeroporto militare di Ciampino alle 19.36. All'arrivo all'aeroporto militare di Ciampino, Papa Benedetto XVI è stato accolto, a nome del Governo, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Benedetto XVI, sceso di buon passo dalla scaletta dell'aereo, dove erano presenti anche alti prelati, ha scambiato alcune cordiali battute sotto il velivolo con Letta che lo ha accompagnato all'auto che lo attendeva a pochi metri sulla piazzola di sosta. L'auto, una berlina nera del Vaticano, diretta al Palazzo Apostolico di Castelgandolfo ha lasciato lo scalo romano poco prima delle 19.45.


In precedenza, lasciando la Repubblica Ceca dopo un viaggio durato tre giorni, papa Benedetto XVI ha voluto citare una frase di Franz Kafka, lo scrittore praghese di lingua tedesca. "Chi mantiene la capacità di vedere la bellezza non invecchia mai", questa la frase citata dal pontefice durante la cerimonia di congedo all'aeroporto internazionale di Praga, alla presenza del presidente ceco Vaclav Klaus. Il pontefice si è detto "particolarmente felice" dell'incontro avuto questa mattina con i giovani nella cittadina di Starà Boleslav, e li ha incoraggiati "a costruire sulle migliori tradizioni del passato di questa nazione, in particolar modo sulla eredità cristiana". "Secondo un detto attribuito a Franz Kafka - ha quindi aggiunto -, 'Chi mantiene la capacità di vedere la bellezza non invecchia maì. Se i nostri occhi rimangono aperti alla bellezza della creazione di Dio e le nostre menti alla bellezza della sua verità, allora possiamo davvero sperare di rimanere giovani e di costruire un mondo che rifletta qualcosa della bellezza divina, in modo da offrire ispirazione alle future generazioni per fare altrettanto". Nel suo discorso, il pontefice ha toccato brevemente tutti i temi sollevati durante il viaggio, soffermandosi in particolare sull'incontro ecumenico di ieri pomeriggio nel palazzo dell'Arcivescovado di Praga. Un incontro, ha spiegato Ratzinger, che "ha confermato l'importanza del dialogo ecumenico in questa terra che ha assai sofferto per le conseguenze della divisione religiosa al tempo della guerra dei Trent'anni". "Molto - ha aggiunto - è già stato fatto per sanare le ferite del passato, e sono stati intrapresi dei passi decisivi sul cammino della riconciliazione e della verità in Cristo".


L'omelia del mattino.

"Non basta apparire buoni ed onesti; occorre esserlo realmente". Benedetto XVI ha voluto ricordarlo alla folla dei fedeli presenti alla messa conclusiva del suo pellegrinaggio nella Repubblica Ceca, nella spianata del santuario di San Venceslao, alla periferia di Praga. Per il Pontefice, "c'è oggi bisogno di persone che siano "credentì e 'credibili', pronte a diffondere in ogni ambito della società quei principi e ideali cristiani ai quali si ispira la loro azione". "Questa - spiega il Pontefice - è la santità, vocazione universale di tutti i battezzati, che spinge a compiere il proprio dovere con fedeltà e coraggio, guardando non al proprio interesse egoistico, bensì al bene comune, e ricercando in ogni momento la volontà divina". L'esempio dei santi - come il principe cristiano Venceslao, ucciso nel decimo secolo dal fratello che non condivideva la scelta di ispirare il governo della Boemia alla fede - incoraggia per il Papa teologo "chi si dice cristiano ad essere credibile, cioè coerente con i principi e la fede che professa". "Buono ed onesto - ricorda - è colui che non copre con il suo io la luce di Dio, non mette davanti se stesso, ma lascia trasparire Dio". Secondo il Papa, "questa è la lezione di vita di san Venceslao, che ebbe il coraggio di anteporre il regno dei cieli al fascino del potere terreno. Il suo sguardo non si staccò mai da Gesù Cristo, il quale patì per noi, lasciandoci un esempio, perchè ne seguiamo le orme". Un esempio che raccomanda anche oggi a "quanti guidano i popoli". "Il valore autentico dell'esistenza umana non è commisurato solo su beni terreni e interessi passeggeri, perché non sono le realtà materiali ad appagare la sete profonda di senso e di felicità che c'è nel cuore di ogni persona", ha poi detto Benedetto XVI nell'omelia, "Gesù non esita a proporre ai suoi discepoli la via 'stretta' della santità: 'Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. E con decisione ci ripete questa mattina: 'Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi seguà". "Certamente - ammette il Pontefice - è un linguaggio duro, difficile da accettare e mettere in pratica, ma la testimonianza dei Santi e delle Sante assicura che è possibile a tutti, se ci si fida e ci si affida a Cristo".


fonte: Avvenire

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