lunedì 19 luglio 2010

LA DISINFORMAZIONE SULLA CHIESA E SU PAPA BENEDETTO XVI



Lo spunto per questa riflessione viene offerto da quanto sta accadendo in questi mesi in Italia e nel mondo. Tali fatti non possono lasciare indifferente un’Associazione come la nostra che intende promuovere e diffondere i valori e le radici cristiane della nostra civiltà e che fa della ricerca della verità un ideale verso cui tendere.
Partiamo dalla considerazione che sempre più frequentemente la società occidentale mostra un atteggiamento sprezzante, quando non apertamente ostile verso il Cristianesimo .


All’indifferenza che caratterizzava l’atteggiamento di qualche anno fa’ va progressivamente sostituendosi un’aperta aggressività. Il bersaglio vero e maggiore è nella sostanza l’idea cristiana nel suo complesso e quasi sempre il cattolicesimo e la sua Chiesa. Dappertutto, ma, com’è ovvio, in Italia più che altrove. Questo fatto è ormai condiviso da molti attenti osservatori sia cattolici sia non credenti. Tra questi figura ad esempio Marcello Pera, personaggio pubblico di spessore, che riconosce che è in atto una guerra e che questa guerra è fra laicismo e il Cristianesimo.
Il celibato, il maschilismo, la pedofilia, la complicità nella persecuzione degli ebrei, il disconoscimento del desiderio di paternità e maternità, l’ostilità all’uso dei preservativi e dunque l’appoggio alla diffusione dell’Aids, la diffidenza verso la scienza a partire dal caso Galileo, il dogmatismo e di conseguenza l’intolleranza congenita come ai tempi delle Crociate e dell’Inquisizione: la lista dei capi d’accusa è pressoché infinita. Ma ciò che colpisce è la naturalezza con la quale viene promossa la posizione anticristiana e la sua diffusione a tutti i livelli. I preti, la Chiesa e la vicenda cristiana sono ormai divenuti oggetto di un tiro al bersaglio quotidiano. Si direbbe che ormai nelle nostre società, la mentalità comune stia diventando di fatto anticristiana anche se essa preferisce perlopiù giustificarsi dietro i soliti luoghi comuni che riguardano le presunte “colpe” o la presunta ”arretratezza” della Chiesa cattolica.
I motivi? Ernesto Galli Della Loggia, un giornalista laico ed intellettualmente onesto, mette al primo posto l’ingenuità modernista divenuta chiacchiera da bar. In altre parole l’uomo d’oggi fa fatica a riflettere, preferisce chiacchierare in modo superficiale e spesso si forma le opinioni con il “sentito dire”. All’uomo d’oggi piace poter fare ciò che desidera senza avere nessun tipo di limite o di norma morale al di fuori di quella che si pone sé stesso. E’ la cultura del desiderio o, per usare parole spesso usate da Papa Ratzinger, la dittatura del relativismo secondo la quale una cultura vale l’altra, una religione vale l’altra, un comportamento vale l’altro. Le vecchie autorità sono morte e al loro posto ha diritto di sedere solo la scienza e la tecnica private di ogni riferimento a norme morali. Poi, ecco il secondo motivo, la Chiesa e tutto ciò che la riguarda ricadono nella diffusa e superficiale condanna del passato. Il che significa non solo che tutto ciò che è antico, che sta in una tradizione, è sentito comunemente come estraneo e lontano, ma significa anche che il pensare in termini storici sta ormai diventando una rarità. Sono invece sempre più diffusi l’ignoranza della storia, dei contenuti reali delle questioni, e l’antistoricismo cioè l’applicazione dei criteri di oggi per giudicare i fatti di ieri. Si preferisce, perche è più comodo e richiede minor sforzo, formarsi le opinioni assistendo ai talk show televisivi piuttosto che attraverso lo studio personale: da qui la ridicola condanna di tutte le vere o presunte malefatte e le incomprensioni addebitabili al Cristianesimo, e di contro la condivisione di un moralismo presuntuoso fondato solo sul rispetto superficiale delle regole e delle leggi. Il caso Galileo ne è un lampante esempio: si colpevolizza la Chiesa accusandola di oscurantismo senza verificare cosa realmente è successo e perché è successo, senza calarsi nell’epoca storica in cui i fatti sono accaduti e prendendo per buone tante falsità vendute per verità.
Questa guerra al Cristianesimo, si diceva, non sarebbe così pericolosa se i cristiani la capissero. Invece all’incomprensione partecipano molti di loro. Vi partecipano quei teologi frustrati dalla supremazia intellettuale di Benedetto XVI, quei Vescovi incerti che vengono a compromesso con il modernismo, quei cardinali in crisi di fede che cominciano ad insinuare che il celibato dei sacerdoti non è un dogma e che forse è meglio ripensarlo, quegli intellettuali cattolici felpati che pensano che esista una questione femminile dentro la Chiesa o, infine, quei cristiani comuni che invece di difendere la Chiesa dagli assalti dei mass media non solo se ne stanno zitti, ma addirittura agiscono come cassa di risonanza delle calunnie e non fanno nessuno sforzo per ricercare la verità. I laicisti sanno benissimo che se uno schizzo di fango arrivasse sulla tonaca bianca del Papa, verrebbe sporcata la Chiesa, e se fosse sporcata la Chiesa allora lo sarebbe anche la religione cristiana.
Quindi assistiamo ad una campagna di disinformazione sistematica, di alterazione dei fatti, un polverone mediatico che riguarda la vita della Chiesa e l’opera del Papa che può certamente essere spiegata ma non giustificata osservando che il moderno sistema dell’informazione si nutre di immediatezza e che spesso ai giornalisti manca il tempo materiale per andarsi ad informare meglio. Tutto ciò non impedisce di riscontrare che alla base della cattiva informazione sulla Chiesa e su Benedetto XVI vi sia anche una ferma volontà di mettere in cattiva luce il Cristianesimo in quanto tale. Guarda caso gli attacchi al Papa per la vicenda dei preti pedofili sono cominciati proprio in Germania, la patria di Benedetto XVI. Attacchi devastanti, avanzati dallo stesso governo nella persona di un ministro. Il Vaticano a suo dire avrebbe ostacolato le indagini su abusi sessuali nelle scuole cattoliche tedesche mentre lo stesso fratello del Papa, Georg, per tanti anni direttore del coro dei Passerotti di Ratisbona, avrebbe taciuto su casi di pedofilia avvenuti durante la sua direzione. Queste accuse infamanti sono cessate dopo la circostanziata rivelazione del Vescovo di Ratisbona che il ministro in questione farebbe parte dell’Unione umanistica che considera normale la pedofilia e che vuole depenalizzarla.
Passato il turno della Germania, ad accusare il Vaticano sono subentrate le principali testate inglesi e americane. L’agenzia Associated Press – una delle più influenti del mondo – si è fatta portavoce di un’inedita implicazione della vicenda “Chiesa-pedofilia”: il Papa potrebbe essere arrestato e processato come criminale contro l’umanità il prossimo settembre, al momento del suo arrivo in Inghilterra. Quella a cui assistiamo è una campagna di disinformazione e criminalizzazione della Chiesa cattolica che, come ci testimonia Mons. Luigi Negri Vescovo di San Marino, è volta a procurare il suo completo discredito e toglierle il diritto di educare. Dice il Vescovo: “Nella mia Diocesi, da quando i media enfatizzano la pedofilia nel clero, i bambini non vengono più portati negli Oratori. A San Marino non abbiamo avuto casi di pedofilia, eppure tanti hanno paura”. Da venti anni don Fortunato Di Noto conduce una battaglia senza frontiere contro la pedofilia, ha denunciato migliaia di siti pornografici, ma nessuno presta attenzione alle sue denunce. Come afferma la storica Angela Pellicciari, don Di Noto parla di 170 milioni di bambini che ogni anno subiscono violenza nel mondo, ma di questo nessuno parla. Si parla invece, e da mesi, di qualche centinaio di preti che si sono macchiati dell’orrendo crimine di pedofilia nei passati decenni. E’ il tentativo di far vergognare ogni sacerdote di essere tale e di mettere sotto accusa la Chiesa cattolica. Stiamo ai fatti: negli Stati Uniti ci sono stati nel 2009 62.000 abusi sessuali su minori. Quanti dovuti a preti? Sei. Lo 0,0097%. Però di cosa si parla sui giornali ed in tv? Non dei 62.000 abusi ma dell’errore di quei sei preti. In altre parole: dei crimini contro i bambini non importa niente a nessuno. Nessuno – Benedetto XVI in primis – nega la gravità dello scandalo pedofilia riguardante singoli ecclesiastici, e nemmeno la necessità di un’azione forte per contrastarlo e fare chiarezza, ma è evidente che esso viene usato da molti media per alimentare la campagna contro la Chiesa e che questo tentativo dovrebbe essere avversato da chiunque, laico o cristiano, abbia a cuore la libertà di pensiero, di religione, di educazione e la sua piena attuazione nelle nostre società cosiddette “civili”. A ciascuno di noi spetta il compito di ricercare la verità partendo da dati reali e dallo studio della storia, più che dalle emozioni e dai ritagli di stampa. Forse ci accorgeremo di come siano appropriati “la vergogna ed il rimorso” cui ci richiama il Papa e di quanto sia luminoso il suo ruolo di avvocato tanto delle vittime quanto di quella stragrande maggioranza di sacerdoti cattolici che non ha niente a che fare con gli abusi e continua in silenzio la sua opera quotidiana per il bene comune dell’umanità.

Stefano Levantino


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