martedì 27 luglio 2010

Mons. Malcom Ranjith nell'anno dell'Eucarestia della sua diocesi in Sri Lanka



L'arcivescovo di Colombo, Malcom Ranjith, con una recente lettera circolare, ha proclamato dall'agosto 2010 all'agosto 2011 un "anno dell'Eucaristia" per la sua arcidiocesi.

Il card. Antonio Canizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e i Sacramenti, si recherà in Sri Lanka per l'apertura ufficiale dell'Anno Eucaristico, il 29 agosto, presso la grande Basilica di Nostra Signora di Lanka a Tewatte.

Ecco, in sintesi, alcuni obiettivi e alcuni indirizzi che Mons. Malcom si propone per quest'anno:

1) Unire la devozione eucaristica all'animazione sociale, ricordando il forte e inscindibile legame tra l'eucaristia celebrata, la carità vissuta e la giustizia sociale perseguita fino all'amore e tutela dell'ambiente (da cui traiamo il pane e il vino che diventano il Corpo e Sangue di Cristo). La proposta è una vita autenticamente eucaristica in tutti i suoi aspetti.

2) "Aiutati e ispirati dalla teologia e spiritualità dell'Eucaristia noi desideriamo accogliere la normativa della celebrazione della liturgia, non come qualcosa che ci viene imposto, ma come qualcosa che scaturisce naturalmente dal mistero che dobbiamo difendere, custodire e salvaguardare."
Per questo ricorda la recente pubblicazione di un manuale per sacerdoti, religiosi e laici dal titolo Liturgical Guardian per la diocesi di Colombo, un testo dove si riassumono le norme e i significati di esse per la celebrazione degna e devota della santa liturgia.

Scrive a questo proposito l'arcivescovo: "Si prega di tener fede alla normativa (espressa nel sussidio Liturgical Guardian) fedelmente, senza cercare di attuare visioni e opinioni personali. Coloro che desiderano fare le cose come vogliono loro mettono se stessi al posto di Dio, e questo è auto-idolatria. Durante quest'anno ci concentreremo specialmente nei confronti dell'eliminazione di tutte le pratiche erronee in merito alla celebrazione della Santissima Eucaristia, i sacramenti e la Liturgia delle Ore"
Un forte richiamo a praticare una diffusa istruzione e formazione liturgica a tutti i livelli è elevato dal prelato Srilankese. Non solo per i laici, ma per sacerdoti e seminaristi: "Mi appello a tutti i rettori dei seminari, gli amministratori dei santuari dell'arcidiocesi, ai superiori degli istituti e ai direttori dell'apostolato perchè cooperino in modo speciale a questo sforzo. Mentre non trascuriamo altri campi di impegno, in queste questioni non possiamo tollerare abusi liturgici". Interessante, poi, il richiamo esplicito che viene fatto ai religiosi, a cui si ricorda che non sono affatto esenti dall'implementare anch'essi, nelle loro case e chiese, le leggi liturgiche accettate nell'Arcidiocesi di Colombo.

Il pezzo forte lo troviamo al num. 2.3 che vi riporto integralmente:

"Verrà fatto uno sforzo, nel corso di quest'anno, per rendere comuni i canti popolari in latino. Con questo obiettivo in mente il coordinatore diocesano per la Liturgia, il sig. Francesco D'Almeida organizzerà prove di canto in tutti i 15 decanati e insegnerà a tutti i cori alcuni canti latini di base che possono essere utilizzati nelle parrocchie e negli istituti. Una volta che queste sessioni di prove saranno state fatte, le parrocchie potranno cantare almeno il Kyrie, Gloria, Sanctus e Agnus Dei nelle Messe parrocchiali della prima Domenica del mese. Il num. 36 della Costituzione sulla Sacra Liturgia (Sacrosanctum Concilium) espone con chiarezza i princìpi stabiliti a questo riguardo. Il Latino rimane ancora la principale lingua liturgica della Chiesa. In Sri Lanka abbiamo fatto un errore ad abbandonare del tutto il linguaggio della nostra liturgia [bisogna pensare che in Sri Lanka ci sono tre lingue che coesistono Cingalese, Tamil e Inglese e le celebrazioni a Colombo devono spesso essere plurilingue per non scontentare nessuno, finendo per essere lunghissime e verbose]. Che questo Anno Eucaristico sia un'occasione per noi per resuscitare,almeno in parte, questa tradizione smarrita. Faccio appello a tutti i sacerdoti, religiosi e laici a collaborare.

Desidero inoltre affermare che, come indicato nel Motu Proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007, i sacerdoti e le istituzioni sono ormai autorizzati a celebrare, dove è opportuno, la Messa tridentina e i sacramenti in quel rito. In questo caso è meglio che i fedeli siano preparati per questo in anticipo. Mi auguro di celebrare io stesso una solenne Eucaristia in questo rito nel prossimo futuro presso la Cattedrale dell'Arcidiocesi."

Il num. 2.4 della lettera, poi, affronta i nodi (per quanto ho potuto vedere molto urgenti in Sri Lanka) della costruzione delle Chiese e soprattutto delle vesti, vasi, lini liturgici. Particolari non da poco, e che chiariscono la concretezza di Mons. Ranjith. Sembra di sentire un'eco dei richiami di San Francesco ai sacerdoti per gli stessi identici motivi: la bellezza e la pulizia di altari e chiese è la forma esterna della fede nella presenza reale:
"La sotto-commissione per l'Arte Sacra e l'Architettura è stato autorizzato ad individuare alcune chiese per il miglioramento dei presbiteri. Mi rivolgo ai sacerdoti perchè non diano inizio a restaurare o cambiare nulla senza il permesso e la supervisione di questa sotto-commissione. Essa è stato recentemente ricostituita ed è diretta dal Rev. P. Cecil Joy Perera, coordinatore della liturgia. Allo stesso tempo, l'ars celebrandi ci richiede che pensiamo seriamente ai paramenti per la Messa, alla biancheria per l'altare, i vasi sacri e le vesti liturgiche per i vari ministeri liturgici. Che l'Anno della santa Eucaristia sia un'occasione per migliorare tutti questi aspetti della nostra celebrazione"


Fonte: CANTUALEMANTONIANUM.COM

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