giovedì 14 maggio 2020

I Testimoni di Geova e la Santissima Trinità


DOTTRINA BIBLICA TRINITARIA

Un testo classico (Mt. 28,19)
Nella Bibbia del Nuovo Testamento vi sono circa quaranta testi trinitari. Uno dei più noti è certamente quello del vangelo di Matteo 28,19, che non può ignorare chiunque abbia una minima co- noscenza dei vangeli. Sono le parole di Gesù dette prima dell’Ascensione e che la Chiesa usa come formula battesimale fin dalle sue origini. Ecco il testo:

E Gesù, avvicinatosi, disse loro: Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28,19)

Due cose possiamo affermare con certezza riguardo a questo testo biblico:
La prima. Si tratta sicuramente d’una testimonianza scritturistica, sono cioè parole autentiche del Vangelo. Oggi tutti i biblisti ammettono come autentiche queste parole del vangelo di Matteo. E’ Parola di Dio. E’ un testo ispirato che ci conserva il genuino insegnamento di Gesù.
La seconda. Il suo contenuto è inequivocabilmente trinitario. I termini di Padre, Figlio e Spirito Santo e ciò che ad essi è attribuito, ci autorizzano ad affermare la triplice personalità e l’unica natura in Dio: Tre Persone e un solo Dio.
Scrive il biblista John McKenzie: “Le nozioni di Padre, Figlio e Spirito Santo sono rivelate affinché noi conosciamo meglio Dio ( … ). Lo studio di questi tre termini e del loro contesto è il modo migliore per giungere alla comprensione della distinzione delle Persone che viene affermata nel Nuovo Testamento,
Seguendo questo metodo indicato dal McKenzie diciamo anzitutto che gli autori ispirati, anzi lo stesso Maestro divino Gesù, il Testimone verace e fedele (Apocalisse 3,14), si sono dovuti servire d’un linguaggio umano comprensibile per rivelare realtà divine. I termini o parole indicano in qualche modo (in modo analogo) ciò che realmente si trova in Dio. Questo modo di esprimersi si chiama analogia.
A – Tre Persone.
I . – Nel caso presente di Matteo 28,19, e in tutti i testi trinitari, le parole o termini usati sono quelli di padre e di figlio. Nel linguaggio umano il padre non è il figlio, sono cioè due persone distinte. Hanno tuttavia la stessa natura, appartengono cioè l’uno e l’altro alla stessa specie umana. Sono perciò sostanzialmente identici.
Notiamo subito che la differenza di età non distrugge la identità di natura. Noi siamo esseri umani come tutti i discendenti di Adamo e, a loro volta, i nostri figli saranno esseri umani come noi. La natura umana resta sempre la stessa in tutti.
Notiamo pure che tra padre e figlio vi possono essere differenze di quantità. Il figlio, per esempio, può superare il padre in quanto a intelligenza, forza fisica, capacità artistiche ecc. Ma la natura resta sempre la stessa.
Tuttavia nel padre e nel figlio vi è qualcosa che distingue l’uno dall’altro come persone e consiste nel fatto che il padre agisce da padre e il figlio da figlio: il padre è colui che dà o comunica qualcosa di sé, ossia la natura umana, mentre il figlio è colui che riceve appunto la natura umana. Questa proprietà specifica dell’essere padre e dell’essere figlio costituisce la loro diversa personalità.
Ma ciò che il padre dà o comunica e che il figlio riceve è identico nell’uno e nell’altro. Il padre non crea il fìglio, ma gli comunica la vita umana che egli stesso ha ricevuto dai suoi genitori. Tutti gli uomini hanno avuto la natura umana da Adamo ed Eva. “Dio creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra” (Atti 17, 26).
2. – In modo analogo in Dio. I termini usati da Gesù per farci conoscere chi è Dio, la sua ricchezza interiore, la sua ricca personalità, meglio di come avevano fatto Mosé e i profeti e gli autori ispirati dell’Antico Testamento, ci obbligano a pensare che nell’unico Dio, nell’unica natura o sostanza divina, vi è una Personalità che corrisponde all’essere padre: Dio è colui che ama e che comunica la sua stessa natura. Dio Padre.
Il termine Padre chiama necessariamente quello di Figlio. Nell’unica. natura divina, ossia nell’unico Dio, vi è pure una Personalità che corrisponde all’essere figlio. Dio Figlio è perfettamente uguale al Padre ed agisce in perfetta armonia col Padre, di cui è come il prolungamento naturale. Gesù poteva dire: “Tutto quello che il Padre possiede è mio” (Giovanni 16, 15) e “Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie” (Giovanni 17, 10)”. La stessa perfetta uguaglianza di natura e di volontà Gesù esprimeva con le parole: “In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può far nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa (… ). Tutti onorino il Figlio come onorano il Padre” (Giovanni 5, 19-23).
Tuttavia il Padre non è il Figlio, benché comunichi al Figlio di essere sostanzialmente quello che Lui – il Padre – è. E neppure il Figlio è il Padre benché abbia ricevuto da Lui la stessa natura dìvina. Il Padre agisce da Padre e il Figlio da Figlio in perfetta armonia di volontà anche se la volontà del Padre possa essere chiamata un comando rispetto al Figlio (Giovanni 8,27-29).
Dunque in Dio, nell’unico Dio, Padre e Figlio sono due Persone distinte aventi la stessa natura e la stessa volontà.
3. – Che cosa dire dello Spirito Santo ossia della sua personalità? Qui il vocabolario non ci aiuta molto perché spirito non indica necessariamente una persona come diremo in seguito (cf. pp. 25-43). Tuttavia spirito può indicare anche una persona e questo è appunto il caso di Matteo 28,19 dove Spirito equivale a Persona Divina come il Padre e il Figlio. Perché?
a) Anzitutto la frase di Matteo 28, 19 è una enumerazìone che dipende grammaticalmente da un’unica formula: nel nome di. Ora lo Spirito Santo si trova nella stessa enumerazione dove si trovano il Padre e il Figlio, dipende cioè dalla stessa formula. Dunque deve dirsi Persona come il Padre e come il Figlio.
b) Alla stessa conclusione si arriva se si considera che la formula nel nome di, per il suo stesso significato, deve precedere persone, non realtà impersonali.
Infatti “battezzare nel nome di” significa “consacrare a” oppure “mettere al servizio di”. Il battezzato si consacra o/e si mette al servizio del Padre e del Figlio che sono Persone. Poiché il battesimo è amministrato “anche nel nome dello Spirito Santo”, ne segue che il battezzato si consacra o/e si mette al servizio anche dello Spirito Santo, che come il Padre e il Figlio deve dirsi una Persona Divina.

B – Un solo Dio.

Dall’analisi oggettiva e fedele delle parole di Gesù in Matteo 28,19 risulta anche la perfetta uguaglianza delle tre Persone Divine, ossia l’unità divina: un solo Dio. Facciamo due considerazioni.
La prima. Il battesimo istituito da Gesù, a differenza di quello ricevuto da Gesù, comporta la remissione dei peccati (cf. Atti 2,38; Efesini 5,26; Tito 3, 5) . Ora solo Dio può rimettere i peccati (cf. Luca 5, 21). Se il battesimo è amministrato nel nome delle Tre Persone, ne segue logicamente che tutte e Tre le Persone hanno la stessa autorità, la stessa capacità di santificare, ossia la stessa natura o sostanza divina. Sono un solo Dio.

La seconda. Battezzare vuol dire “consacrare a”, “mettere al servizio di”, come già abbiamo detto. Il ‘battezzato si consacra e si mette al servizio del Figlio e dello Spirito Santo nella stessa misura e in virtù della stessa potenza divina (nel nome di … ), che lo consacra e lo mette al servizio del Padre. Se l’essere divino, ossia la natura o sostanza divina appartiene al Padre, e non vi è dubbio che sia così, deve necessariamente appartenere anche al Figlio e allo Spirito Santo.

Ha scritto il biblista già citato John McKenzie:
“Il Figlio appartiene al livello divino dell’essere; né sorge alcun problema sull’appartenenza dello Spirito al livello divino dell’essere .

Padre Nicola Tornese s.j.
Fonte testi e foto: La Sacra Famiglia

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