lunedì 8 giugno 2009

«Se si toglie il Sacramento dell'Eucaristia dalla Chiesa non vi sarà che orrore e infedeltà e il popolo cristiano sarà come un gregge disperso»


San Bonaventura e l’Eucaristia

San Bonaventura, il dottore serafico, è uno dei figli del Serafico Padre che si è distinto non solo per la pietà ma anche per la dottrina eucaristica.

Nei suoi scritti si legge che bisogna esaminarsi con quale fede, con quanta carità, con quale intenzione, per quale fine si ci accosta alla santa Comunione.
Bisogna fermamente credere, come insegna la Chiesa, che appena il sacerdote ha pronunciato le parole della Consacrazione sotto gli accidenti del pane si vela il Corpo di Gesù. È lo stesso Corpo di Gesù che si incarnò nel seno della Vergine Maria, che fu flagellato, che fu coronato di spine e fu crocifisso.
Gesù è Dio, ha un'anima razionale, ha versato anche il suo Sangue per la Redenzione, sotto le specie del vino possiamo adorare il Sangue di Gesù. È ammirabile che Dio abbia scelto elementi così semplici ma essenziali come il pane e il vino per la Consacrazione, ma niente è a caso: questi elementi richiamano la dolorosa Passione di Gesù: il pane, fatto di farina, ottenuto dalla macinazione dei chicchi di grano fa pensare al Corpo martoriato di Gesù. Il vino, ottenuto dalla macinazione dei chicchi di uva, richiama alla mente il Sangue versato da Gesù.
Non bisogna dubitare: nell'Ostia e in ogni frammento è presente tutto Gesù.
La fede, dice il Santo, deve vincere 7 avversari: i cinque sensi che non avvertono la presenza di Gesù, l'immaginazione che non riesce ad immaginare come possa nascondersi in un'Ostia così piccola, e la stessa ragione che non riesce a capire come lo stesso Corpo possa trovarsi simultaneamente in luoghi diversi.
In secondo luogo bisogna esaminare la propria coscienza: non solo le azioni, ma anche le parole, le omissioni e i pensieri; bisogna accostarsi alla Mensa Eucaristica non solo senza peccato mortale nell'anima, ma con l'intenzione di non peccare, di non offendere lo sguardo di Colui che è il Santo dei Santi.
In terzo luogo bisogna esaminare con quanta carità e con quale fervore si riceve Gesù, cercando per quanto è possibile di eliminare ogni negligenza, dissipazione e leggerezza. È necessario ricevere Gesù con devozione, riverenza e un'accurata preparazione ricordando l'ammonimento di san Paolo che dice che chi mangia indegnamente il Corpo e il Sangue di Gesù mangia e beve la propria condanna.
È necessario, per infiammarsi nell'amore, considerare che se Dio ci ha dato una prova del suo amore nell'Incarnazione e nella Passione e Morte, una maggiore prova ci ha dato nell'istituire il Sacramento dell'Eucaristia.
Chi vuole degnamente ricevere Gesù deve avere il desiderio della vita eterna consapevole di quanto dice Gesù: «chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna» (Gv 6,54).
In quarto luogo il Santo rivolto ai sacerdoti dice che nel celebrare devono avere tre fini: adorare Dio, aiutare la chiesa e rinnovare la memoria della morte di Gesù. Nella Messa il ricordo della Passione di Gesù deve accompagnarci per cui si richiede un comportamento devoto, una decenza nel vestire, il leggere con attenzione, senza fretta. Purtroppo si assistono a Messe anche di 15 minuti.
Il Santo dice che uno degli effetti della santa Comunione è il distacco dalle cose della terra per amare sempre più Dio. Inoltre chi si avvicina a questo Sacramento sente crescere sempre più il desiderio di Dio.
Accostarsi alla santa Comunione vuol dire accostarsi alla fonte di ogni grazia, anzi all'Autore della salute, a Colui che è il medico delle nostre anime, che può guarirci da ogni male.
È interessante questa frase del Santo: «Se si toglie il Sacramento dell'Eucaristia dalla Chiesa non vi sarà che orrore e infedeltà e il popolo cristiano sarà come un gregge disperso».
È questa la risposta a tanti interrogativi, al perché di tante miserie morali, di tanti obbrobri, dei terribili fatti di cronaca che sembrano non scuotere più la coscienza, dei milioni di aborti al giorno che passano nel silenzio. Questo succede, quando si fa a meno del Signore.

Non mettiamo da parte l'Eucaristia e vedremo tanto meno male e tanto più bene nel mondo.

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