A causa della crisi, oggi, sono le persone più deboli a soffrireil disagio più grande.
La Conferenza Episcopale ha promosso una Colletta Nazionale, il 31 maggio, in tutte le chiese italiane, per costituire il
La crisi economica che ha investito l’Italia, e il mondo, richiede iniziative straordinarie da realizzare sia al livello locale che al livello nazionale. Sono infatti le “membra più deboli”, quelle che stanno soffrendo maggiormente, e senza colpa, degli effetti di questa grave situazione.
Le famiglie più numerose e monoreddito che, improvvisamente si sono viste private dell’unica fonte di sostentamento.
Per far fronte a questo delicata fase economica, la Conferenza Episcopale ha istituito un fondo nazionale straordinario di garanzia orientato alle necessità delle famiglie, lanciando una Colletta Nazionale il 31 maggio 2009 in tutte le diocesi e le parrocchie.
Si tratta di un gesto che esprime a livello nazionale e locale la carità da cui è animata sempre la Chiesa.
I destinatari del fondo
Perché l’intervento sia davvero efficace, non disperdendosi su più fronti, il fondo individua con precisione i potenziali destinatari di aiuto nelle famiglie in difficoltà: quelle con almeno tre figli (in età scolare, compresa l’università) o gravate da malattie o disabilità, che abbiano perso la fonte di reddito per la perdita temporanea o anche definitiva del lavoro.
Si calcola che il numero delle famiglie in queste situazioni sia tra le venti e le trentamila. Il fondo è istituito d’intesa con l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), che ha proposto alle principali banche di aderire all’iniziativa. Non eroga direttamente denaro, ma costituisce un capitale a garanzia degli interventi da parte degli istituti di credito aderenti. Si affianca, senza sostituirla, all’attività svolta abitualmente dalle Caritas diocesane e da analoghe iniziative promosse dalle diocesi.
Come funziona
Il fondo sarà attivo a partire dal 1° settembre 2009.
Le parrocchie indicano i possibili destinatari del prestito alla Caritas diocesana o ai patronati cattolici, che attestano l’effettiva presenza dei requisiti richiesti secondo i criteri definiti a livello nazionale, e segnalano la banca a cui rivolgersi.
La banca avvia in tempi molto brevi l’iter per concedere il prestito, che sarà erogato mensilmente.
La modalità di intervento prevede che a ciascuna famiglia sarà erogato un contributo massimo di € 500 mensili per un anno, per un totale di € 6.000.
Il contributo potrà essere prorogato per un secondo anno e per lo stesso importo, se permangono le condizioni di necessità iniziali. Se viene meno lo stato di necessità, l’erogazione viene sospesa.
La restituzione del prestito alla banca inizierà nel momento in cui la famiglia disporrà nuovamente di un reddito certo, e comunque non prima di uno o due anni, e avrà la durata massima di cinque anni.
Le famiglie più numerose e monoreddito che, improvvisamente si sono viste private dell’unica fonte di sostentamento.
Per far fronte a questo delicata fase economica, la Conferenza Episcopale ha istituito un fondo nazionale straordinario di garanzia orientato alle necessità delle famiglie, lanciando una Colletta Nazionale il 31 maggio 2009 in tutte le diocesi e le parrocchie.
Si tratta di un gesto che esprime a livello nazionale e locale la carità da cui è animata sempre la Chiesa.
I destinatari del fondo
Perché l’intervento sia davvero efficace, non disperdendosi su più fronti, il fondo individua con precisione i potenziali destinatari di aiuto nelle famiglie in difficoltà: quelle con almeno tre figli (in età scolare, compresa l’università) o gravate da malattie o disabilità, che abbiano perso la fonte di reddito per la perdita temporanea o anche definitiva del lavoro.
Si calcola che il numero delle famiglie in queste situazioni sia tra le venti e le trentamila. Il fondo è istituito d’intesa con l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), che ha proposto alle principali banche di aderire all’iniziativa. Non eroga direttamente denaro, ma costituisce un capitale a garanzia degli interventi da parte degli istituti di credito aderenti. Si affianca, senza sostituirla, all’attività svolta abitualmente dalle Caritas diocesane e da analoghe iniziative promosse dalle diocesi.
Come funziona
Il fondo sarà attivo a partire dal 1° settembre 2009.
Le parrocchie indicano i possibili destinatari del prestito alla Caritas diocesana o ai patronati cattolici, che attestano l’effettiva presenza dei requisiti richiesti secondo i criteri definiti a livello nazionale, e segnalano la banca a cui rivolgersi.
La banca avvia in tempi molto brevi l’iter per concedere il prestito, che sarà erogato mensilmente.
La modalità di intervento prevede che a ciascuna famiglia sarà erogato un contributo massimo di € 500 mensili per un anno, per un totale di € 6.000.
Il contributo potrà essere prorogato per un secondo anno e per lo stesso importo, se permangono le condizioni di necessità iniziali. Se viene meno lo stato di necessità, l’erogazione viene sospesa.
La restituzione del prestito alla banca inizierà nel momento in cui la famiglia disporrà nuovamente di un reddito certo, e comunque non prima di uno o due anni, e avrà la durata massima di cinque anni.
Per maggiori info:
http://www.prestitodellasperanza.it/index.html
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