I seminari di molte diocesi sono vuoti ma si vorrebbero respingere i candidati al sacerdozio che si sentono legati alla Tradizione.
Senza citare i vescovi tedeschi che stanno alzando barricate in questi giorni per bloccare le ordinazioni sacerdotali della Fraternita' San Pio X, Monsignor Jean-Louis Brugues, il segretario della Congregazione vaticana per l'Educazione Cattolica (che ha competenza sulla formazione dei seminaristi), ha criticato le barriere che si tenta di porre ai candidati tradizionalisti al sacerdozio sulla base di "interpretazioni del Vaticano II che si sono imposte alla fine degli anni Sessanta e nel decennio successivo" e che Papa Ratzinger ha stigmatizzato il 22 dicembre 2005 nel suo primo incontro prenatalizio con la Curia Romana.
La crisi delle vocazioni e' dovuta prima di tutto a una perdita della identita' cattolica, ha osservato Brugues che si e' soffermato sulla "fisionomia tipica di coloro che bussano alla porta dei seminari o delle case religiose" in un discorso ai rettori dei seminari pontifici convenuti a Roma nei giorni scorsi, nel quale ha contrapposto i seminari retti con una visione progressista a quelli dei tradizionalisti, rilevando che "i candidati della prima tendenza sono diventati sempre piu' rari, con grande dispiacere dei sacerdoti delle generazioni piu' anziane", mentre "i candidati della seconda tendenza sono diventati oggi piu' numerosi dei primi, ma esitano a varcare la soglia dei nostri seminari, perche' spesso non vi trovano cio' che cercano".
"Essi - ha osservato Bruges nel testo pubblicato dal sito "Chiesa" dell'Espresso - sono portatori d'una preoccupazione d'identita' e con un certo disprezzo vengono qualificati talvolta come 'identitari'".
"Come favorire - si e' chiesto il presule - un'armonia tra gli educatori, che appartengono spesso alla prima corrente, e i giovani che si identificano con la seconda? Gli educatori continueranno ad aggrapparsi a criteri d'ammissione e di selezione che risalgono ai loro tempi ('68 e post-concilio), ma non corrispondono piu' alle aspirazioni dei piu' giovani?".
"Mi e' stato raccontato - ha confidato il segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica - il caso di un seminario francese nel quale le adorazioni del Santissimo Sacramento erano state bandite da una buona ventina d'anni, perche' giudicate troppo devozionali: i nuovi seminaristi hanno dovuto battersi per parecchi anni perche' fossero ripristinate, mentre alcuni docenti hanno preferito dare le dimissioni davanti a cio' che giudicavano come un 'ritorno al passato'; cedendo alle richieste dei piu' giovani, avevano l'impressione di rinnegare cio' per cui si erano battuti per tutta la vita".
Ai rettori dei seminari, l'Arcivescovo Brugues ha chiesto allora di "assicurare armoniosamente il passaggio da un'interpretazione del Concilio Vaticano II ad un'altra, e forse da un modello ecclesiale a un altro. La vostra posizione - ha concluso rivolto ai rettori - e' delicata, ma e' assolutamente essenziale per la Chiesa".
© Copyright (AGI)
Senza citare i vescovi tedeschi che stanno alzando barricate in questi giorni per bloccare le ordinazioni sacerdotali della Fraternita' San Pio X, Monsignor Jean-Louis Brugues, il segretario della Congregazione vaticana per l'Educazione Cattolica (che ha competenza sulla formazione dei seminaristi), ha criticato le barriere che si tenta di porre ai candidati tradizionalisti al sacerdozio sulla base di "interpretazioni del Vaticano II che si sono imposte alla fine degli anni Sessanta e nel decennio successivo" e che Papa Ratzinger ha stigmatizzato il 22 dicembre 2005 nel suo primo incontro prenatalizio con la Curia Romana.
La crisi delle vocazioni e' dovuta prima di tutto a una perdita della identita' cattolica, ha osservato Brugues che si e' soffermato sulla "fisionomia tipica di coloro che bussano alla porta dei seminari o delle case religiose" in un discorso ai rettori dei seminari pontifici convenuti a Roma nei giorni scorsi, nel quale ha contrapposto i seminari retti con una visione progressista a quelli dei tradizionalisti, rilevando che "i candidati della prima tendenza sono diventati sempre piu' rari, con grande dispiacere dei sacerdoti delle generazioni piu' anziane", mentre "i candidati della seconda tendenza sono diventati oggi piu' numerosi dei primi, ma esitano a varcare la soglia dei nostri seminari, perche' spesso non vi trovano cio' che cercano".
"Essi - ha osservato Bruges nel testo pubblicato dal sito "Chiesa" dell'Espresso - sono portatori d'una preoccupazione d'identita' e con un certo disprezzo vengono qualificati talvolta come 'identitari'".
"Come favorire - si e' chiesto il presule - un'armonia tra gli educatori, che appartengono spesso alla prima corrente, e i giovani che si identificano con la seconda? Gli educatori continueranno ad aggrapparsi a criteri d'ammissione e di selezione che risalgono ai loro tempi ('68 e post-concilio), ma non corrispondono piu' alle aspirazioni dei piu' giovani?".
"Mi e' stato raccontato - ha confidato il segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica - il caso di un seminario francese nel quale le adorazioni del Santissimo Sacramento erano state bandite da una buona ventina d'anni, perche' giudicate troppo devozionali: i nuovi seminaristi hanno dovuto battersi per parecchi anni perche' fossero ripristinate, mentre alcuni docenti hanno preferito dare le dimissioni davanti a cio' che giudicavano come un 'ritorno al passato'; cedendo alle richieste dei piu' giovani, avevano l'impressione di rinnegare cio' per cui si erano battuti per tutta la vita".
Ai rettori dei seminari, l'Arcivescovo Brugues ha chiesto allora di "assicurare armoniosamente il passaggio da un'interpretazione del Concilio Vaticano II ad un'altra, e forse da un modello ecclesiale a un altro. La vostra posizione - ha concluso rivolto ai rettori - e' delicata, ma e' assolutamente essenziale per la Chiesa".
© Copyright (AGI)
fonte : PapaRatzinger.blogspot.com
Nessun commento:
Posta un commento
Benvenuto, grazie del tuo contributo...