mercoledì 19 ottobre 2011

La marcia dei veri indignati





Abbiamo ancora negli occhi le devastazioni, i saccheggi e gli atti sacrileghi compiuti dalla teppaglia che ha messo a ferro e a fuoco Roma: squallidi e penosi sciacalli senza autentici ideali, inconsapevoli e miseri ingranaggi di un sistema corrotto e corruttore che li utilizza come parafulmini ideologici.



Se riflettiamo bene, le manifestazioni violente (soprattutto dei giovani) contro “il sistema” tornano utili all’establishment politico e culturale in quanto consentono di assolvere a due funzioni essenziale per il mantenimento dello status quo: la catarsi delle pulsioni e lo sviamento dagli autentici fattori che opprimono l’umanità.



Il resto della popolazione che non ha partecipato alla manifestazione o che semplicemente non ne ha condiviso la deriva violenta ha tuttavia psicologicamente “beneficiato”, per lo più inconsapevolmente, dello sfogo del profondo malessere espresso dai teppisti, una rabbia sorda che monta nell’animo di ogni uomo attanagliato e oppresso da una dittatura invisibile che schiaccia verso il basso e subdolamente impone le proprie leggi.



Effettivamente, non c’è dittatura più efficace di quella che ti fa credere di essere libero ed è proprio in quest’ottica che il sistema attuale guarda con favore agli scontri di piazza o semplicemente non li reprime duramente.



Crisi economica determinata da logiche di potere, mancanza di posti di lavoro, corruzione politica, signoraggio bancario, speculazioni finanziarie sono certamente dei motivi validi di protesta, ma cosa c’è al di là di tutto ciò, chi tiene in ostaggio l’umanità e la svia dal vero bene? Possiamo star certi che a questa domanda la maggior parte della gente non saprebbe dare una risposta chiara e univoca: il nemico c’è ma è impalpabile e si nasconde dietro individui e sistemi che di volta in volta le rivolte popolari di turno indicano come causa di tutti i mali.



Aborto, divorzio, eutanasia, omosessualismo, pansessualismo, relativismo morale e religioso, ateismo pratico e teorico, pornografia, profanazioni della purezza infantile sono tutti attentati al vero bene comune che sfuggono regolarmente all’analisi dei più ma che costituiscono la cappa di marciume che rende l’aria irrespirabile e pongono l’uomo nella schiavitù morale e nell’indigenza.



Il 13 maggio 2012 si terrà a Roma la seconda marcia nazionale per la vita contro le leggi abortiste, una manifestazione promossa da persone di ogni cultura ed estrazione sociale ma unite dal comune desiderio di fare qualcosa per i senza voce che quotidianamente periscono tra i tormenti più atroci e nell’indifferenza generale: i bambini non nati. Anzi, gli assassini di questi nostri fratelli girano a piede libero, partecipano a cortei, rivendicano diritti, ricoprono ruoli importanti e di potere, rivestono cariche ufficiali.



Non ci accontentiamo di rivendicare il nostro diritto ad un lavoro, ad una casa e ad una vita dignitosa; non ci basta esprimere una rabbia cieca e senza oggetto ma vogliamo chiamare col loro vero nome i mali che ci affliggono, le menzogne che coprono gli abusi ed i soprusi. Soprattutto, vogliamo puntare il dito contro una legge ingiusta e malvagia che tortura, uccide, perverte le anime e decima la popolazione. Una legge che vogliamo abrogata: la 194/1978.

Alfredo De Matteo



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