sabato 12 luglio 2014

In natura il gender non esiste.



La cancellazione di «madre» e «padre» con «Genitore 1» e «Genitore 2», avvenuta in diverse scuole, appare come un piccolo caso provinciale a confronto dell’operazione che, su vasta scala, ha lanciato Facebook per annacquare «maschi» e «femmine» nell’indistinto mare dell’ideologia Gender. Per la quale essere uomo o donna è un’opinione fra tante altre, non un dato di natura. Questo impone il nuovo dogma dell’epoca obamiana. Perciò sul famoso social network ora si potrà «definire la propria identità di genere in ben 58 modi diversi», come annuncia esultante Repubblica: negli spazi dove fino a ieri stavano scritti solo «maschio» e «femmina» adesso si potrà fare anche una scelta «personalizzata».

Infatti «sotto la stretta supervisione dell’Arcigay» si offrono decine di possibilità: intersessuale, agender, bigender, fluido, neutro, trans e pure femminiello. C’è perfino la distinzione tra «femmina trans» e «trans femmina».

NATURA E REALTÀ
Per la verità, a noi, affezionati alla razionalità, alla natura e alla realtà, pare che - in barba a Obama - continuino a nascere solo uomini e donne. Insieme al buon senso e alle ostetriche, lo dicono la scienza, la fisiologia e la biologia. Non a caso la regola dice che nel Dna sta scritto che si è maschi oppure femmine. E anche se uno si sottopone a un’operazione chirurgica privandosi dei suoi organi genitali il Dna continua a dare il responso originario. Il Dna dunque parla come la Sacra Scrittura, perché la natura è il linguaggio di Dio: si nasce maschi o femmine. Non è un’opzione culturale, che uno può decidere arbitrariamente, ma un dato di natura.

Il linguaggio simbolico della Bibbia poi rivela anche qualcosa di più profondo: ci spiega infatti che Dio fece la donna dalla costola di Adamo dormiente. Cosa vorrà dire quest’immagine simbolica? Sono fiorite in proposito molte risposte scherzose. Secondo certi buontemponi Dio creò Adamo prima di Eva perché non voleva essere assillato dai consigli mentre faceva l’uomo. Le donne da parte loro hanno ribattuto che Dio prima fece una brutta copia, per prova, poi - considerati gli errori fatti - fece la «bella copia». C’è pure una barzelletta secondo cui Adamo sarebbe andato da Dio per chiedergli:«Signore, perché hai fatto la donna così bella?»". E Dio: «Affinché tu la amassi». Replica dell’uomo: «E perché l’hai fatta così stupida?». Risposta dell’Onnipotente: «Affinché lei ami te».

Tuttavia, scherzi a parte, dovrebbe far riflettere noi maschi il fatto che - nella simbologia biblica - Adamo fu tratto dalla terra, dal fango, mentre Eva fu tratta dalla parte dell’uomo più vicina al cuore. C’è qualcosa di più nobile ed elevato nelle donne che ha a che fare con una più grande capacità di amare.

E c’è una bellezza speciale.

Olivier Clément, teologo francese e grande convertito, diceva che la donna nasce non nel sonno, ma nell’estasi dell’uomo. Lo conferma il memorabile grido di entusiasmo e felicità di Adamo la prima volta che vide Eva (è riportato nella Bibbia, Gen. 2, 23).

Nella Bibbia c’è anche quella formidabile differenza di reazione quando i due vengono scoperti, dopo l’atto di disobbedienza. Adamo - antesignano di generazioni e generazioni di maschietti - a Dio, che gli chiedeva cosa aveva combinato, rispose dando la colpa alla donna e a Dio stesso: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Perché errare è umano, ma dare la colpa agli altri ancora di più. Eva invece rispose dicendo la verità e riconoscendo l’origine del male: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».

Da migliaia di anni la storia dell’umanità è racchiusa in questo rapporto fra maschi e femmine, rapporto fatto di somiglianza e diversità, di complementarità, curiosità, passione, carnalità, fascino, amore, scontri e incontri.

Tutte le civiltà sono nate da qui. Cosa c’è di più evidente della nostra natura maschile e femminile? Del resto tutti, ma proprio tutti, siamo nati da questo primordiale slancio unitivo di un uomo verso una donna e di una donna verso un uomo: «E i due saranno una sola carne».

Non c’è un solo essere umano - anche fra i più fanatici sostenitori dell’ideologia gender - che non sia nato da un uomo e una donna. I fatti sono testardi. E la Natura è ineliminabile. Per quanto le ideologie pretendano di forzarla, cercando di raddrizzarne il legno storto (e provocando catastrofi), essa resta sovrana. Del resto la scienza (dalla fisiologia, alla psicologia, dalla biologia alla neurologia) ci dice che l’essere maschi e femmine non implica solo una diversità degli apparati genitali. È tutto il corpo che è diverso ed è diverso il funzionamento del cervello, come è diversa la psiche.

L’ideologia Gender pretende invece di affermare che la Natura non esiste e che il genere è semplicemente un fatto culturale, una scelta. Altro che l’estinzione della foca monaca e del lupo d’appennino. La dittatoriale ideologia gender pretende di abolire la natura umana «tout court». 
Se riuscisse a prevalere (privandoci perfino del diritto di dissentire) si potrebbe considerare secondo me il più colossale disastro ecologico di tutti i tempi. L’umanità infatti è la parte più importante della natura.

È angosciante veder devastare un paesaggio, disseccare un fiume, inquinare il mare. È tragico veder abbattere le Dolomiti o abolire il chiaro di luna. Ma abolire la natura maschile e femminile dell’uomo, degradando il genere a opinione culturale è invece una conquista? Tutti parlano di salvaguardia del creato. Ma l’uomo? Quell’ecologia umana che aveva auspicato il grande Benedetto XVI chi la difende?

Molti dei «progressisti» che vogliono la natura incontaminata nei fiumi, sui monti e nel mare, poi negano perfino che esista una natura per l’uomo. Molti di coloro che vedono come fumo negli occhi i pomodori geneticamente modificati, poi magari sono a favore della sperimentazione sugli embrioni umani. Molti che si riempiono la bocca di terzomondismo, poi non hanno nulla da dire se una povera donna del Terzo Mondo, per fame e miseria, accetta in cambio di poche monete di essere usata come utero, come contenitore di ovuli, da ricche coppie d’occidente (etero o omo) che poi si prendono il figlio che lei ha appena partorito.

È questo il mondo dove vogliamo vivere? Per me è un mondo spaventoso. Invece come appare grandioso e liberante ciò che la Sacra Scrittura ci rivela di noi. Essa dice che «Dio creò l’uomo a sua immagine, maschio e femmina li creò. E Dio li benedisse e disse loro: ’Crescete e moltiplicatevi e soggiogate la terra’».

UGUALI E DIVERSI
Una dignità altissima (a immagine di Dio). La signoria sul creato. Maschi e femmine al tempo stesso uguali come valore (uguaglianza proclamata tremila anni fa), ma diversi. Due modi diversi e complementari di realizzare l’umanità.


E Adamo dice di Eva: «È carne della mia carne». Giovanni Paolo II osservava: «Alla luce di questo testo comprendiamo che la conoscenza dell’uomo passa attraverso la mascolinità e la femminilità, che sono come due incarnazioni della stessa metafisica solitudine, di fronte a Dio e al mondo, come due modi di ’essere corpo’ ed insieme uomo che si completano reciprocamente».

Aggiungeva: «Proprio la funzione del sesso, che è, in un certo senso, ’costitutivo della persona’ (non soltanto ’attributo della persona’), dimostra quanto profondamente l’uomo con tutta la sua solitudine spirituale, con la sua unicità e irripetibilità propria della persona sia costituito dal corpo come ’lui’ o ’lei’. La presenza dell’elemento femminile accanto a quello maschile ed insieme con esso ha il significato di un arricchimento per l’uomo in tutta la prospettiva della sua storia, ivi compresa la storia della salvezza».

In questo nell’essere fatti - anche fisicamente - per unirci e dare la vita a un altro essere c’è la traccia di Dio che è Trinità, cioè comunione di persone. La radice del nostro essere è amore. Non ideologia.

di Antonio Socci

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