domenica 12 luglio 2015

Pier Giorgio Frassati nel ricordo dei pontefici.


                          


Fonte: Vaticaninsider.it


Il beato torinese, a novant' anni dalla morte e a venticinque dalla beatificazione, nel ricordo dei Pontefici

LUCA ROLANDITORINO

Non solo il capoluogo piemontese celebra la festa del Beato Pier Giorgio Frassati, tante sono le iniziative in ogni angolo del mondo. Certamente a Torino, dove Pier Giorgio ha vissuto la sua intensa e profonda, anche se breve, esistenza e dove nel pomeriggio di sabato al Santuario della Consolata, tanto caro a Frassati, mons. Cesare Nosiglia ha presieduto la messa nel giorno della Festa del Beato, ricordando la sua testimonianza e un motto sempre attuale  ripetuto ai fedeli, giovani e adulti: quel bisogna “vivere non vivacchiare".


Dunque parte oggi un anno frassatiano, con iniziative, momenti di riflessione e preghiera, progetti di carità e cultura in programma grazie al lavoro della Pastorale giovanile e universitaria della Diocesi e delle associazioni legate al mondo frassatiano: Azione Cattolica, Fuci, San Vincenzo, Giovane Montagna e molte altre.  Ancora nell’area torinese al santuario Grotta N. S. di Lourdes in via della Resistenza 30 a Forno di Coazze, messa alle 17 e, a seguire, il concerto «L'amore più grande» del Grande Coro Hope con le canzoni che hanno accompagnato papa Francesco nella visita a Torino. Domenica 5 luglio, alle 15, presso il rifugio Frassati m 2.542 sull'Alta Via n°1, nel Comune di Saint-Remy-en-Bosses, Messa di suffragio. Saranno presenti Don Nowrot con 60 giovani polacchi, i Tipi Loschi di Parigi, Giovani del Belgio e in cammino con Pier Giorgio, per Azione Cattolica, Meic e Fuci a Conca del Prà in ricordo della passione per la montagna del beato.


Anche i Papi del Novecento e del nuovo secolo in questi novant’anni, hanno esaltato la figura del giovane torinese, la sua sequela Christi.


Nonostante la sua devozione al giovane torinese Pio XII fu costretto a proclamare il "non expedire" nei confronti del processo di beatificazione di Frassati, arrestandone momentaneamente il corso. Ciò accadde nonostante la poderosa raccolta di documenti presenti nella prima biografia su Pier Giorgio di Padre Cojazzi. Grazie alla grande fede e passione per la verità fu soprattutto merito della sorella di Pier Giorgio, Luciana Frassati che spese la sua lunga esistenza per fare conoscere la santità del fratello, che si riaprì e si consolidò la sua conoscenza. Luciana era mossa da un desiderio di ricerca della verità, che fu perseguito con strenua energia e perseveranza a raccogliere il maggior numero possibile di testimonianze che portò avanti il processo di riconoscimento delle virtù eroiche. Inviate in Vaticano, finirono nelle mani di Montini, ex-assistente della FUCI, dove aveva avuto modo di avvicinare personalmente Frassati.


Giovanni XXIII lo ricordò come esempio nell’amore più puro a Gesù nel suo “Giornale dell’Anima” e al Concilio il suo modello di laicità al servizio della chiesa e del mondo fu ricordato da molti padri.


Il 1 settembre 1959, l’allora Arcivescovo di Milano, Giovanni  Battista Montini stupì tutti i giovani della FUCI al congresso nazionale di Torino al teatro Alfieri: «C'è qualcuno qui ch'io vedo e non si vede… eppure è presente». Un attimo di esitazione in sala. Poi la platea dei giovani capisce, si scioglie, applaude fragorosamente. Il cardinale Giovanni Battista Montini si riferiva a Pier Giorgio Frassati, fratello ideale.


Divenuto Papa, Paolo VI promosse nel 1978 l'introduzione della Causa, dichiarando aperto il secondo processo di canonizzazione. Nove anni più tardi, debellando ogni calunnia, Padre Molinari, postulatore della Causa, presentò la Positio super virtutibus, che portò a Frassati l'attribuzione di "venerabile", viste le più di tremila grazie ottenute per sua intercessione.


Nel dicembre del 1989 seguì la proclamazione del decreto relativo al miracolo, risalente al 1933, attribuito a Pier Giorgio, atto che sfociò, grazie a Karol Wojtyla che aveva ammirato fin da giovane prete Frassati, e l’aveva più volte ricordato in molte occasioni e proclamato tra gli intercessori delle Giornate Mondiali della Gioventù dopo averlo dichiarato venerabile e beatificato.
Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro il 20 maggio 1990,  nell'omelia della beatificazione, lo definì “uomo delle otto beatitudini”, presentando la sua vita come “un'avventura meravigliosa” esempio che la santità “è alla portata di tutti”.


Benedetto XVI, nell’Udienza generale di mercoledì 4 luglio 2007, aveva affermato: “Cari giovani, l’esempio del Beato Pier Giorgio Frassati vi rafforzi nel testimoniare il Vangelo in ogni circostanza della vita, e vi sostenga perché si realizzi nel mondo la civiltà dell’amore, sulla base dell’intima unione con Dio”.


Il beato Pier Giorgio Frassati è il laico non clericale ha detto papa Francesco , riproponendolo come modello ai giovani nella recente visita pastorale a Torino  In una nota per la festa del beato, l’Azione Cattolica Italiana, riprende una affermazione di Bergoglio “è un modello di fiducia e di audacia evangelica per le giovani generazioni d’Italia e del mondo”… definendolo il testimonial perfetto della Chiesa che il Papa esorta a realizzare: una Chiesa che cammina nelle periferie esistenziali dell’umanità contemporanea. Una comunità che guarda senza remore le donne e gli uomini che cercano la vita vera e attendono qualcuno che indichi la strada, attraverso la condivisione, la fraternità, la carità materiale e spirituale. Le reliquie del beato saranno alla Gmg di Cracovia del prossimo anno.


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