San Giuseppe campione di Fede
La vita di San Giuseppe è stata veramente travolta dalle iniziative di Dio, iniziative misteriose, iniziative al di là della possibilità di capire.
San Giuseppe si è lasciato condurre perché era giusto e "giusto" è l'uomo che vive di fede.
È stupendo questo esempio di San Giuseppe che, pur essendo capo di casa, è semplicemente a servizio, con una familiarità fatta di abbandono e di continua dedizione. San Giuseppe non misura la vita di Gesù e della Vergine sulle sue esigenze, ma mette la sua vita a servizio delle loro. Non parte per l'Egitto quando fa comodo a lui, ma quando l'interesse di Gesù lo richiede.
San Giuseppe si è lasciato travolgere dal Signore e condurre per strade misteriose. Ha rinunciato a capire e ha accettato di credere, ha rinunziato a comandare e ha accettato di obbedire.
Eppure, credendo, si è lasciato condurre dal Signore e questi lo ha introdotto in un modo particolarmente intimo nel mistero dell'Incarnazione e della salvezza.
San Giuseppe, questo amabilissimo patrono della vita spirituale, ci aiuti ad essere molto presenti solo al cuore e agli occhi di Dio, e quanti più saranno a dimenticarsi di noi, tanto meglio, perché in questo nostro scomparire agli occhi di tutti e agli stessi nostri occhi, il nostro io sappia perdersi nella adorazione umile e silenziosa della infinita grandezza dell'unico Dio e Signore nostro.
Giuseppe conosceva perfettamente la santità di Maria e il proposito di verginità perpetua.
Perciò, quando si avvide della gravidanza di Lei, non la ritenne peccatrice-adultera, né la espose alla lapidazione prescritta (Levitico 20, lO; Deuteronomio 22, 22-24). Lui che credeva alla virtù di Maria, avrebbe cessato di essere giusto (Matteo 1, 19) se l'avesse fatta lapidare.
Ma Giuseppe, prima dell'apparizione angelica (Matteo 1, 20-23) non conosce la causa per la quale la sua sposa è incinta e non ne sa spiegare il fatto.
E' Dio che, per mezzo di un Angelo, in sogno ammonisce Giuseppe di astenersi anche semplicemente dal rimandare la sua sposa, e lo esorta invece a prenderla tranquillamente con sé, perché la meternità di Lei a nessuno era da attribuirsi se non a Dio stesso.
La santità di Giuseppe, cioè del giusto che se incorre in qualche imperfezione subito risorge (Proverbi 24, 16), risplende immediatamente di più viva luce:
per aver subito ubbidito all'Angelo (Matteo 1, 24); per aver subito deciso di compiere in tutto la volontà di Dio (Matteo 1, 24)
La santità di Maria rifulge di specialissima luce in questa terribile circostanza:
per ubbidire a Dio, che voleva riservarsi di manifestare a Giuseppe l'inspiegabile mistero, nulla disse al suo sposo, pur soffrendo acutamente per la prolungata e cocente ambascia del suo sposo e per il pericolo «che un giusto mancasse, egli che non mancava mai...» Veramente, Maria e Giuseppe, anche in questa dolorosa circostanza e prova, appaiono «...due santi che più grandi il mondo non ha»
Preghiera
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
tratto da: http://digilander.libero.it/monast/giuseppe/epilogo.htm
San Giuseppe si è lasciato condurre perché era giusto e "giusto" è l'uomo che vive di fede.
Dove lo porta il Signore?
Non lo sa, Dio non glielo dice, non gli spiega niente e lui obbedisce lo stesso.
Ha sempre detto di sì con la vita, non con le parole.
Non ha mai avuto questioni da sollevare, dubbi da proporre.
Non lo sa, Dio non glielo dice, non gli spiega niente e lui obbedisce lo stesso.
Ha sempre detto di sì con la vita, non con le parole.
Non ha mai avuto questioni da sollevare, dubbi da proporre.
È stupendo questo esempio di San Giuseppe che, pur essendo capo di casa, è semplicemente a servizio, con una familiarità fatta di abbandono e di continua dedizione. San Giuseppe non misura la vita di Gesù e della Vergine sulle sue esigenze, ma mette la sua vita a servizio delle loro. Non parte per l'Egitto quando fa comodo a lui, ma quando l'interesse di Gesù lo richiede.
San Giuseppe si è lasciato travolgere dal Signore e condurre per strade misteriose. Ha rinunciato a capire e ha accettato di credere, ha rinunziato a comandare e ha accettato di obbedire.
Eppure, credendo, si è lasciato condurre dal Signore e questi lo ha introdotto in un modo particolarmente intimo nel mistero dell'Incarnazione e della salvezza.
San Giuseppe, questo amabilissimo patrono della vita spirituale, ci aiuti ad essere molto presenti solo al cuore e agli occhi di Dio, e quanti più saranno a dimenticarsi di noi, tanto meglio, perché in questo nostro scomparire agli occhi di tutti e agli stessi nostri occhi, il nostro io sappia perdersi nella adorazione umile e silenziosa della infinita grandezza dell'unico Dio e Signore nostro.
LA SANTITÀ DI GIUSEPPE
Giuseppe conosceva perfettamente la santità di Maria e il proposito di verginità perpetua.
Perciò, quando si avvide della gravidanza di Lei, non la ritenne peccatrice-adultera, né la espose alla lapidazione prescritta (Levitico 20, lO; Deuteronomio 22, 22-24). Lui che credeva alla virtù di Maria, avrebbe cessato di essere giusto (Matteo 1, 19) se l'avesse fatta lapidare.
Ma Giuseppe, prima dell'apparizione angelica (Matteo 1, 20-23) non conosce la causa per la quale la sua sposa è incinta e non ne sa spiegare il fatto.
E' Dio che, per mezzo di un Angelo, in sogno ammonisce Giuseppe di astenersi anche semplicemente dal rimandare la sua sposa, e lo esorta invece a prenderla tranquillamente con sé, perché la meternità di Lei a nessuno era da attribuirsi se non a Dio stesso.
La santità di Giuseppe, cioè del giusto che se incorre in qualche imperfezione subito risorge (Proverbi 24, 16), risplende immediatamente di più viva luce:
per aver subito ubbidito all'Angelo (Matteo 1, 24); per aver subito deciso di compiere in tutto la volontà di Dio (Matteo 1, 24)
La santità di Maria rifulge di specialissima luce in questa terribile circostanza:
per ubbidire a Dio, che voleva riservarsi di manifestare a Giuseppe l'inspiegabile mistero, nulla disse al suo sposo, pur soffrendo acutamente per la prolungata e cocente ambascia del suo sposo e per il pericolo «che un giusto mancasse, egli che non mancava mai...» Veramente, Maria e Giuseppe, anche in questa dolorosa circostanza e prova, appaiono «...due santi che più grandi il mondo non ha»
Preghiera
A TE, O BEATO GIESEPPE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
tratto da: http://digilander.libero.it/monast/giuseppe/epilogo.htm
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