mercoledì 19 gennaio 2011

LA PREGHIERA PUO' TUTTO!


Il Venerabile Don Dolindo Ruotolo, amava pregare e raccoman­dava di pregare con le braccia aperte, come gli «Oranti» delle Catacombe, e come i Sa­cerdoti nella celebrazione della Messa. In­segnava che le preghiere del «Padre no­stro» e dell'«Ave Maria» recitate con le brac­cia aperte sono onnipotenti perché ricorda­no a Dio la preghiera di Gesù in Croce.

Dolindo dice che: L'anima che stende le sue braccia e prega, credendo, sperando e aman­do, ha nella sua debolezza una certa onnipotenza, perché tutto può la pre­ghiera, tutto ardisce la fede vera, tutto raggiunge la speranza che confida, tutto abbraccia l'amore che a Dio si dona e a Dio si abbandona. Come l'ancora ferma la nave fra i mobili flutti, cosi la preghiera ferma l'anima neh"ondeggiare delle umane vi­cende, e le da la sicurezza dell'appog­gio fra le tempeste della vita.
Tu lo hai già sperimentato e lo speri­menterai sempre, perché ogni giorno ha il suo affanno e le sue incertezze. Se termina una lotta ne comincia un'altra, e l'anima si accorge che non può riguardare le creature come sua meta. Unica meta è l'amore mio e l'amare tutti per me. Apri perciò le braccia, e, nella profonda pace del tuo cuore, sospira al mio amore.
La tenera pianta non ha ancora le spine, ma quando si irrobustisce, esse spuntano e pungono. Così sono le anime, figlio mio: le loro spine ti esercitano nella pazienza. Non te ne lamentare agitandoti, ma abbi pace con tutti, e passa sopra alle cose che non puoi modificare. Se irrompi, a che giova? Le spine compresse con la mano, entrano più addentro e pun­gono di più.

Dice Gesù: “Fatti piccolo innanzi a me, ed io ti do la pace. Amami sopra tutte le cose, e volerai con ali robuste sui tenebrosi abissi del terreno pellegrinaggio. Quante grazie raccoglierai con la pa­zienza e la dolcezza”.

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