domenica 30 settembre 2012

Santa Messa Tradizionale nella Tomba di San Pietro in Vaticano.




La Chiesa del dialogo e la Chiesa che convertì Agostino.



di Anastasia Domini

Verso la fine del 384 giungeva a Milano un giovane manicheo, Agostino d’Ippona. Ne ripartiva nel 387, da cristiano. Cos’era avvenuto in quei tre anni? Agostino era stato conquistato dalla vita ecclesiale di Milano e dal pastore che con zelo ineguagliabile la guidava, Aurelio Ambrogio.

Agostino a Milano s’imbatte in una Chiesa piena: videbam ecclesiam plenam et alius sic ibat alius autem sic (vedevo una Chiesa piena che nella sua pienezza consentiva ai suoi membri itinerari diversi), scriverà nelle sue celebri e sempre attuali “Confessioni”. È a contatto con questa “pienezza” che Agostino rimane affascinato ed è spinto ad abbracciare la fede in Cristo.

S’imbatte, anzitutto, in un popolo santamente fiero di essere la Chiesa di Dio, un popolo che si raduna in preghiera a cantare gl’immortali inni composti dal suo Pastore, nella certezza che quelle melodie e quelle parole non sarebbero rimaste inascoltate. Un popolo propenso alla carità verso i poveri, ma non meno incline alla magnificenza delle chiese; aperto al matrimonio e alla verginità, ma fermo e intransigente su qualsiasi deviazione morale.

Ma è soprattutto al Vescovo di questa Chiesa “piena” che Agostino deve la sua conversione. Eppure questo pastore, Ambrogio, non dialoga con Agostino.

venerdì 28 settembre 2012

La Fede è decidere di stare con il Signore e vivere con Lui.


Porta Fidei - Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio con cui Papa Benedetto XVI ha indetto l'Anno della Fede.



Il papa afferma che è Dio che tiene aperta la porta della fede, per tutti gli uomini. Non tocca ad essi agitarsi per aprirla. L'inizio della fede non è conquista dell'uomo, esso è sempre possibile. La fede ha il carattere di un dono che sopravviene, non si può dedurre e non si può produrre.


«L'Anno della fede (..) è un invito ad un'autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo. Nel mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza l'Amore che salva e chiama gli uomini alla conversione di vita mediante la remissione dei peccati (cfr. At 5,31). (..) Grazie alla fede, questa vita nuova plasma tutta l'esistenza umana sulla radicale novità della risurrezione. Nella misura della sua libera disponibilità, i pensieri e gli affetti, la mentalità e il comportamento dell'uomo vengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiutamente terminato in questa vita. La "fede che si rende operosa per mezzo della carità" (Gal 5,6) diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell'uomo (cfr. Rm 12,2; Col 3,9-10; Ef 4,20-29; 2 Cor 5,17). »

(Porta fidei, n. 6)


Sintesi

lunedì 24 settembre 2012

I cattolici e il male minore



Esiste una teoria di cattolici, prestigiosi e no, laici e prelati, numerosa e assordante, che ha solo l’obiettivo di perseguire il male minore. Di fatto, così, cooperano con il male. E su questo, non ci può essere discussione, perché questa cinica “strategia” ha già prodotto danni immensi nel nostro paese.

Su “Il Timone” n. 26 del luglio/agosto 2003, Mario Palmaro scriveva:
 “Pochi ricordano che la 194 è l’unica legge sull’aborto al mondo che porti la firma esclusivamente di uomini politici cattolici. Quando viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 22 maggio del 1978, essa porta in calce la firma di cinque politici dello Scudo crociato: il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti e i ministri Tina Anselmi, Francesco Bonifacio, Tommaso Morlino, Filippo Maria Pandolfi. I membri dell’esecutivo della Dc avrebbero potuto dimettersi piuttosto che firmare una legge assolutamente inaccettabile, ma rimasero alloro posto ‘per il bene del Paese’. Il Capo dello Stato, anch’egli democristiano, Giovanni Leone, avrebbe potuto rimandare la legge 194 alle Camere per sospetta incostituzionalità, senza nemmeno dover rassegnare le dimissioni, in base all’articolo 74 della Costituzione. Invece, dopo soli quattro giorni firmò.

lunedì 3 settembre 2012

9 Domande sull’Anno della Fede

Il prossimo 11 ottobre avrà inizio l’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI. Di che si tratta? Che cosa desidera il Santo Padre? Che cosa possiamo fare noi? Ecco, a due mesi dall’inizio, le risposte a queste domande.

09 agosto 2012





1. Che cos’è l’Anno della Fede?

L’Anno della Fede “è un invito a un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo” (Porta Fidei, 6).


2. Quando inizia e quando finisce?

Inizia l’11 ottobre 2012 e finirà il 24 novembre 2013.


3. Perché sono state scelte queste date?

L’11 ottobre 2012 ricorrono due anniversari: il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e il 20° anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Il giorno della chiusura, il 24 novembre 2013, è la solennità di Cristo Re.


4. Perché il Papa ha indetto un Anno della Fede?

La balaustra, argine del sacro.


Alcuni manufatti, chiamati comunemente balaustre per molti secoli hanno costituito una presenza regolare all’interno delle chiese. Nonostante l’apparente banalità di questi oggetti, sarebbero necessari fiumi d’inchiostro per descrivere tutte le funzioni e tutti i significati che essi hanno rivestito.

di Andrea de Meo




Varcare un confine a piedi, scavalcare il crinale di un monte, addentrarsi in una caverna, sono piccole esperienze accomunate, come molte altre, da una sensazione particolarissima. A chi le ha vissute non sarà sfuggita l’impressione di oltrepassare una linea oltre la quale vigono altre regole, oltre la quale il comportamento deve mutare perché al di là di quel punto lo spazio è diverso, non è più lo stesso di prima. Gli esempi che ho citato, a solo scopo narrativo, hanno tutti la caratteristica di essere accompagnati da segnali visibili, che quasi suggeriscono con la loro stessa presenza l’incipiente mutamento di stato. In alcuni casi, come l’ingresso in una grotta, tale segnale è offerto dalla natura, in altri, come il passaggio del confine, il segnale è posto dagli uomini.