Il Triregno (la Tiara papale formata da tre corone simboleggianti il triplice potere del Papa: padre dei re, rettore del mondo, Vicario di Cristo) del XVIII secolo, con cui viene incoronato nella Basilica Vaticana il San Pietro bronzeo il 29 giugno, festa del santo.
L'uso della Tiara, di rito nelle cerimonie solenni, è stato abbandonato fin dal Pontificato di Paolo VI.
La Tiara è un alto copricapo terminante ad ogiva e argenteo, al quale si applicavano al tempo di Bonifacio VIII due corone e dal 1314 in poi tre corone (ragione per cui è chiamato triregno), cimato da un piccolo globo crociato d'oro.
Tra le varie interpretazioni citeremo quella che dice le tre corone rappresentare la Chiese militante, la sofferente, la trionfante.
La forma del Triregno venne variata nel corso dei tempi. Lo troviamo rappresentato più o meno rigonfio, in alcuni casi privo del globo e della crocetta. Altre volte ancora con la posizione delle infule (due nastri caricate ciascuna di una crocetta patente) modificata.
Storia della Tiara
Copricapo extraliturgico che il Sommo Pontefice assumeva durante la cerimonia dell'incoronazione ed usava portare allorché si recava a qualche solenne funzione e ritornando da esse. Circa l'origine della tiara vi è tra gli autori una certa discordanza di opinioni, la più comune delle quali la fa derivare dal camelaucum, o phrygium, un alto berretto conico di stoffa bianca di foggia frigia, che dall'Oriente passò quindi a Roma, dove veniva considerato come un simbolo di libertà, e con il quale i papi cominciarono a coprirsi il capo intorno alla fine del IV secolo, dovendosi ritenere tuttavia pura leggenda che Silvestro I (314-335) possa aver ricevuto il camelauco dall'imperatore Costantino in segno della libertà della Chiesa. Incerto è altresì il papa che abbia collocato alla base di un tal berretto il primo cerchio d'oro o corona, facendosi in merito da alcuni il nome di Simmaco (498-514), da altri quello di Leone III (795-816) o di Niccolò I (858-867). È indubbio però che sia stato Bonifacio VIII (1294-1303) ad aggiungervi la seconda corona, arricchendo inoltre la tiara di splendide gemme, mentre a Clemente V (1305-14) viene generalmente attribuita l'aggiunta della terza, trovandosi infatti in un inventario del 1315 la più antica menzione della tiara a tre corone, detta pertanto anche triregno, divenuto simbolo dell'autorità papale. Come la mitra, pure la tiara reca le due bande (vitte) posteriori introdotte, a quanto pare, nel secolo XIII, mentre soltanto dall'inizio del XVI essa si presenta sormontata dal bottone e dalla crocetta, come si può riscontrare in quella di Giulio II (1503-13).
Le tre corone che compongono la tiara stanno ad indicare il triplice potere pontificio qual era espresso nella formula stessa dell'incoronazione che, secondo il Pontificale romano del 1596 designava il papa come «padre dei principi e dei re, rettore del mondo, vicario in terra di Cristo», antica formula sostituita ora con altra differente, dopo che Paolo VI, ultimo papa ad essere incoronato con la tiara (1963), fece dono della propria ai poveri, rinunciando pertanto al suo uso e sostituendola con la mitra, quindi soppresse anche la carica e la denominazione di Custode dei sacri triregni, allorché provvide al riordinamento della Casa Pontificia in forza del motuproprio Pontificalis Domus del 28 marzo 1968 (AAS, LX [1968], pp. 305-315).
[Fonte: Mondo Vaticano - Passato e Presente a cura di Niccolò Del Re, 1995, Libreria Editrice Vaticana.]
[Bibliografia: G. Antici-Mattei, Insegne della potestà Pontificale: le origini e le forme della tiara, in L'Illustrazione Vaticana, 9 (1938); R. Spiazzi, La triplice corona, in Ecclesia, 15 (1956); A. Lipinsky, Il triregno dei Romani Pontefici, ibid., 17 (1958).]
L'antica formula di incoronazione designava il Papa come «padre dei prìncipi e dei re, rettore del mondo, vicario in terra di Cristo», di qui verrebbe il sostantivo triregno; questa interpretazione però non è convincente;occorre fare riferimento a 3 regni che personalmente ritengo riferibili non alla potestà sui sacerdoti, sui credenti e sul mondo intero in quanto da evangelizzare, bensì alla sottomissione al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo che regnano su di Lui e lo guidano.
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