lunedì 12 settembre 2011

Domus orationis vocabitur, ma non sempre è così…






Durante la celebrazione eucaristica domenicale, un pastore di una comunità evangelica -accorso per partecipare ad un rito nuziale e non, certamente, per cibarsi di Cristo, realmente presente nel mirabile Sacramento dell’Altare- si è seduto proprio davanti a me, verso gli ultimi posti.
Con molto dispiacere, ho notato che costui, durante la frazione del Pane, non ha fatto altro che stare con le mani in tasca, incurante evidentemente della presenza di Dio sull’Altare e nel Tabernacolo. Così, al termine della Santa Messa, con il garbo richiesto da Gesù quando parla della cosiddetta “correzione fraterna”, ho fatto notare al pastore il suo atteggiamento fisico, certamente poco rispettoso verso un luogo sacro, qual è un tempio. Con grande stupore ed incredulità, dopo aver cercato di difendersi, non ha potuto fare altro che scusarsi. Il problema, però, è un altro! Se costui, infatti, avesse voluto mettermi in seria difficoltà, avrebbe potuto tranquillamente farlo, evidenziando l’atteggiamento ambiguo verso l’Eucaristia da parte dei cattolici presenti: urla, utilizzo dei telefonini come se ci si trovasse dappertutto tranne che in un luogo sacro, abbigliamento da sfilata di moda, ed altri comportamenti di palese irriverenza verso la sacralità della liturgia stessa. E non solo.

In quell’occasione, cioè durante la Messa domenicale comunitaria, in cui solitamente vi è un coro che guida l’assemblea e la illumina nel canto -almeno così dovrebbe essere-, è stato dato totalmente spazio a due musicanti (un uomo e una ragazza) che con l’ausilio del pianoforte -e sottolineo pianoforte- se la sono cantata e suonata, escludendo completamente l’assemblea e trasformando, di fatto, la celebrazione eucaristica -di cui la musica è parte integrante- in un puro spettacolo da piano bar.

Più volte ho scritto che i peggiori atti di sciacallaggio liturgico avvengono specialmente durante i matrimoni e i funerali, ed è sempre vero! Come quando, durante una Messa nuziale, vennero propagate canzoni di Eros Ramazzotti e di Lucio Dalla o, in occasione di un funerale, altre di Renato Zero…

A questo punto, dobbiamo avere la consapevolezza che la partita tra la liturgia e tutto ciò che le è contrario non si gioca in Vaticano, nelle Cattedrali o nelle grandi Basiliche. La partita vera si gioca nelle piccole comunità dove, spesso, la distrazione dei parroci e la tiepidezza dei fedeli producono una miscela di irriverenza e di disinteresse nei confronti del sacro e autorizzano anche i non cattolici a comportarsi senza rispetto, come nel caso sopra riportato.

Purtroppo, stiamo sciupando il mistero eucaristico, riducendolo ai nostri capricci e alla nostra mentalità mondana, alla nostra sporcizia e alla nostra comodità. Ed anche il senso autentico del ministero del presbìtero nella liturgia si sta annacquando: ministranti -anche donne e bambini- che fungono da accoliti, aprendo e chiudendo il Tabernacolo, distribuendo l’Eucaristia e purificando il Calice prima dell’orazione finale; oppure da Diaconi, elevando assieme al presidente il Calice o la Patena durante la dossologia. Per non entrare, poi, nella questione dei cosiddetti “ministri straordinari” dell’Eucaristia: in questo caso, gli abusi abbondano esageratamente! Ricordo di aver scritto varie lettere, poco tempo addietro, ad un Ordinario Diocesano e a due Prefetti Vaticani per segnalare gli abusi che venivano compiuti in una Parrocchia nella quale, ormai, decine e decine di fedeli, a turno, mentre il celebrante se ne stava comodamente seduto, distribuivano l’Eucaristia, anche in modo non decoroso: una signora, un giorno, distribuì la Comunione tenendo il bambino in braccio, con il rischio che le potesse cadere le pisside dalla mano… Peccato che nessuno, tra le persone informate, abbia preso alcun provvedimento per risanare quell’assurda situazione. Ci troviamo di fronte, come si vede, ad un gravissimo momento di relativismo liturgico.

Il paradosso è che tale fenomeno continua ad avvenire proprio nel periodo in cui sulla Cattedra Petrina siede uno dei Pontefici che, più di ogni altro, sta mettendo la Chiesa in guardia dal relativismo: Benedetto XVI. Ma, come sappiamo, quando ad emergere è lo spirito di ribellione, di disobbedienza e di superbia, non si ascoltano nemmeno le parole di colui il quale parla nel nome di Cristo: Benedictus qui venit in nomine Domini!

A questo punto, allora, per porre rimedio a questa deriva liturgica, dovremmo meditare a lungo su ciò che avviene ai discepoli di Emmaus i quali, pur camminando in compagnia di Gesù, non sono nelle condizioni di poterlo riconoscere: “i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo” (Lc 24, 16). Solo facendo l’esperienza eucaristica, gli stessi discepoli si rendono conto di trovarsi dinnanzi a Gesù risorto: “Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero” (Lc 24, 30-31).

Perciò, solo dinnanzi a Gesù Eucaristia, quei discepoli diventano consapevoli anche del fatto che, ancor prima, mentre ascoltavano la voce del Signore ardeva il loro cuore. Ma questo, solo dopo averlo riconosciuto nel mirabile Sacramento dell’Eucaristia. Ecco perché risulta impensabile ogni atteggiamento di irriverenza verso il Santissimo Sacramento dell’Altare.

Ogni qual volta ridicolizziamo Gesù -perché di questo si tratta- non siamo nelle condizioni di riconoscerlo vivo e vero, nel Pane e nel Vino, nostro cibo e bevanda di salvezza. Come ho già avuto modo di scrivere in un mio recente articolo sull’Eucaristia nell’ambito del satanismo, in ogni profanazione eucaristica, Gesù, il buon pastore, è nuovamente costretto a subire l’umiliazione della colonna. Ma il suo preziosissimo corpo non è più dilaniato da verghe, da bastoni spinosi con nodi a punta, da cinghie munite di uncini all’estremità, bensì da forme irriguardose, compiute dalla creatura umana, quando diviene strumento nelle mani del male assoluto.

Gesù Eucaristia, pur subendo oltraggi gravissimi, rimane silenzioso, inerme. Il suo splendore e la sua luminosità non si affievoliscono solo perché, quale Agnello mansueto, vuole continuare ad elargire a noi, sue creature, il dono di averlo come nostro nutrimento. Ogni Domenica, al termine di molte celebrazioni, si potrebbe scrivere qualcosa. Ma, quasi sempre, gli articoli e le lettere vengono considerate “cose morte” da chi le riceve e, quindi, non bastano! Solo attraverso la preghiera si possono cambiare le cose.

“L’Eucaristia -scrive Giovanni Paolo II- è un dono troppo grande per sopportare ambiguità e diminuizioni”; e Alexandrina da Costa: “Quali crimini si commettono contro di me nella Eucaristia! Io vorrei molte guardie fedeli, prostrate davanti ai Tabernacoli, per non lasciarvi accadere tanti e tanti crimini”. Maria Santissima, eletta fin dal principio quale tabernacolo immacolato di Cristo, ci aiuti a crescere nella consapevolezza che la Chiesa, nata dal costato del suo Figlio, non può non vivere di Eucaristia e perché, divenendo sempre più coerenti con la nostra Fede, possiamo impegnarci -come auspicava il Missionario Apostolico Don Matteo Lamanna- nel dare ripari al Tabernacolo.


Stefano Cropanese



2 commenti:

  1. La prego di scusarmi ma vorrei chiederle:
    1)Perchè mai continua ad andare ad una messa NO anche nella mia parrocchia funziona così poi ho dovuto cambiare, forse lei non avrà possibilità, conosco ragazzi che fanno 60 Km per andare a celebrare il Santo Sacrificio
    2)Si il Santo Padre mette in guardia dal relativismo ma a me sembra un "flatus vocis" a parlare son tutti capaci, tutti i vescovi ed i preti si dichiarano cattolici ma in realtà.....
    Guardi le dico che io ero tra le "stars" che "animavano" la "celebrazione eucaristica" nella mia parrocchia con questo le ho detto tutto.
    Come fa a soportale tali scempi?
    Provare la virtù va bene, poi diventa autolesionismo.
    Suo in Cristo
    CVCRCI

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  2. Bel sito, è da qualche giorno che mi ci imbatto. Stavo facendo una ricerca su uno dei miei papi preferiti San Pio X. Questo illustre e saggio pontefice ci mise in guardia dall'infiltrazione del mondernismo nella chiesa cristiana. Difese abilmente ed energicamente l'ortodossia cattolica contro queste moderne eresie. Apprezzo il papa attuale Benedetto XVI che sta facendo tutto per mantenere la tradizione dall'attuale modernismo, purtroppo ci sono preti che a loro modo si ritengono progressisti, anche perchè non vogliono sembrare a detta degli altri apparire "bigotti", "oscurantisti e medievali". Purtroppo ci additano in tal modo solo perchè vogliamo difendere la tradizione, ma anche le Sacre Scritture. Tali scempi dovrebber esser segnalati ai vescovi della propria diocesi, perchè prendano provvedimenti. Purtroppo oggi le eresie nascono all'ordine del giorno, si parla di New Age, reincarnazione, qualche altro giorno lessi anche di Ufologia. Quest'ultima cosa mi fece davvero ridere che alcuni sostengono che i famosi dischi sarebbero Angeli e che questi insieme a Cristo vivono su un altro pianeta della Galassia. Oramai all'interno del Cristianesimo si tende tutto a relativizzare, a costruire una religione a proprio uso e consumo.

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