martedì 20 gennaio 2009

Obama «sceglie» un vescovo episcopaliano gay

Gene Robinson, vescovo della chiesa episcopaliana.


È polemica per la decisione di affidare all’anglicano Robinson il via alle celebrazioni
Un vescovo della chiesa episcopaliana [ndr. il ramo statunitense della Chiesa anglicana], apertamente omosessuale, sulla scalinata del Lincoln Memorial a Washington: il reverendo Gene Robinson, la cui ordinazione cinque anni fa spinse la Chiesa anglicana verso lo scisma, pronuncerà la preghiera che domenica prossima [ndr. il 18 gennaio], alla presenza di Barack Obama, darà il via ai festeggiamenti dell’insediamento. Sessantadue anni, divorziato, padre di due figlie e due volte nonno, Robinson fu consacrato tra forti polemiche nel 2003 vescovo del New Hampshire e l’anno scorso ha celebrato l’unione civile con Mark Andrews, l’uomo che da 19 anni è il suo compagno di vita.
La campagna di Obama ha smentito che l’incarico affidato al vescovo apertamente omosessuale sia una risposta alle polemiche suscitate per la scelta di Rick Warren, un pastore evangelico che ha paragonato i matrimoni omosessuali «alle nozze incestuose tra fratello e sorella», per la benedizione del giuramento il 20 gennaio. «Robinson era nei programmi prima che arrivassero le critiche su Warren», ha detto una fonte vicina a Obama. È stato lo stesso vescovo a annunciare l’invito in una e-mail agli amici: «È importante che ogni minoranza si senta rappresentata: che sia etnica, razziale o nel nostro caso, sessuale», ha poi aggiunto in una intervista al Concord Monitor, un giornale del New Hampshire. La decisione di avere Robinson nei programma delle cerimonie «rafforza il nostro impegno per un insediamento il più possibile aperto a tutti», ha detto al quotidiano online The Politico un funzionario della Transizione. «È un gesto di dialogo per unire l’America», aveva proclamato lo stesso presidente eletto in una conferenza stampa a metà dicembre a Chicago.
Lo stesso impegno al dialogo ha indotto Obama ad un altro gesto di apertura e integrazione: il 21 gennaio sarà una donna prete, la reverendo Sharon Watkins, a pronunciare la predica del National Prayer Service, il tradizionale appuntamento interconfessionale che chiude il calendario dell’insediamento. La Watkins è la presidente di una piccola chiesa protestante, la Disciples of Christ, che raccoglie 700mila fedeli: è la prima volta nella storia americana che a una donna viene affidato il sermone del National Prayer Service in programma nel primo giorno della nuova presidenza nella Cattedrale Nazionale di Washington.

Avvenire 13 gennaio 2009

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