martedì 10 febbraio 2015

La Cassazione dice "no" al matrimonio omosessuale.


Dunque la Famiglia è solo una!





(ASI) Niente matrimonio e pubblicazioni di nozze per le coppie omosessuali. La Cassazione dice "no" al matrimonio omosessuale.

Secondo la Suprema Corte la Carta dei diritti fondamentali dell'Ue e la Costituzione non impongono di estendere il matrimonio, ma sanciscono la possibilità di una "protezione" già "azionabile". “La Cassazione fa l’esatta radiografia della situazione attuale del quadro legislativo in materia di coppie omosessuali e dei loro diritti personali e patrimoniali – dichiara il notaio Roberto Dante Cogliandro, Presidente dell’ Ainc - per cui da anni il notariato si batte per un riconoscimento legislativo . Sicuramente non si può parlare di matrimonio nel termine costituzionale, cattolico cristiano inteso, riconoscendo il primato della diversità di genere, ma si sollecita un intervento legislativo atto a riconoscere alcuni diritti delle coppie omosessuali.
La Cassazione ha ribadito che l’Europa e la Costituzione non impongono al legislatore di estendere il vincolo del matrimonio alle persone dello stesso sesso che, invece, hanno il diritto ad uno “statuto protettivo”, già ‘azionabile’, con diritti e doveri delle coppie di fatto. Nella sentenza della Cassazione si legge:
“La legittimità costituzionale e convenzionale della scelta del legislatore ordinario, in ordine alle forme ed ai modelli all’interno dei quali predisporre per le unioni tra persone dello stesso sesso uno statuto di diritti e doveri coerente con il rango costituzionale di tali relazioni, conduce ad escludere che l’assenza di una legge per le nozze omosessuali produca la violazione del canone antidiscriminatorio”.
E’ opinione della cassazione - che ha respinto il ricorso di una coppia gay che voleva sposarsi in Campidoglio e pubblicare le nozze – “la legittimità costituzionale e convenzionale della scelta del legislatore ordinario, in ordine alle forme ed ai modelli all’interno dei quali predisporre per le unioni tra persone dello stesso sesso uno statuto di diritti e doveri coerente con il rango costituzionale di tali relazioni, conduce ad escludere che l’assenza di una legge produca la “violazione del canone antidiscriminatorio”.
Per la Cassazione quindi quel che occorre e su questo i supremi giudici sollecitano è “la necessità di un tempestivo intervento del legislatore e dare riconoscimento - in base all’articolo due della Costituzione che tutela i diritti umani dei singoli e della loro vita sociale e affettiva – a un nucleo comune di diritti e doveri di assistenza e solidarietà propri delle relazioni affettive di coppia e affermare la riconducibilità di tali relazioni nell’alveo delle formazioni sociali dirette allo sviluppo, in forma primaria, della personalità umana”.




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