Benedetto XVI vuole «una diversa collocazione del segno della pace durante la messa».
Lo ha annunciato il Prefetto della Congregazione per il culto divino, il cardinale Francis Arinze (nella foto) in un’intervista all’Osservatore Romano.
«Spesso - ha spiegato il cardinale nigeriano, che domenica festeggia i 50 anni di sacerdozio e sta per lasciare il dicastero - non si comprende in pieno il significato di questo gesto. Si pensa che sia un’occasione per stringere la mano agli amici. Invece è un modo per dire a chi ci sta vicino che la pace di Cristo, presente realmente sull’altare, è anche con tutti gli uomini».
«Per creare un clima più raccolto mentre ci si prepara alla comunione, si è pensato - ha rivealato Arinze - di trasferire lo scambio della pace all’offertorio.
Il Papa ha chiesto una consultazione di tutto l’episcopato. Poi deciderà».
Lo scambio della pace anticipato è tipico del messale ambrosiano. Nell’intervista Arinze ha parlato anche di altre piccole modifiche liturgiche già decise dal Papa in quanto scaturite dal Sinodo dei vescovi sull’Eucaristia celebrato nel 2005.
In particolare, ha detto, «in aggiunta all’Ite, missa est, per esempio, il sacerdote oggi ha a disposizione altre formule, per far capire meglio ai fedeli che tutti noi siamo chiamati a vivere ciò che abbiamo celebrato, in modo più dinamico, più missionario.
Benedetto XVI, dopo una serie di studi da noi condotti, senza abolire l’Ite, missa est, ha approvato tre alternative: Ite ad Evangelium Domini annuntiandum; Ite in pace glorificando vita vestra Dominum; Ite in pace».
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