martedì 11 agosto 2009

Santa Chiara di Assisi - La pianticella di Francesco


La pianticella di Francesco

Chiara nasce in Assisi nel 1194. Dicono che la sua famiglia fosse di quelle tra le più nobili e che sua madre, Ortolana, prossima a partorire, pregasse intensamente il Signore perché la salvasse dai pericoli del parto. E una voce la rassicurò: non temere, darai al mondo una luce che aggiungerà chiarore alla luce stessa, Illuminata da questa profezia, volle che la bimba si chiamasse Chiara.
Il padre era Favarone di Offreduccio e morì quando Chiara era ancora bambina. Aveva anche due sorelle: Beatrice e Caterina.
La premature morte del padre, la fuga a Perugia e alcune difficoltà economiche contribuirono a formare in Chiara un carattere deciso e temprato. Tutto le sarebbe stato necessario per la vita evangelica nella quale sarebbe entrata più tardi.
Se la giovinezza di Francesco fu piuttosto movimentata, quella di Chiara invece fu condotta in modo lineare e trasparente.
A soli 13 anni volle far pervenire degli aiuti a dei poveri che lavoravano per restaurare la chiesetta della Poziuncola, forse senza sapere che Francesco stava con loro. Quell’elemosina poté essere il primo anello dell’accostamento decisivo tra Francesco e Chiara.
Nel 1211 i parenti stavano per programmare il suo matrimonio, ma la giovane non acconsentì: in questo suo gesto risoluto non possiamo escludere una sua ricerca attiva per situarsi nel mondo in una forma particolare.
Le cose cominciarono a prendere una direzione diversa quando Francesco irruppe nella vita di Chiara. O meglio era Chiara ad essere attratta da Francesco e dal suo stile di vita, e desiderava stare con lui frequentemente.
Secondo la sua amica Bona di Guelfuccio, che l’accompagnava spesso, il tema di quegli incontri era la maniera di vivere la sequela di Cristo.
La notte della domenica della Palme, 18 marzo 1212, Chiara uscì di casa per andare alla Porziuncola dove, dopo una breve preghiera, si consacrò a Dio con il taglio dei capelli.
Notte decisiva e che lascia il segno nella vita di una donna che si orientava in maniera definitiva e irrevocabile all’avventura evangelica.
La reazione dei parenti non si fece aspettare: irruppero nel monastero di San Paolo di Bastia, dove Francesco l’aveva condotta dopo quella notte. Non ottennero il loro scopo, perché Chiara si era assoggettata al diritto ecclesiastico facendosi tonsurare. Poche settimane dopo anche la sorella Caterina la raggiunse, volendo porsi senza riserve al servizio di Dio. Il padre Francesco, di sua mano, le tagliò i capelli consacrandola al Signore con il nuovo nome di Agnese e preparò per loro una specie di alloggio annesso alla chiesetta di San Damiano.
Dopo Agnese vennero Pacifica, Balvina, Filippa e Bonaventura…
Francesco scrisse per Chiara e le sue sorelle una forma di vita indicando la povertà come scelta prioritaria.
Nel 1216, volendo che la sua famiglia religiosa si nominasse con il nome della povertà, Chiara chiese al papa Innocenzo III il Privilegio della povertà, cioè il privilegio di non possedere nulla.
La lotta per la povertà è stato senza dubbio ciò che maggiormente ha caratterizzato la vita di Chiara e delle sue sorelle.
Chiara per anni e anni fu un’ammalata cronica. Dal suo povero giaciglio fui l’anima di San Damiano e del centinaio di monasteri che Dio aveva fatto via via germogliare prodigiosamente da quel seme primitivo: più di sessanta in Italia e una quarantina nelle altre nazioni europee.
Gli stessi frati più fedeli all’ideale puro di Francesco, orfani ormai di padre e sottoposti al susseguirsi ad una fase di grande crisi istituzionale, andavano a visitarla per cercare in lei chiarezza e forza.
Morì l’11 agosto 1253 lodando il Signore con le parole “Sii benedetto, Tu che mi hai creata”.
Due anni dopo, 1255, papa Alessandro IV la proclamò santa.
Prima di essere collocata nell’attuale basilica a lei dedicata, fu sepolta in Assisi nella chiesa di san Giorgio dove, per alcuni anni, era stato deposto il corpo di San Francesco.

(fonte: http://www.sanfrancescoassisi.org/SANFRA_CHIARA.htm)

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