martedì 16 settembre 2008

Nessuno è indifferente per Dio



I simboli di un santuario (l'acqua, la luce, la roccia) che attira ormai ogni anno oltre sei milioni di pellegrini. Quest'anno, poi, per i 150 anni delle apparizioni della Madonna a Bernadette, i pellegrini supereranno abbondantemente gli otto milioni.
«Noi dell'Unitalsi - dice Antonio Diella , presidente della più grande associazione europea di trasporto ed assistenza dei malati nei santuari mariani - abbiamo superato quota centomila. Un buon 40% in più e, spesso, non siamo riusciti a far fronte a tutte le richieste. Pellegrinaggi di gruppo - prosegue Diella - e persino individuali. La motivazione è sempre la stessa: è la ricerca di senso da dare alla propria vita. Attraverso Maria ci si incammina, magari con un po' di fatica sui sentieri di Dio».
Fra i pellegrini più illustri ecco Benedetto XVI. Si sottopone, all'arrivo, alle tappe del pellegrinaggio giubilare: la chiesa parrocchiale dove Bernadette è stata battezzata; il "cachot", la casa miserabile dove ha vissuto; la Grotta di Massabielle delle 18 apparizioni; l'antica cappella dove Bernadette ha ricevuto la prima comunione. Joseph Ratzinger beve l'acqua della Grotta, lascia l'impronta del suo passaggio tra una stradina e l'altra di Lourdes; partecipa sotto la pioggia battente alla processione "aux flambeaux" e, questa mattina, prima di partire per Roma, dirà messa per i malati e impartirà il sacramento dell'Unzione degli Infermi.
Nemmeno Giovanni Paolo II, il "Papa di Maria" per eccellenza, era stato così tanto in un santuario mariano. È come se il grande teologo, il catechista del mondo, il Padre della Chiesa del XXI secolo facesse venire alla luce una dimensione, fino all'altro ieri, nascosta: la devozione a Maria; la pratica del rosario; una fede semplice e sorgiva incarnata nella preghiera, nella penitenza e nella conversione. La mariologia, dopo essere stata relegata a spiritualismo di serie B, torna ad avere uno statuto proprio all'interno della teologia. La devozione a Maria, anzi, è una formidabile occasione di pastorale e di evangelizzazione. Si svuoteranno le chiese, non certo i santuari che sempre più sembrano diventare, in una società secolarizzata, le fortezze invincibili della fede.
A Lourdes accolgono il Papa oltre duecentomila fedeli. Stupisce scoprire che una buona percentuale sono giovani e sono francesi. Sono entusiasti del Papa bavarese e lo seguono con un trasporto e un affetto inaspettati. E tutto ciò accade nella patria di Voltaire, in una Francia che si interroga sulla capacità di attrazione di un intellettuale come Papa Ratzinger. Le aperture dei giornali e dei tg sono tutte per lui, su di un Papa che, smarcandosi dalle dispute, un po' aride, sul rapporto fra religione e Stato, fede e laicità, rivendica il contributo che il cristianesimo può dare alla Francia e, indirettamente, al continente europeo.
Dunque, dalle discussioni rarefatte e iniziatiche di Parigi, alla "full immersion" nella pietà popolare di Lourdes, la città di Maria. «La vocazione primaria del santuario di Lourdes - spiega Benedetto XVI durante la Messa celebrativa delle apparizioni - è di essere un luogo di incontro con Dio nella preghiera e un luogo di incontro e di servizio ai fratelli, soprattutto per l'accoglienza dei malati, dei poveri, dei sofferenti».
Con la Vergine Maria «non ci sente mai soli» e anzi tutto si scopre che «nessuno è indifferente per Dio». Maria ci invita a «vivere come lei in una speranza invincibile, rifiutando di ascoltare coloro che pretendono di insegnarci che noi siamo prigionieri del fato». Il Papa mariano che apre il suo cuore, che ha accenti tenerissimi verso Bernadette, che si sente pellegrino fra i pellegrini, riprende il ruolo di maestro di dottrina nell'incontro con l'episcopato francese. Un incontro importante in un momento di revisione critica della presenza della Chiesa nella società transalpina. Quattro i temi di fondo affrontati: le critiche rivolte al "Motu proprio", Summorum Pontificum che ha introdotto la messa in latino secondo il canone di San Pio V.
«Misuro le difficoltà che incontrate - confessa Papa Ratzinger - ma non dubito che potrete giungere a soluzioni soddisfacenti per tutti, cosi ché la tunica senza cuciture di Cristo non si strappi ulteriormnete. Nessuno è di troppo nella Chiesa. Ciascuno, senza eccezioni, in essa deve potersi sentire a casa sua e mai rifiutato». È un richiamo formulato in punta di piedi e che sostanzialmente dice che bisogna permettere a chi lo desidera di partecipare ad una messa pre-conciliare. È un atto, secondo il Papa, di cristiana comprensione (in termini laici si direbbe di "apertura democratica") verso chi sente di tributare lode a Dio usando testi che sono rimasti nella tradizione viva della Chiesa. Nelle parole del Papa c'è poi la difesa della famiglia e del sacramento del matrimonio. «Una questione particolarmente dolorosa - continua Papa Benedetto - è quella dei divorziari risposati. La Chiesa, che non può opporsi alla volontà di Cristo, conserva con fedeltà il principio della indissolubilità del matrimonio, pur circondando del più grande affetto gli uomini e le donne che, per ragioni diverse, non giungono a rispettarlo. Non sono perciò ammesse iniziative che mirano a benedire le unioni illegittime».
Sullo sfondo le radici cristiane della Francia da salvaguardare, radici sulle quali si è costruita l'identità della Nazione. Joseph Ratzinger cita in positivo il Presidente SarKozy e commenta: «I presupposti socio-politici dell'antica diffidenza o ostilità svaniscono poco a poco. La Chiesa non rivendica per sé il posto dello Stato. Essa non vuole sostituirglisi». Un nervo scoperto questo, nella Francia che da tempo sta passando al microscopio tutti i pronunciamenti di Papa Benedetto. La chiusa del discorso ai vescovi è un inaspettato riferimento alle cerimonie commemorative per il sessantesimo dello sbarco in Normandia. Come cardinale, Ratzinger vi partecipò da invitato e da tedesco illuminato, un anno prima di essere eletto Papa.
La Francia celebrava la sua liberazione temporale al termine di una guerra devastante. «Ora, è soprattutto per una vera liberazione spirituale che conviene lavorare» afferma il Papa spiazzando l'uditorio. «L'uomo - scandisce Benedetto XVI - deve senza sosta imparare che Dio non è suo nemico, ma suo Creatore pieno di bontà».

Giuseppe De Carli
15/09/2008

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