domenica 28 settembre 2008

Pio IX - il "Parroco di Campagna".













Pio IX, nonostante fosse Pontefice, amava definirsi un "Parroco di Campagna". La sua vita privata infatti si svolgeva come quella di un semplice sacerdote e non come quella di un monarca. Si alzava alle cinque e trenta del mattino, per un'ora rimaneva nella sua camera in preghiera su un inginocchiatoio di fronte ad un crocifisso. Celebrava la Messa molto profondamente e poi assisteva ad un'altra di ringraziamento, durante la quale recitava le ore canoniche e le preghiere di pietà con un libretto appartenuto alla madre. Dai tempi del Collegio degli Scolopi amava pregare la "corona delle Dodici Stelle" una preghiera composta da san Giuseppe Calasanzio in cui si ritiene Maria preservata dal peccato originale.

Dopo le preghiere si dedica alle udienze concesse sia agli uomini importanti sia ai semplici fedeli. Due aneddoti sulle udienze sono veramente particolari: una ricca vedova francese inginocchiata di fronte al papa gli chiese Santità, non mi alzerò da quì fino a quando non mi abbiate detto che cosa posso offrirvi. Volete il mio palazzo a Parigi o quello nel Delfinato? Papa Mastai rispose: Alzatevi, perché rischiate di rimanere inginocchiata fino al giorno del Giudizio; quello che vorrei non me lo potete dare: io avrei bisogno di un paio di gambe nuove!. Durante un'altra udienza, lo andò a trovare un vecchio pescatore di Senigallia, l'amico Fagiulin, e gli portò in dono un cesto di pesce. Papa Mastai ridendo, rispose in dialetto Sei sminchiunat com sempr! Cioè sei sempre scherzoso. Ogni giovedì riceveva, inoltre, petizioni da chiunque e ogni 14 del mese riceveva, in pubblica udienza, tutti. Alle due termina le udienze e si reca a pranzo. Per suo desiderio non vuole che si consumino più di cinquemila lire al giorno per i pasti. Secondo un'abitudine imparata dalla madre si serve di frutta sempre dopo gli altri.

Dopo pranzo amava fare passeggiate o andare in carrozza per la città. Sono innumerevoli gli anedotti sulla bontà con cui Pio IX trattava il suo popolo durante le passeggiate. Una volta incontrò una processione eucaristica per un moribondo; scese dalla carrozza, si unisce al corteo portando un cero preso ad un chirichetto e amministra lui stesso al moribondo il Santo Viatico. Tornato in Quirinale scrive e poi recita il Vespro: Un altro fatto particolare si ricorda legato alla recita della Breviario. Incontrando un sacerdote che si lamentava di non poter recitare l'Ufficio a causa della sua parrocchia di duemila anime, Pio IX rispose scherzosamente che lui aveva una "parrocchia" più numerosa, ma gli veniva in tempo di recitare le sue preghiere. Dopo la cena riceveva il suo confessore e si ritirava nella cappella privata a pregare dinanzi al tabernacolo. Ricordava spesso l'importanza di pregare Gesù Eucaristico, al quale si poteva confidare tutto.


Papa Paolo VI, ripercorrendo il magistero del suo predecessore, evidenziò alcuni punti ritenuti da lui importanti su Pio IX:
Fu anzitutto uomo di Dio e di preghiera. Egli stesso fra i suoi propositi di sacerdote appena consacrato mise: «Pregare Iddio moltissimo onde insegni la scienza delle sue strade per adempiere alla sua volontà». Amava stare tra la gente ed elargì numerose elemosine, promosse iniziative benefiche, come la fondazione di asili, di ricoveri per anziani, poveri e indigenti. Uomo di pietà, che elesse patrono della Chiesa universale, l'8 dicembre 1867, san Giuseppe, visto come il capo della rinnovata Sacra Famiglia formata da tutti i figli e tutte le figlie della Chiesa.
Fu anche un Papa che si prodigò moltissimo per la riforma del clero con una capillare azione pastorale. Con l'aiuto dei vescovi diocesani, fece molto e con successo per ristabilire la gerarchia cattolica e seppe suscitare una nascita senza precedenti di società e associazioni sacerdotali per aiutare e sostenere la vita spirituale e lo zelo pastorale.
Sentì anche l'urgenza di rinnovare la vita religiosa, con la ripresa degli Ordini e delle Congregazioni religiose, che con lui conoscono uno sviluppo senza precedenti. Fondò numerosi istituti maschili e femminili dedicati soprattutto all'apostolato presso i poveri, all'insegnamento e le missioni. Dai Salesiani di don Bosco ai Missionari di Scheut del padre Verbist, dai padri Bianchi alle suore Bianche del cardinale Lavigerie, dai padri di Mill Hill del cardinale Vaughan ai comboniani di Verona. Pio IX affermò: «Nelle Corporazioni Religiose la Chiesa trova aiuto, appoggio e sostegno in ogni maniera. In esse la Chiesa trova missionari da spingere nei più lontani e selvaggi punti del globo, predicatori per annunziare la divina parola, amministratori dei sacramenti».
Incoraggiò una fecondissima stagione missionaria con un'azione evangelizzatrice della Chiesa veramente senza precedenti. Missionari si recarono in ogni parte del mondo dall'America all'Asia, dall'Africa all'Australia. Dal 1846 al 1878 furono erette 206 nuove diocesi e vicariati apostolici.
Incoraggiò l'unità dei cristiani, erigendo nel 1862 una Congregazione per i cattolici orientali e lanciando i suoi appelli alle Chiese di oriente e di occidente separate da Roma. Fu un movimento ecumenico ante litteram, che preparò la Chiesa al moderno dialogo ecumenico.
Svolse un ruolo fondamentale nella storia della Chiesa e della teologia: l'Immacolata Concezione ed il Concilio Vaticano I sono eventi di enorme portata per la storia della Chiesa. Paolo VI afferma sui pronunciamenti del Concilio Vaticano I: «...sono come fari luminosi nel secolare sviluppo della teologia, e come altrettanti punti fermi nel turbine dei movimenti ideologici che caratterizzarono la storia del pensiero moderno, e posero i presupposti di un dinamismo di studi e opere, di pensiero e di azione, che doveva culminare, nella nostra epoca, nel Vaticano Il che espressamente si è richiamato al Vaticano I».
La Costituzione Pastor Aeternus e il dogma della infallibilità pontificia sono considerati, da papa Paolo VI e da molti teologi novecenteschi, l'architrave della moderna costruzione ecclesiologica e i precursori della costituzione apostolica Lumen Gentium, la «magna charta» del Concilio Vaticano II.


Encicliche:

I Qui pluribus - 9 novembre 1846
II Praedecessores nostros - 25 marzo 1847
III Ubi primum - 17 giugno 1847
IV In Suprema Petri sede - 6 gennaio 1848
V Ubi primum - 2 febbraio 1849
VI Noscitis et nobiscum - 8 dicembre 1849
VII Exultavit Cor Nostrum - 21 novembre 1851
VIII Ex Aliis Nostris - 21 novembre 1851
IX Nemo certe ignorat - 25 marzo 1852
X Probe Noscitis - 17 maggio 1852
XI Inter multiplices - 21 marzo 1853
XII Neminem Vestrum - 2 febbraio 1854
XIII Optime noscitis - 20 marzo 1854
XIV Apostolicae Nostrae - 1 agosto 1854
XV Optime noscitis - 5 novembre 1855
XVI Singulari quidem - 17 marzo 1856
XVII Cum Nuper - 20 gennaio 1858
XVIII Amantissimi Redemptoris - 3 maggio 1858
XIX Cum Sancta Mater - 27 aprile 1859
XX Qui Nuper - 18 giugno 1859
XXI Nullis Certe Verbis - 19 gennaio 1860
XXII Amantissimus humani generis - 8 aprile 1862
XXIII Quanto conficiamur - 10 agosto 1863
XXIV Incredibili afflictamur - 17 settembre 1863
XXV Ubi urbaniano - 30 luglio 1864
XXVI Maximae quidem - 18 agosto 1864
XXVII Quanta cura - 8 dicembre 1864
XXVIII Levate - 27 ottobre 1867
XXIX Respicientes ea - 1 novembre 1870
XXX Dei Filius - 24 aprile 1870
XXL Exortae in ista - 20 aprile 1876
XXLI Quae in patriarchatu - 1 settembre 1876

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