mercoledì 13 gennaio 2010

Anniversario delle Apparizioni dell’Angelo del Portogallo



2006 - Il 90° anniversario delle Apparizioni dell’Angelo del Portogallo ai tre pastorelli

Ci è sembrato opportuno ricordare ai nostri lettori l’inizio della storia di questo avvenimento epocale, cioè le sei apparizioni della Madonna a Cova da Iria nel 1917. Come forse pochi ricordano, esse furono precedute dalle apparizioni dell’Angelo del Portogallo (o della Pace) ai piccoli veggenti Lucia, Giacinta e Francesco. Questo fatto è stato commemorato il 10 giugno scorso, nel Santuario di Fatima, con un pellegrinaggio di numerosissimi bambine e bambini – circa 30mila e provenienti da diverse zone del Portogallo, nonché dall’arcipelago di Madeira e delle Azzorre – ed ha avuto come motto «Non abbiate paura. Sono l’Angelo della Pace», cioè l’espressione utilizzata dal celeste inviato di Dio ai tre pastorelli.
Anche questa soprannaturale preparazione a Colei che »è venuta dal cielo» fa parte integrante del «più importante avvenimento del XX secolo», il quale deve essere per noi luce e speranza in mezzo al caos del mondo contemporaneo.
Prima delle apparizioni della Madonna, Lucia, Francesco e Giacinta - Lucia de Jesus dos Santos, e i suoi cugini Francisco e Jacinta Marto, tutti residenti nel villaggio di Aljustrel, parrocchia di Fatima - ebbero tre visioni dell'Angelo del Portogallo, o della Pace.

Prima apparizione dell'Angelo
La prima apparizione dell'Angelo avvenne nella primavera o nell'estate del 1916, in un antro, o grotta, del colle del Cabeço, vicino ad Aljustrel, e si svolse nel modo seguente, come narra suor Lucia:
«Giocavamo da qualche tempo, ed ecco che un vento forte scuote le piante e ci fa sollevare lo sguardo per vedere che cosa succedeva perché la giornata era serena. Allora cominciammo a vedere a una certa distanza, sulle piante che si stendevano in direzione dell’oriente una luce più bianca della neve, con l'aspetto di un giovane trasparente, più splendente di un cristallo attraversato dai raggi del sole. A misura che si avvicinava, ne venivamo distinguendo i tratti: un giovane dai 14 ai 15 anni, di una grande bellezza. Eravamo sorpresi e quasi rapiti. Non dicevamo parola. Giunto vicino a noi disse:
- «Non abbiate paura. Sono l'Angelo della Pace. Pregate con me».
E inginocchiatosi a terra, curvò la fronte fino al suolo. Spinti da un moto soprannaturale, lo imitammo e ripetemmo le parole che gli udimmo pronunciare:
- «Dio mio! Credo, adoro, spero e vi amo. Vi chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non vi amano».
Dopo avere ripetuto questo tre volte, si alzò e disse:
- «Pregate così. I Cuori di Gesù e di Maria sono attenti alla voce delle vostre suppliche».
E scomparve.
L'atmosfera soprannaturale che ci avvolse era tanto intensa che quasi non ci rendevamo conto, per un lungo lasso di tempo, della nostra stessa esistenza, restando nella posizione in cui ci aveva lasciato, e ripetendo sempre la stessa preghiera. La presenza di Dio si sentiva così intensa e intima che non osavamo parlare neppure fra di noi. Il giorno seguente, sentivamo lo spirito ancora avvolto in questa atmosfera, che andò scomparendo soltanto molto lentamente.
Di questa apparizione, nessuno pensò di parlarne, né di raccomandarne il segreto. Essa lo impose da sé. Era così intima, che non era facile pronunciare su di essa la minima parola. Ci fece anche, forse, maggiore impressione, per il fatto che fu la prima manifestazione di questo tipo».

Seconda apparizione dell'Angelo.
La seconda apparizione avvenne nell'estate del 1916, sul pozzo della casa dei genitori di Lucia, presso cui i bambini giocavano. Così narra suor Lucia ciò che l'Angelo disse loro - a lei e ai suoi cugini - in quella occasione:
- «Che fate? Pregate! Pregate molto! I Cuori santissimi di Gesù e di Maria hanno su di voi disegni di misericordia. Offrite costantemente all'Altissimo preghiere e sacrifici».
- «Come dobbiamo fare a sacrificarci? », chiesi.
- «In tutti i modi possibili, offrite a Dio un sacrificio in atto di riparazione per i peccati con cui è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori. Attirate così sulla vostra patria la pace. Io sono il suo angelo custode, l'Angelo del Portogallo. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione la sofferenza che il Signore vi manderà».
E scomparve.
Queste parole dell'Angelo si incisero nel nostro spirito, come una luce che ci faceva comprendere chi era Dio; come ci amava e voleva essere amato; il valore del sacrificio, e come gli era gradito; come, per riguardo a esso, convertiva i peccatori».

Terza apparizione dell'Angelo
La terza apparizione avvenne alla fine dell'estate o all'inizio dell'autunno del 1916, di nuovo nella grotta del Cabeço, e si svolse nel modo seguente, sempre secondo la descrizione di suor Lucia:
«Appena vi giungemmo, in ginocchio, con i volti a terra, cominciammo a ripetere la preghiera dell'Angelo: «Dio mio! Credo, adoro, spero e vi amo, ecc.» Non so quante volte avevamo ripetuto questa preghiera, quando vedemmo che su di noi brillava una luce sconosciuta. Ci alzammo per vedere cosa succedeva, e vedemmo l’Angelo con un calice nella mano sinistra e sospesa su di esso un’Ostia, dalla quale cadevano nel calice alcune gocce di sangue. Lasciando il calice e l’Ostia sospesi in aria, si prostrò a terra vicino a noi e ripeté tre volte la preghiera:
- «Trinità santissima, Padre, Figliolo e Spirito Santo, vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui è offeso. E per i meriti infiniti del suo santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, vi chiedo la conversione dei poveri peccatori».
Poi sollevandosi prese di nuovo il calice e l’Ostia, e diede l’Ostia a me e ciò che conteneva il calice lo diede da bere a Giacinta e a Francesco, dicendo nello stesso tempo:
- «Prendete e bevette il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro delitti e consolate il vostro Dio».
Di nuovo si prostrò a terra e ripeté con noi altre tre volte la stessa preghiera:
«Trinità santissima ecc.
» E scomparve.
Portati dalla forza del soprannaturale, che ci avvolgeva, imitavamo l’Angelo in tutto, cioè prostrandoci come lui e ripetendo le preghiere che lui diceva. La forza della presenza di Dio era così intensa, che ci assorbiva e ci annientava quasi completamente. Sembrava che per un grande lasso di tempo ci privasse perfino dell’uso dei sensi corporali.
In quei giorni facevamo le azioni materiali come portati da questo essere soprannaturale che a ciò ci spingeva. La pace e la felicità erano grandi, ma soltanto interiori, con l'anima completamente concentrata in Dio. Anche la stanchezza fisica che ci prostrava era grande.
Non so perché, le apparizioni della Madonna producevano in noi effetti molto diversi. La stessa gioia intima, la stessa felicità e pace. Ma, invece di questo abbattimento fisico, una certa agilità espansiva; invece di questo annientamento nella divina presenza, un esultare di gioia; invece di questa difficoltà nel parlare, un certo entusiasmo comunicativo. Ma, nonostante questi sentimenti, sentivo la ispirazione a tacere, soprattutto alcune cose. Negli interrogatori, sentivo la ispirazione interiore che mi indicava le risposte che, senza mancare alla verità, non scoprissero ciò che per il momento dovevo occultare» .
(cfr. «Fatima, Messaggio di tragedia o di speranza?» (Antonio A. Borelli, Ed. Luci sull’Est, 2004, pag. 15 a 19).

"Pregate, pregate moltissimo!
Il Sacro Cuore di Gesù e Maria
hanno per voi propositi misericordiosi.
Offrite sempre all'Altissimo preghiere e sacrifici."
(L'angelo ai tre Pastorelli)

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