venerdì 12 marzo 2010

FA' POSTO A DIO




La fame di spiritualità è uno dei fenomeni più sorprendenti del nostro tempo. Le profezie sulla morte di Dio si sono dimostrate di corta veduta. Vi è un risveglio generalizzato del sentimento religioso che riguarda in modo particolare le grandi religioni come l’islam, l’induismo e il buddismo. Anche il cristianesimo, nonostante alcune difficoltà nell’occidente secolarizzato, attraversa un momento di notevole dinamismo. Non solo la Chiesa cattolica, ma anche quella ortodossa e il protestantesimo nella sua versione pentecostale vivono una nuova primavera. Non si tratta di un fenomeno passeggero, ma piuttosto della conferma di una costante storica. Come osserva René Girard, uno dei massimi antropologi viventi, la religione è nata con l’apparizione dell’uomo sulla terra e lo ha sempre accompagnato lungo il suo cammino. Il fiorire ininterrotto del sentimento religioso è la conferma che l’uomo non può essere identificato col suo corpo. Il tentativo di presentare una visione dell’essere umano come un elemento dell’universo dal quale proviene e al quale ritorna, urta contro l’evidenza di una vita interiore che ognuno sperimenta
dentro di sé. La tradizione religiosa universale è concorde nell’affermare che l’uomo è a due dimensioni. «L’uomo supera l’uomo», affermava il grande Pascal. «Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente» (Gen 2,7). L’alito di vita che Dio soffia nella polvere del suolo è l’anima umana spirituale e immortale. Grazie ad essa l’uomo è capace di Dio e si pone davanti a Lui come una persona capace di ascoltarlo e di rivolgergli la parola. La fame di Dio è connaturale all’uomo. Oggi è più viva che mai, ma spesso si disperde lungo strade senza via di uscita. Sorprende non poco lo spettacolo di cristiani che, immemori della loro grande tradizione di spiritualità, cercano surrogati in esperienze religiose pericolose per la fede. Altri, in cerca di fonti a cui abbeverarsi, sembrano pecore allo sbando che vagano qua e là senza pastore. Molta gente, che trarrebbe un gran vantaggio dalla direzione spirituale, corre dagli psicologi o, peggio ancora, dai maghi. Questo libretto vuole essere un aiuto semplice per coloro che vogliono saziare la loro fame di assoluto,
riscoprendo la vita interiore. Non sempre è agevole far riferimento a un direttore spirituale. Tuttavia è possibile fare i primi passi di un cammino di santità, attingendo alla straordinaria ricchezza della tradizione cristiana. Gli insegnamenti dei santi e dei grandi maestri di spirito sono una sorgente irrinunciabile di acqua pura per la nostra generazione arida e assetata.

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".... Chiunque tu sia, ricco o povero, grande o piccolo, intelligente o ignorante, giusto o peccatore sappi che ti è concessa la possibilità di essere nella gioia. "

3 commenti:

  1. Ciao Daniela, grazie per questo suggerimento.^^
    Questa presentazione mi ha fatto tornare alla mente un pensiero di Madre Teresa: "La peggiore malattia dell'Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra, ma è il non sentirsi desiderati nè amati, il sentirsi abbandonati. La medicina può guarire le malattie del corpo, ma l'unica cura per la solitudine, la disperazione e la mancanza di prospettive è l'amore. Vi sono molte persone al mondo che muoiono per un pezzo di pane, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d'amore. E la povertà in Occidente assume forme nuove: non è solo solitudine, ma è anche povertà spirituale. Vi è fame d'amore, e vi è fame di Dio".
    Un abbraccio e buona domenica :-)

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  2. Grazie mille per la bellissima considerazione sull'Amore!
    Buona Domenica anche a te. :)

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  3. Grazie per questo consiglio letterario. :)
    Padre Livio traccia un itinerario che tutti possiamo percorrere. Tra l'altro, vivere senza Dio significa vivere male.
    Buona settimana! :)

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