Nella sua prolusione al Consiglio permanente dei vescovi, il Cardinale Bagnasco ha definito l'aborto un "delitto incommensurabile".
Ha ricordato i "dati agghiaccianti" riportati del rapporto predisposto dall'Istituto per le politiche familiari secondo cui quasi 3 milioni di bambini non sono nati nel 2008. E quindi, sottolineando che la difesa della vita e il NO all'aborto fanno parte di quella piattaforma di valori "non negoziabili" che la Chiesa non può disattendere, ha auspicato che la gente voti di conseguenza.
Ridurre a ingerenza o interferenza clericale tali affermazioni non tiene conto che è su questi fondamenti che si impiantano e vengono garantiti tutti gli altri indispensabili valori sociali come il diritto al lavoro e alla casa, la libertà dalla malavita organizzata, l'accoglienza verso gli immigrati. Si tratta di valori indivisibili che toccano la sfera della "vita" e della "solidarietà" e che costituiscono garanzia di impegno civile e sociale nell'attuazione dei propri incarichi politici: quale solidarietà sociale si ha infatti se si rifiuta o si sopprime la vita, specialmente la più debole?
Ridurre a ingerenza o interferenza clericale tali affermazioni non tiene conto del fatto che nella sua prolusione, il Presidente della CEI, nell'ambito delle sue responsabilità di guida della Chiesa Cattolica Italiana, si rivolge prima di tutto ai cattolici, cittadini italiani a tutti gli effetti, chiamati ad esprimere il loro voto alle prossime regionali e nel pieno diritto di avere nel Magistero della Chiesa un riferimento sicuro e certo davanti a decisioni di tale portata .
Ridurre a ingerenza o interferenza clericale tali affermazioni vorrebbe limitare il cattolicesimo ad una questione puramente personale. Ma non possono esserci due vite parallele: da una parte, la vita così detta "spirituale", con i suoi valori e le sue esigenze, e dall'altra, la vita di famiglia, di lavoro, dei rapporti sociali, dell'impegno politico e della cultura.
E' dovere di tutti i cristiani dedicarsi alla difesa dei propri valori e dei diritti umani; è diritto e dovere dei Pastori della Chiesa Universale, proporre i principi morali anche sull'ordine sociale dovunque questi siano minacciati.
Le posizioni della Chiesa e di chi ha fede, sui grandi temi della vita e della famiglia, hanno pari dignità e diritto di essere espresse in ambito politico, di qualsiasi altra posizione.
La vera ingerenza sarebbe negare questa possibilità.
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